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Gesu' e' stato ucciso mentre costruiva il regno di dio

Creato il 29 marzo 2010 da Federicobollettin
ALCUNE PRECISAZIONI
Venerdì scorso ho partecipato ad una Via Crucis organizzata dalla parrocchia di Mortise, dove abito. I commenti alle letture evangeliche mi hanno "scandalizzato", forse perchè rispecchiano una teologia che ho abbandonato da qualche anno.
Qual è allora la mia visione?
1. Gesù non è morto volontariamente, Gesù è stato ucciso.
Gesù voleva vivere, amava la vita. Stava donando tutto se stesso per la predicazione del regno di Dio. Sapeva di disturbare gli interessi politici e religiosi dei responsabili del Tempio. A volte è riuscito a sfuggire a situazioni molto pericolose, che lo avrebbero portato alla morte. Ma alla fine, l'odio e l'invidia verso di lui erano talmente forti che i sacerdoti lo hanno ucciso come un sovversivo politico.
2. Gesù non è stato ucciso dai banditi, ma dai responsabili della religione alla quale apparteneva.
Gesù è nato ed è morto ebreo. Ha osservato alcune pratiche della sua religione, ma ha trasgredito, ed invitato gli altri a fare altrettanto, tutti quei precetti che, secondo lui, andavano contro il bene delle persone. I capi religiosi stavano perdendo il controllo delle coscienze e per questo hanno deciso di farlo fuori. La folla ha creduto alle false accuse contro di lui, la stessa folla che lo ha accolto festante a Gerusalemme e poi lo ha abbandonato nel momento del bisogno.
3. Gesù non è morto per noi, perchè non avrebbe mai voluto creare in noi dei sensi di colpa.
Gesù ha sempre predicato la gratuità, per quale motivo dovremmo ringraziarlo per il bene che ha fatto per noi? Il grazie che vorrebbe sentirsi dire è il nostro impegno concreto per il suo ideale: costruire su questa terra il regno di Dio.
Predicare che Gesù è morto per i nostri (e miei) peccati significa creare nel discepolo di Gesù un senso di colpa: esiste in effetti un modo per eguagliare un gesto così estremo? Nessuno potrebbe sentirsi all'altezza...
4. Gesù è vissuto per costruire il Regno di Dio.
Le vere croci non sono quelle che ci procuriamo noi, per il semplice gusto di soffrire o di sentirci i martiri incompresi. Le veri croci, o meglio le difficoltà, sono quelle che troviamo nel cercare di tradurre il messaggio di Gesù nel contesto attuale di questa società. Per fare un esempio, la croce non è un fallimento di coppia, ma la difficoltà di aprirsi a nuove relazioni, di fidarsi di persone nuove.

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