Magazine Cultura
Ghoul
Di Brian Keene
Dorchester Publishing Company
341 pagine, 6 dollari circa (solo in lingua inglese)
Sinossi
1984. Timmy Graco e i suoi migliori amici, Barry Smetzler e Doug Keiser, sono tre dodicenni che si apprestano a vivere quella che sarà l'estate più intensa della loro vita. Hanno anche una “base segreta”, ossia un nascondiglio ricavato nei pressi del cimitero del paese, di cui è custode il padre di Barry, un pericoloso ubriacone. Qui passano il tempo tra fumetti, soldatini e primi discorsi sulle ragazze e sulla sessualità.
Eppure qualcosa sembra turbare la placida estate del piccolo sobborgo di Baltimora in cui vivono i tre amici. Dapprima si tratta della scomparsa di una coppietta di liceali, il cui destino getta più di un'ombra sulla quiete della comunità. Nel mentre il cimitero subisce dei bizzarri smottamenti che fanno sprofondare alcune tombe nel sottosuolo.
Timmy, Barry e Doug sono anche presi dai loro guai personali. Il nonno di Timmy è morto da poco, mentre Barry e Doug subiscono abusi dai loro genitori. Eppure presto si accorgeranno che un male più grande incombe su tutti loro, e la sua natura è antica, ultraterrena e disgustosa...
Commento
Ghoul sta a Keene come It sta a King e L'estate della paura a Simmons.
Definiamolo quindi un romanzo di formazione in salsa horror, genere che a me non spiace affatto, anche se risponde a degli stereotipi che vanno fin troppo consolidandosi. Ghoul si pone un gradino più in basso di It e due più in basso rispetto al romanzo di Simmons, che considero il capolavoro assoluto di questo sottogenere. Necessitano alcune spiegazioni per giustificare questo giudizio. Vedo di darvele.
Keene è ottimo – tanto quanto i colleghi – nel caratterizzare i tre giovani protagonisti del suo libro. Timmy, Barry e Doug sono del tutto tridimensionali, credibili nei ragionamenti, negli atteggiamenti e nei dialoghi. Due di loro vivono tra l'altro situazioni familiari molto pesanti che, come si vedrà sul finire del romanzo, pregiudicheranno il loro futuro di uomini adulti.
La parte in cui Ghoul perde il confronto con gli altri due romanzi è quella del villain. Il demone divoratore di cadaveri citato nel titolo non ha né il fascino di Pennywise (It) né la potenza della Campana dei Borgia (L'estate della paura). Il Ghoul è una figura in fondo meschina, per sua stessa ammissione inferiore ad altri mostri che vanno a comporre la mitopeica dell'universo horror di Brian Keene. Ciò nonostante non sono disprezzabili i vezzi di splatter che il suddetto demone regala ai lettori, tra banchetti di cadaveri e squartamenti dei viventi. Nulla di troppo mostrato, ma molto di splendidamente raccontato (alla faccia di chi sostiene che questa tecnica sia sempre e comunque sbagliata).
C'è un aspetto su cui Keene ha lavorato in modo furbetto, durante la scrittura di Ghoul, vale a dire la rievocazione dell'atmosfera degli anni '80. L'autore abbonda nelle citazioni di canzoni, dischi, programmi televisivi, fumetti della Marvel e della EC Comics, tanto che alla fine ci si sente trascinati, volenti o nolenti, nel 1984, anno in cui e ambientato il romanzo.
Si tratta di una strategia molto astuta e comunque del tutto lecita, quasi come se Keene abbia voluto rivolgersi a uno specifico pubblico pigiando sui tasti della nostalgia e delle atmosfere vintage. Opportunismo? Scelta facile? Può darsi. Comunque sia funziona: a me in quanto lettore tanto basta.
È notizia recente che a ottobre vedremo la trasposizione cinematografica di Ghoul, girato a Baton Rouge e prodotto dalla Chiller, una consociata della NBC. Sinceramente non avrei scelto questo romanzo come primo a essere trasformato in film della produzione di Keene, ma la decisioe sarà stata dettata anche da motivi economici (molto più semplice trasporre la storia di Ghoul che non quella dei Vermi Conquistatori, tanto per dirne una).
Comunque sia aspetto il film con curiosità. Se vi va di sbirciare, questa è la pagina Facebook ufficiale, mentre qui potete leggere la recente intervista che Alessandro Manzetti ha realizzato con Brian Keene.
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