Più vado avanti nella mia esperienza di spettatrice (quella di critico è andata bellamente a quel paese, dato che è da una vita che non scrivo una recensione decente…), più mi rendo conto che l’esperienza filmica è assolutamente soggettiva. Ovviamente ci sono le componenti per giudicare “oggettivamente” un film (regia, sceneggiatura, fotografia, interpretazioni…), stilemi che tutti usiamo per inquadrare, incasellare, giudicare un film. Ma il sentimento? Beh, quello non lo possiamo incasellare. Quello non lo possiamo giudicare. Possiamo solo viverlo e ognuno di noi lo vive a proprio modo, intimamente e privatamente. Il sentimento di un film è solo nostro. E a me, nonostante tutto, Il sapore del successo ha dato qualcosa che non mi aspettavo di trovare in una commedia.
Ebbene sì, io, the Queen in the Angst, sono andata al cinema a vedere una commedia e mi è anche piaciuta. Certo, Il sapore del successo non entrerà mai nella Top 5 delle mie commedie preferite (a dirla tutta non entrerebbe neanche nella Top 20…), ma una solitaria lacrima di commozione c’è stata ed è in quella lacrima che il film assume il suo personale valore per me. In quella solitaria lacrima c’è tutto un arcobaleno di sentimenti che la storia di Adam Jones porta con sé.
Diciamo anche che l’alta cucina assomiglia per certi versi al mondo del cinema. Sì, il mondo del cinema è l’I-Ching della vita come Il Padrino… O sono io a vederla così? Ai posteri l’ardua sentenza!
Dicevamo… La cucina di un ristorante 3 stelle Michelin è come il mondo del cinema, una dittatura illuminata. Un lavoro collettivo, vero. Un lavoro di concerto, ovviamente. Un lavoro che non si potrebbe fare senza gli altri, ma soprattutto un lavoro dove l’ultima parola spetta (DEVE spettare) a una sola persona, altrimenti non se ne esce più! Che sia lo chef, il regista, il produttore poco importa. Alla fine solo uno assurgerà al ruolo di idolo e dio. Che poi, come giustamente afferma David nel film, “c’è differenza?”



È uno chef con due stelle Michelin: per avere una stella Michelin devi essere come Luke Skywalker, ma, se riesci a prenderne tre, sei Yoda. – Se lui fosse Darth Vader?
Ps. La citazione da Star Wars era d’obbligo!
