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Giacomelli: ''Ecco i numeri dalla Rai, Usigrai li ricordi tutti''

Creato il 16 maggio 2014 da Digitalsat

Giacomelli: ''Ecco i numeri dalla Rai, Usigrai li ricordi tutti''«Sono certo che i colleghi dell'Usigrai siano molto più professionali nel loro lavoro quotidiano che nei comunicati sindacali. Ricordare, per fare un esempio, che nei maggiori paesi europei il canone è più basso che in Italia senza dire che la britannica Bbc e la spagnola Tve vivono senza pubblicità e che France Tèlèvisions e le tedesche Ard e Zdf non hanno spot nelle ore di massimo ascolto è un pò stravagante».

Così il sottosegretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli, replica all'Usigrai. «Non vedo, poi - afferma il sottosegretario -, come sia contestabile il dato che Rai da sola abbia molti più dipendenti di Mediaset, Sky e La7 tutte insieme. È vero che la Rai ha 13 mila dipendenti contro i 21mila della Bbc, ma la tv britannica ha un giro d'affari più che doppio rispetto alla tv pubblica italiana. In generale sconsiglierei all'Usigrai un confronto con la Bbc».

«Quanto alle sedi regionali, conosco la delicatezza e l'importanza del tema - prosegue Giacomelli -: affrontarlo solo in termini di numeri porta fuori strada. Non credo, ad esempio, che le succursali di Sassari (1.100 metri quadrati per 5 giornalisti e 3 tecnici) o Catania (dove sono previsti oltre 2 milioni di euro per ristrutturare i 1.000 metri quadrati di sede) siano pensate «per le minoranze linguistiche». «Sono contento - sostiene ancora - che si segnali l'evasione intollerabile del canone: è un problema che noi abbiamo trovato e che non intendiamo riconsegnare intatto a chi verrà dopo. Al contrario abbiamo l'ambizione di essere il governo che mette mano a una riforma profonda».

«Ripeto a Usigrai quanto ho già detto: il governo vuole riformare l'azienda e ridare al servizio pubblico la centralità perduta - conclude Giacomelli -. Non c'è nessun intento punitivo; pensiamo anzi che serva un piano ambizioso e innovativo che affronti in termini editoriali e industriali la necessità del cambiamento. Se si parte da questo punto e dal lavoro già iniziato dai vertici Rai ci si può confrontare positivamente. Se, invece, Usigrai intende solo difendere l'esistente è libera di farlo, ma sposa una linea difficilmente sostenibile, contraria all'interesse stesso dell'azienda e del servizio pubblico».


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