Il Ghana è un paese importante, come tutti sanno, per la presenza di oro nel sottosuolo, che esporta (riferiscono le statistiche) con buoni profitti per la sua economia.
E la Cina è un suo ottimo partner d’ affari.
Parecchie compagnie minerarie straniere hanno chiesto e continuano a chiedere pertanto, agli uffici competenti di Accra, la capitale, le necessarie concessioni per poter lavorare in loco.
E i responsabili, in cambio di “mazzette”generose, decisamente non si fanno pregare troppo e sono, a loro volta, ben contenti di esaudire questo genere di desideri.
Ottenuto ciò che vogliono i munifici “clienti”, non è detto affatto che gli affari poi vadano come nelle previsioni e, spesso, si finisce talora con l’abbandonare il campo, improvvisamente, dall’oggi al domani. Impianti fatiscenti compresi.
Si verifica così che, in quelle aree abbandonate, subentrino di rimpiazzo frotte di minatori di frodo. Il bisogno lo fa .E’ la mitica corsa all’oro, quella che accende tutte le fantasie umane.
E possono essere minatori africani (e spesso sono solo pseudo-tali) quanto, addirittura, operai di nazionalità cinese, che hanno perso il lavoro, magari a causa del fallimento della società, con cui in precedenza avevano un regolare contratto.
In quest’ultimo caso,per i cinesi, che godono di ben pochi diritti nel rapporto coi loro padroni, si tratta di strappare, nella ritirata definitiva, qualcosa in più per se stessi e per le proprie famiglie, dopo l’avventura africana.
Per gli africani, specie quelli del Niger e del Mali, è una questione, semmai, di stretta necessità.
E lo è se si tiene presente la povertà dei contesti di provenienza da una parte e/o il caos generato ultimamente nei loro Paesi dalla guerriglia dei fondamentalisti islamici, che non perde occasione per erodere le istituzioni preesistenti.
Così, giorni addietro, sono stati rilasciati, dopo avere fatto il carcere, ma solo grazie all’intervento dell’ambasciata cinese ad Accra, oltre 120 minatori cinesi illegali.
Gli arresti erano stati fatti da esercito e polizia locale nella regione di Ashanti.
I minatori cinesi illegali in Ghana, secondo fonti attendibili, sarebbero, a quanto pare, addirittura 50 mila.
Tra nigerini e maliani, sono stati arrestati e sconteranno per intero la pena, invece, 57 uomini, tutti rei di voler lavorare illegalmente e, soprattutto, di averlo fatto senza utilizzare, con grande pressappochismo, misure di sicurezza.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)