La trama (con parole mie): in occasione della coda dei festeggiamenti per il compleanno di mio fratello, in casa Ford si è deciso di vivere un'esperienza nuova, e testare sulla pelle il concetto di escape room, tipologia unica di gioco live che dopo aver raccolto grandi successi nel mondo sta cominciando a ritagliarsi il giusto spazio anche qui in Italia. In quattro, dunque, ci siamo avventurati nella sezione "The prison" dello spazio Get me out a Milano: un'ora a disposizione, quattro celle, un secondino, una serie di operazioni da compiere comunicando da un cubicolo all'altro cercando di trovare la forza decisiva nella squadra.
Saremo riusciti a compiere l'impresa e ad evadere dalla prigione, o la sedia elettrica avrà scritto la parola fine all'avventura?
Quando, ormai sei anni fa, per festeggiare i trent'anni del sottoscritto Julez organizzò in modo che potessi partecipare ad un mini corso di wrestling, mio fratello fu l'unico a parte lei ad abbandonare ogni indugio e prendere parte all'esperienza, regalando anche alcune chicche come il suo impagabile ricadere sul ring a peso morto, in pieno stile sacco di sabbia.
Per i suoi trent'anni, dunque, in casa Ford abbiamo pensato a qualcosa che potesse essere ricordato come un'esperienza, contando più sul fascino dei ricordi che degli oggetti: considerata la crescente attenzione posta alle escape room, nate soltanto da poco qui in Italia ma in Europa e nel mondo già note e rodate da tempo, abbiamo optato per una soluzione che, di fatto, potesse unire la passione per il Cinema alla vita vissuta.
Dunque, grazie ai ragazzi di Get me out, abbiamo potuto testare l'esperienza del film carcerario d'evasione nella stanza The prison, una delle tre per ora allestite - le altre due, The Room, dedicata principalmente agli enigmi, e The clinic, ispirata da titoli come Saw, tutte disponibili in versione normale e horror, che prevede l'aggiunta di un attore pronto a rendere più difficile il compito ai "prigionieri" -: vestiti di tutto punto con le classiche tute arancioni ed imbucati in quattro celle singole, con a disposizione un solo oggetto a testa, abbiamo affrontato la sfida sulle note del fischiettare del secondino - un plauso a chi l'ha interpretato, duro ma non eccessivo e perfettamente in linea con la parte - ispirate alla Elle Driver di Kill Bill a partire dall'ispezione dei nostri "alloggi" fino alla comunicazione tra noi, attenti a non attirare troppo l'attenzione del carceriere.
Il risultato è stato un'ora di divertimento unico e senza precedenti, con un crescendo legato al gioco di squadra ed alla location, ed al passaggio da una prima parte ambientata all'interno delle celle ad una seconda, una volta aperti i cancelli delle stesse, dedicata al tentativo di fuga vero e proprio: non sono mancate le chicche - il fatto che mio fratello fosse mezzo sbronzo appena siamo arrivati, tanto da farsi immediatamente etichettare dal secondino, per dirne una, o la chiusura finale con quel laconico "Gli ho già sparato" pronunciato dal sottoscritto neanche fosse l'eroe di un film action - e la promessa di tornare per testare le altre due stanze o far provare questa prigione a tre malcapitati per la prima volta - il limite, purtroppo, delle escape room, è che di fatto non potrebbero essere rigiocate, essendo a conoscenza degli enigmi che si trovano all'interno -, anche e soprattutto perchè, nonostante le difficoltà, ad un minuto e mezzo circa dalla fine del tempo a disposizione, siamo riusciti a portare a termine l'evasione unendo, di fatto, la capacità di fare da capro espiatorio di mio fratello, l'abilità logica delle due signore Ford e la componente fisica messa dal sottoscritto, finendo per ricevere i complimenti del "secondino" che ci ha confermato quanto il trend di evasione dalla Prison Room sia quello di missione riuscita per una squadra su trenta.
Di fatto, comunque, a prescindere dalla location e dalla gestione - davvero ottime -, dall'atmosfera e dalla tensione crescente, dalla partecipazione alla sensibilizzazione rispetto al gioco di squadra, la cosa più bella resta sempre aver provato una nuova esperienza accanto a qualcuno che ami, e che è parte della tua vita.
Un pò quello che accade per i grandi viaggi o le esperienze più importanti.
Ed è bello che a volte, come in questi casi, tutto sia un gioco e si possa immaginare, per una volta, di essere gli attori di uno dei film che tante volte abbiamo ammirato sullo schermo.
MrFord
P.S. Per chi ha la possibilità di passare da Milano, l'esperienza è consigliatissima. Le informazioni possono essere recuperate su www.getmeout.it.
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