Cara Virginia, ieri dopo un po’ di tempo sono tornata in montagna. Mezza montagna, per essere precisi, dato che eravamo sulle pendici del monte Legnoncino, sopra Colico, alla fine del lago di Como.
Lago di Como in inverno
Era una giornata gloriosa, di sole scintillante, e sotto di noi il lago era scuro e immobile, con i suoi contorni che, con quella distanza e limpidezza, si delineavano con esattezza. Abbiamo camminato dentro un bosco, a tratti le foglie secche crocchiavano sotto i nostri passi. E c’era il ghiaccio.
Una cascatella ghiacciata
Erano ghiacciate anche le cascatelle più innocue, il fango schiacciato dal trattore lungo il sentiero, le felci dentro una fontanella, i ruscelli avevano una crosta spessa sotto la quale scorreva dell’acqua. E tutto questo ghiaccio ci ha accompagnato immobile per tutta la gita, non si è mai sciolto, non si è spezzato. Mandava un messaggio chiaro di inverno arrivato all’improvviso ma arrivato per restare, di montagna destinata solo al passaggio, di natura che ti mette in guardia.
Eppure è stato bello. Guardare l’orlo del lago sotto di noi. Immaginare una vita estiva negli alpeggi. Vedere gli abeti bianchi che poi sono verdi. Mangiare un panino conservatosi fresco e la cioccolata croccante offerta delle compagne di gita. Guardare il crepuscolo annerire il lago. Accendere al massimo il riscaldamento in macchina. E pensare alla doccia bollente al rientro…
Sentierando mi ha accompagnato come sempre, grazie!
Walking Antonia