“Non essere ostile, Hell”
“Permesso Hell, posso entrare?”
“Dipende Silly, che vuoi fare?”
“Uhm… Pensavo di partecipare al tuo blog scrivendo articoli su film di un certo peso”
“Ma quello già lo faccio io, con maestria!”
“Ho in mente da tempo di parlare di questa pellicola (bisbiglio nell’orecchio)”
“E questo sarebbe un film di un certo peso?”
“Eccerto, fammi scrivere!”
“Mah…”
“Dai, non essere ostile”
“Beh, mal che vada ti mitraglio con un AK47″
“Che buon’anima, Hell. Allora vado?”
“Vai”
*
Spoiler come se piovesse, sappiatelo.
Scena epica numero 1:
“Sei brutto-fai schifo-sei una merda!” (urla la splendida fanciulla rapita dal temibile serial killer, Giallo)
“No! Non sono brutto! Sono bello! Zzzitta, puttana!” (due schiaffetti in faccia alla malcapitata)
Scena epica numero 2:
Cadavere di donna ritrovato dalla polizia. Scherzetto, non è ancora morta. Biascica delle frasi in giapponese prima di crepare per davvero.
Ispettore lupo solitario: “Cosa sta dicendo?”
Inetto poliziotto: “Non lo so”
Scena epica numero 3:
La giovane isterica della prima scena riesce a fuggire, mentre al killer precipita una lampada in testa. Cade, piglia pure la scossa perché c’è del liquido in terra (lei ovviamente corre a piedi nudi come se nulla fosse, ha già subito abbastanza) e la ragazza gli rifila anche un calcetto nel culo.
E via discorrendo di momenti titanici.
Giuro, è tutto vero. Descrivere queste scene mi scatena ancora degli spasmi dal troppo ridere. Ma raccontarle non rende a sufficienza, bisogna vederle per capire l’importanza di Giallo nel panorama filmico internazionale. E oserei dire, nella nostra umana esistenza terrestre. Giallo meriterebbe il premio come miglior film comico involontario. Non ridevo così tanto dalla Terza Madre, il che mi porta ad un’inevitabile riflessione. Non posso permettermi di perdere mai più un film del Darione nostro. Oggettivamente viviamo in tempi miserabili, tempi in cui sono costretta a complimentarmi con brillanti battute di spirito fuoriuscite da Matteo Renzi (“Esci da questo blog” è probabilmente la citazione del 2014). Capite la gravità della situazione? Ebbene, il punto è questo: la comicità ristagna in luoghi improbabili e a quanto pare ti sorprende quando meno te lo aspetti.
Seriamente, Giallo è di una bruttezza inenarrabile, manco una puntata di Carabinieri è girata così male. L’illusione di essere alle prese con la rinascita di Argento dura pochi minuti, perché le prime immagini girate nel teatro non sono così pessime. Ma basta il cambio scena con la ripresa del taxi (che poi diciamolo, il taxi è bianco, ma sarebbe dovuto essere giallo, almeno per coerenza narrativa) e si capisce che siamo alla solita solfa. Il meglio, però, ce lo regala il killer. Adrien Brody interpreta sia l’ispettore che l’assassino. Non è chiaro il perché di tale estro creativo, suppongo sia stato voluto dal Darione per inserire nei titoli di coda l’anagramma del nome di Brody. Chi è l’attore che interpreta Giallo? Byron Deidra! Geniale a dir poco! Immaginatevi il momento in cui Argento propone questa strepitosa idea al povero Brody e al resto dell’allegra combriccola. E tutti a dargli corda, come si fa di solito coi poveri mentecatti per non intristirli.
Cosa diamine gli starà spiegando, con quella manaccia?
So che ve lo state chiedendo, ma no, non c’è nessun collegamento tra il killer e l’ispettore, per cui non ha alcun senso questa buffa ideuccia. Tutta la pellicola è tempestata di errori, di sciatteria, di dialoghi di una pena disarmante. È talmente ridicolo e insulso che lo sconcerto implode, si tramuta in divertimento assoluto e alla fine ti piace pure. Chiedete a Hell se non è vero, non faccio altro che parlare di Giallo e fare l’imitazione del killer cattivone. Ed è l’ittero a renderlo giallo. Malattia trasmessa da una madre zoccola e tossica, che lo abbandona in fasce dalle suore, le quali lo educano a suon di mazzate e tutti gli altri orfanelli lo sfottono. Ovvio che cresci come un disadattato e da grande sfoghi i tuoi rancori repressi su giovani donne straniere e bellissime. Non fa una piega! Nel frattempo, l’ispettore lupo solitario Enzo Avolfi, si porta appresso nelle indagini la sorella dell’ultima vittima (presumibilmente ancora viva) e si scopre, in uno sconcertante dialogo in un bar, il passato oscuro dell’imperscrutabile ispettore: è la brutta copia di Dexter. Solo questo basterebbe per ridere come se non ci fosse un domani. L’espressività del buffo killer Giallo mi ha ricordato perfino i Monty Python in E ora qualcosa di completamente diverso. Nel film c’è uno sketch, Le nonne del diavolo, in cui un trio di vecchiette delinquenti terrorizza la città. Giallo si esprime esattamente come le Hell’s Grannies, solo con molte più parolacce. Mi sembra chiara l’ispirazione ai comici inglesi, soprattutto nel momento ad altissima tensione in cui Giallo lotta con l’ispettore e la sorella della ragazza sequestrata, una specie di strattonamento surreale al limite del grottesco, che se si fosse concluso con una pernacchia del mostriciattolo itterico sarebbe stato da standing ovation.
Peccato che I Monty Python fossero dei geni dell’ironia, mentre il Darione nostro millanta di essere il Re del brrrrrivido. Un’altra osservazione che rimanda ineluttabilmente ad una realizzazione comica accidentale è la trasformazione della faccia di Brody nel serial killer. Ora, io rabbrividisco nello scoprire che la responsabilità della faccia da ebete di Giallo sia di Sergio Stivaletti. Pure tu, caro Stivaletti, se non hai più voglia, perché non ti dedichi all’ozio? Tu nei trucchi e negli effetti speciali eri uno in gamba, non mi scorderò mai di Fantaghirò soprattutto grazie a te. Passi La Sindrome di Stendhal, passi Non ho sonno (che per la cronaca lo salvo dalla gogna), passiamo oltre perfino a Il Cartaio. Ma con Giallo si esagera, i miei bambini a scuola sono in grado di creare mostri più spaventosi seguendo le istruzioni di Art Attack.
Direttamente dal Grande Bluff: Luca Barbareschi!
Come hai potuto creare uno sgorbio somigliante a Luca Barbareschi, solo tu lo sai. Sappiamo che l’apoteosi dellammerda la raggiungerai con Dracula 3D, di cui non voglio parlare, perché mi viene da piangere e mi strappo i capelli solo all’immagine della mantide verde fosforescente. Ma ti sei fermato un momento a guardare la maschera di Brody? Vuoi dirmi che non ti sei rotolato dal ridere per giorni? E se ciò non bastasse, parliamo dell’inaudita trama musicale di Marco Werba, la quale mi frantuma le ginocchia, facendomi cadere genuflessa supplicando pietà. Eppure il Fanta-Horror Award lo ha premiato come miglior colonna sonora.
Mi piace pensare che l’illustre Dario Argento, quando sarà sul letto di morte, ci svelerà di averci perculato tutti da Opera in poi. Che lui invece di farci cagare sotto dalla paura voleva farci morire di crepacuore dalle risate. Fingendo di essere il maestro dell’horror perché faceva più superstar. Purtroppo, tendo a credere che sia una mera illusione. Vedo Darione spiegare le scene da girare convinto più che mai di essere ancora un maledetto genio. E allora torna a crescere in me l’indignazione, specialmente per la cattiveria con cui viene maltrattato il cinema d’autore nostrano (ogni riferimento a La Grande Bellezza è puramente casuale), mantenendo un mistico servilismo nei confronti di chi un tempo fu gigantesco, ma da più di un ventennio a questa parte andrebbe gentilmente accompagnato alla lungodegenti. Vergognatevi, sudditi.
Tuttavia, Giallo funziona perfettamente come antidepressivo, tanto quanto quella puntata dei Griffin in cui vomitano per la torta.
Quindi lo terrò sul mio hard disc, non si sa mai.