Gesù è nato a Napoli
di Luciano De Crescenzo
Mondadori pagine 112 € 15,00
isbn 9788804634126
Se seguissi i ragionamenti del filosofo Bellavista ( quello che teorizza la divisione fra uomini d’amore e uomini di libertà) non potrei che
dar ragione a De Crescenzo quando scrive “Gesù è nato a Napoli”,
come del resto in tutte le città del mondo che sono riuscite a conservare lo spirito di Betlemme in ebraico
בֵּיִת לֶחֶם, [Beit Lehem] letteralmente “Casa del Pane”, nel senso quindi di città a misura d’uomo,dove un pezzo di pane c’è per tutti, ma ahime è solo un’illusione. Gesù di questi tempi ha lasciato Eboli e si è fermato nella Terra dei fuochi e lì il pane l’hanno fatto marcire certi criminali che al confronto Barabba risulterebbe un’educanda. Ma bando alla retorica, in questo testo lo scrittore partenopeo racconta antichi costumi e tradizioni legate al Presepe pescando nella sua memoria che è un caveau pieno di personaggi storici e non, nozioni , curiosità e folklore.Quello che adoro di De Crescenzo e il suo rendere qualsiasi argomento alla portata di tutti,che sia il criticismo kantiano (vedi Storia della Filosofia Moderna) o il dionisismo insito nella figura di Cicci Bacco (vedi Gesù è nato a Napoli), Luciano trova il modo di renderlo comprensibile anche ad un bambino; solo a lui può venir in mente di illustrare il rapporto ambiguo e contrastante dell’Imperatore Costantino con la nascente religione cristiana e la decadenza dei costumi degli antichi Romani facendo ricorso alla figura del Democristiano doc: “dico sempre sì,cerco sempre un compromesso che possa far contenti sia i Cristiani che i Pagani e intanto tiro l’acqua al mio mulino”.Il testo oltre a cenni storici sulla nascita del Presepe, a proposito Presepe o Presepio?, descrive tutti i personaggi che abitano quello del Settecento facendo ricorso a simpatici siparietti inventati dall’autore. Incontrerete dunque, Cicci Bacco, ubriacone amico dell’oste-Satana che vuole assassinare la Madonna, Stefania che nasconde una pietra nel fagotto per sembrare madre,la lavandaia e Salomè che scoprono la Verginità di Maria, Benino che dorme e il pastore della Meraviglia, l’unica statuetta capace di parlare! Non mancherete di leggere di pecore, pozzi dove non specchiarsi, zingare iettatrici.Non si può dimenticare gli artigiani, dodici come i mesi, il cacciatore, sì non è un errore e scoprirete perchè, poi il pescatore, il ponte ancora una volta costruito da satana con la suora Mafalda che nasconde la testa mozzata del suo amante ( me è splatter questo presepe del Settecento?), poi il fiume, gli angeli e gli arcangeli, i due Giovanni: Battista e Apostolo (i due solstizi), i Re Magi e infine l’asinello e il bue, due che forse hanno capito quello che noi , con la testa più dura del primo e le corna più lunghe del secondo, ancora nel 2013 non abbiamo afferrato di questo mistero.
di Luigi De Rosa