Da tempo tutto il mondo soffre di una grave crisi, iniziata come crisi finanziaria e poi sfociata in una crisi economica globale. In queste condizioni i paesi le cui economie erano più deboli, o che contando su una cuccagna senza limiti si erano dati a spese pazze, ingiustificate e soprattutto motivate da bassi interessi elettorali o peggio, si sono trovate dei debiti insopportabili, dei bilanci insostenibili e quindi in grave pericolo di bancarotta. In particolare questo problema si è dimostrato particolarmente grave per i paesi aderenti all’area dell’euro, dato che il fallimento di uno di essi potrebbe trascinare nel baratro non solo la moneta unica ma anche tutti i paesi aderenti.
Questa situazione ha mostrato chiaramente quanto poco razionale ed improvvisata sia stata la creazione della moneta unica, priva di vere e proprie regole impegnative e soprattutto senza che essa ubbidisse ad una autorità unica che definisse le politiche economiche e fiscali cui i paesi aderenti avrebbero dovuto attenersi. Fra i paesi più colpiti dalla crisi finanziaria c’è anche l’Italia che, com’è noto, ha subito un severo richiamo da parte della Banca Centrale Europea affinché adottasse un piano di risanamento che consentisse il raggiungimento del pareggio di bilancio entro due anni.
Il programma presentato ai nostri partners prevede tutta una serie di riduzioni di spese, e naturalmente un inasprimento del regime fiscale, come se esso non fosse già fin troppo confiscatorio. E’ tuttavia da prevedere tuttavia nessun serio provvedimento a carattere strutturale potrà essere realizzato per le proteste non solo delle opposizioni ma anche di parti della stessa maggioranza. Comunque ciò che non è stato in alcun modo realizzato è stato un sia pur modesto taglio ai privilegi ed alle prebende della cosiddetta “casta” ed ai costi della politica. E’ addirittura di questi giorni la notizia che, in ossequio all’invito a risparmiare, il ministero della difesa ha acquistato poco meno di una ventina di vetture Maserati blindate, non è ben chiaro perché.