Posted By Il Renzaccio on 15, ott, 2013 | 0 comments
GHANA-EGITTO 6-1, QUALIFICAZIONI BRASILE 2014 – Dopo un week-end elettrizzante, che lascia aperte le speranze di arrivare in Brasile per tutte le otto squadre scese in campo, Ghana-Egitto rappresenta il succulento epilogo delle gare d’andata degli spareggi africani. La gara si presenta equilibrata, anche se il pronostico, in virtù della maggiore esperienza internazionale di Gyan&C., fa pendere i favori del pronostico dalla parte dei padroni di casa, alla ricerca della terza partecipazione consecutiva ad una fase finale di un mondiale. L’Egitto, squadra dotata di alcuni elementi talentuosi, è alla ricerca disperata della terza partecipazione ad un campionato del mondo, evento che non si verifica del lontano 1990 quando fu incluso – a cinquantasei anni di distanza dalla prima partecipazione – in un girone di ferro che ricomprendeva Eire, Inghilterra e Olanda.
La gara si mette subito in discesa per i padroni di casa, che al quarto minuto passano in vantaggio grazie a Gyan, autore di un bel destro ad incrociare sul secondo palo che batte Ekramy e sblocca il match. Le stelle nere non sono ancora sazie e, fra il tredicesimo e il quindicesimo, creano due nitide palle-gol con Asamoah e Waris, ma in entrambe le circostanze Ekramy è bravissimo ad evitare il secondo gol. Il raddoppio dei padroni di casa è nell’aria e, puntuale, giunge al ventunesimo: Essien mette a sedere portiere e due difensori avversari, e trova poi la fortunata deviazione di Gomaa, che insacca involontariamente nella propria porta. L’Egitto si fa vedere per la prima volta dalle parti di Dauda solo al trentatreesimo, ma il colpo di testa di Naguib all’interno dell’area piccola - susseguente ad un calcio di punizione forte e teso di Aboutrika – si spegne alto sopra la traversa. Al trentanovesimo, gli ospiti ottengono un calcio di rigore (molto generoso) per un fallo di Sumaila ai danni di Salah. Dal dischetto si presenta Aboutrika, che spiazza il portiere e riaccende le speranze degli egiziani. Speranze, però, che vengono raffreddate dopo solo tre minuti: punizione dalla sinistra di Muntari e stacco imperioso di Waris, che batte Ekramy e riporta il Ghana in vantaggio di due reti.
Nella ripresa, il Ghana, nonostante il doppio vantaggio, insiste e costringe la squadra di Bradley sulla difensiva. La pressione delle Black Stars viene premiata al cinquantaduesimo ancora con Gyan, che insacca di testa un assist (volontario?) in semi-rovesciata di Muntari e mette a segno il secondo gol personale. Il Baba Yara Stadium è una bolgia. E gli egiziani spariscono definitivamente dal rettangolo di gioco. Il Ghana gioca al piccolo trotto, domina nel palleggio e metta alla berlina un Egitto che definire pessimo è riduttivo. Al settantesimo, dopo due occasioni non concretizzate, i padroni di casa ottengono un calcio di rigore per un fallo di Al Shenawy (subentrato all’infortunato Ekramy) ai danni di Waris. Muntari si presenta dal dischetto, spiazza l’estremo difensore avversario e segna il quinto gol ghanese. Tutto finito? Nient’affatto! A tre minuti dal novantesimo, Atsu disorienta sulla trequarti Gomaa, si accomoda il pallone sul sinistro e lascia partire un preciso rasoterra che s’insacca, per la sesta volta, nella porta egiziana. Nei cinque minuti di recupero, concessi in maniera alquanto discutibile dal sig.El Ahrach, Badu impegna severamente Al Shenawy, che con un intervento plastico devia in corner.
Chi si attendeva un match equilibrato, si è dovuto ricredere. Troppo forte il Ghana ( di fatto la prima africana certa di giocarsi il mondiale) per un Egitto totalmente inesistente, schiacciato dalla pressione di dover centrare la qualificazione a tutti i costi. Ma il lasciapassare per il mondiale non arriverà neanche in questa occasione: per la sesta volta consecutiva l’Egitto se ne resterà a casa. Sei edizioni vogliono dire ventiquattro anni, periodo nel quale i faraoni hanno vinto ben quattro volte la coppa d’Africa ed hanno preso parte a due Confederation’s Cup, prendendosi il lusso, nell’edizione sudafricana del 2009, di battere gli allora campioni del mondo azzurri. La maledizione del mondiale continua. E chissà se fra cinque anni, in terra russa, rivedremo l’Egitto fra le magnifiche trentadue.