Non ci sono dubbi che chi prenderà la guida di una nazione come il Ghana, morto e sono solo poche ore Atta Mills , dovrà avere ampie spalle e ottime capacità strategiche e progettuali in finanza e in politica per mantenere in piedi quell’equilibrio faticosamente raggiunto dal Paese africano, grazie alle doti indiscusse del predecessore.
Candidato favorito è al momento certamente John Dramani Mahama, vice di Mills, un uomo giovane (54 anni) e un autentico politico di razza.
John Dramani Mahama , che ha già preso in mano, com’è consuetudine secondo il diritto del Ghana, la situazione, e resterà facenti funzioni sino a dicembre, data delle prossime elezioni, piace moltissimo, per esempio, alle giovani generazioni,con le quali ha un franco dialogo, in ogni occasione, sia attraverso i “media” che nelle cerimonie ufficiali quando si rivolge loro.
In un Paese, con 24 milioni di abitanti e almeno 100 etnie, nel quale i giovani, come in quasi tutte le nazioni africane, sono senza dubbio numericamente i più, questo non è certo un dato da sottovalutare in vista della prossima campagna elettorale e di una eventuale possibile vittoria politica dell’uomo.
Anche se c’è da fare i conti con l’opposizione e cioè con il Nuovo partito patriottico (Npp), che sta già dando gas ai suoi motori tanta è la voglia di vincere.
Ma cosa si chiede in concreto al successore Evans Atta Mills?
Essenzialmente di conservare la stabilità politica ed economica del Ghana.
Ci riuscirà?
Noi ci auguriamo che il cammino di sviluppo democratico, iniziato da Mills, prosegua senza eccessivi intoppi. Ma in Africa, e quindi anche in Ghana, le incognite sono sempre molteplici.
A proposito di giovani bisognerà impegnarsi soprattutto sul fronte dell’occupazione (sono troppi i giovanissimi disoccupati pur in possesso di un titolo di studio), e ciò pur essendo il Ghana attualmente un buon esportatore di petrolio,di oro e di manganese. Con una bilancia commerciale in attivo.
Anche le esportazioni di cacao in Ghana si difendono bene ma, tanto nel settore dell’agricoltura che in quello delle materie prime legate all’industria, occorre fare i conti sempre con il mercato internazionale e l’altalena dei prezzi, in una situazione di crisi economico-finanziaria mondiale, che non pratica sconti a nessuno. E la stessa Europa, ad esempio, lo constata, ahimé, giornalmente.
Pur godendo buona parte della popolazione del Ghana di un reddito medio, non mancano nel Paese coloro che stentano a portare avanti dignitosamente la propria famiglia.
E non è un piangersi addosso.
Pertanto occorrerà che chi succederà a Mills sia in grado di mantenere almeno il discreto benessere raggiunto in questi ultimi anni ma anche di apportare, se è possibile, gli opportuni correttivi, perché tutti usufruiscano di una corretta distribuzione del benessere della nazione.
Sarà possibile a patto che si vigili, senza distrazioni di sorta, sulla corruzione, un male endemico, presente nelle alte “sfere” non solo in Ghana o in Africa e, comunque, molto difficile, quasi dappertutto, da estirpare.
Specie se i "giochi" sono pesanti.
Italia docet.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)