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Giallo indiano, un romanzo di Carlo Moiraghi

Creato il 21 maggio 2021 da Gliscrittori
Giallo indiano, un romanzo di Carlo Moiraghi

Libri Comunicato stampa. Giallo indiano (Noi Edizioni), un romanzo di Carlo Moiraghi. Un libro che rimanda all’Oriente, al colore della terra e del sole, e alla suspense del thriller.

Sparano dalle parti della spiaggia, tre, quattro, cinque colpi d’arma da fuoco, altri ancora, chi li conta più? Non so se siano di fucile, di pistola o di che altro, sono i primi colpi che sento sparare in vita mia, e li sparano a un mio caro amico, per giunta, che impressione, che orrore.
Voci concitate, ordini, militari che salutano battendo i tacchi sull’attenti, come fanno nei film, e partono di corsa.
Presidiano pensione, ristorante, strada, spiaggia, tutto.
Prendono con accanimento a smontare un’antenna parabolica montata nella veranda della stanza di Marco, la caricano insieme a un computer portatile su una jeep.
Passa il tempo.
Quello che pare un ufficiale, non so che grado abbia, mai saputo leggere le mostrine io, si avvicina a noi e ci chiede, ci comanda, di salire su una camionetta. Ha modi corretti ma seri, molto decisi. Ci portano alla Centrale di polizia di Mapsa.
Passiamo tre ore almeno seduti in attesa in un corridoio poi, invece di interrogarci, ci ricaricano in jeep e ci portano a Panjim. La faccenda si è fatta spessa davvero. Marco e io non abbiamo più scambiato parola, alla Centrale di Panjim ci hanno separato. Non capisco bene se ci abbiano o meno arrestati. È di certo e di gran lunga la giornata peggiore della mia vita.
Quando mi interrogano è pomeriggio inoltrato, sono esausta. Mostro loro il biglietto d’aereo di andata e ritorno. Sono in India da una settimana soltanto. Sono qui per prendere il sole e farmi dei bagni, non so niente di niente. Non conosco né Bazzoni né quell’altro che voi state cercando. Sto bene attenta a non nominare mai Federico. Ero da Martha’s a cercare una stanza, questo è tutto.
Chi mi interroga mi fa osservare che è ben strano che io e il Bazzoni e l’Allasca non ci conosciamo, dato che siamo tutti e tre della stessa città. Passo ore a convincerli, Milano ha quasi due milioni di abitanti, e io in tutto avrò dieci, quindici amici. È la verità.
È sera da tempo quando mi dicono che me ne posso andare. Esco, Panjim fa schifo, il Righi me l’aveva annunciato. Non so dove andare, cerco di capire se mi stanno seguendo, forse, anzi certo, sono in paranoia spianata. Come si fa a sapere se si è in paranoia, o se si è alle prese con dei rischi reali? Devi domandarlo a qualcuno, a un amico, a un medico, da sola non lo puoi scoprire. Amen.
Mi aggiro per stradine ricolme di spazzatura e detriti senza neppure badare né a dove metto i piedi né a dove vado. Sono tutta imbrattata, proprio io che di solito sono così schifiltosa. Sto perdendo il controllo.
Realizzo che in pratica non mangio nulla da ieri sera. Salgo su un taxi e ritorno dove si è scatenato l’inferno, ad Anjuna.
Cos’altro mai potrei fare?
Dovrò pure sapere cosa è successo a Federico Allasca. Vorrei anche incontrare il Bazzoni, dov’è finito?
Arrivo da Martha’s che è buio, le porte delle due camere sono ancora spalancate, entro in quella di Marco. Un militare di guardia non mi ferma, anzi, saluta.
C’è totale disordine, hanno rovistato anche qui.
Del Bazzoni neppure l’ombra, certo, ha voluto fare il gradasso con la balla di Palolem e adesso l’avranno arrestato.
Mi sdraio sul letto, mi sorregge una sola certezza: Federico Allasca, se è scampato alle pallottole come spero, quando lo incontro lo impicco io a una palma, e suo padre, quel losco figuro che mi ha spedito da sola in questa gabbia di matti, se mai me lo ritrovo davanti lo strozzo con queste mie mani, questo è poco ma è sicuro.
Provo a chiudere le palpebre, anche se so che passerò una notte d’inferno, fatta di palpebre spalancate e di incubi, invece mi addormento di sasso, e dormo come un neonato.
Valli a capire gli imprevisti del conscio e dell’inconscio.
Carlo Moiraghi, Giallo indiano

Copertina del libro

Giallo indiano

di Carlo Moiraghi
Noi Edizioni
Narrativa 
ISBN 978-8832128888
cartaceo 25,00€

Sinossi

Il giorno di Pasqua 1998, dopo un ennesimo episodio di incomprensione familiare di fronte alla placida baia di Sestri Levante, Federico, studente universitario in rotta con il padre e con la madre patria, decide di lasciare al più presto Milano e di ritornare clandestino in India. Sbarcato sotto falso nome all'aeroporto di Bombay viene riconosciuto dalla polizia indiana ma riesce a darsi alla fuga. Accusato di attentati dinamitardi e del rapimento di una ragazza indiana, il giovane è presto braccato sulle strade di Goa. La solitaria vita alla macchia consuma. Il romanzo rimanda ad un tempo alla tinta principale dell’Oriente, il colore della terra e del sole, e alla suspense, al poliziesco, al thriller. Nel ragazzo arrabbiato, radicato nella diversità, difficoltà e crisi hanno ormai avviato una lacunosa ma certa evoluzione, proprio qui prende forma un inatteso aiuto. Nel contesto di un’ibridazione storica e culturale con l’India, Giallo indiano si rivela cammino evolutivo ad un tempo esteriore e interiore, narrazione di formazione diretta ad una serena e fertile accettazione delle proprie radici e della propria dimensione vitale.


Carlo Moiraghi

Carlo Moiraghi

Carlo Moiraghi è medico chirurgo, agopuntore, omeopata, psicoterapeuta. È Presidente di ALMA (Associazione Lombarda Medici Agopuntori), Direttore della Scuola ALMA di Agopuntura,e della Scuola ALMA di Qigong e taijiquan, Vicepresidente di FISTQ (Federazione Italiana delle Scuole di Tuina e Qigong), delegato di FISA (Federazione Italiana delle Società di Agopuntura) per la Regione Lombardia, membro della Commissione per le Medicine non Convenzionali dell’Ordine dei Medici di Milano, Vicepresidente di AGOM (Agopuntura nel Mondo). Ha all’attivo numerose pubblicazioni di testi cinesi classici e oltre una dozzina di libri di saggistica, manualistica, narrativa.
Nella Collana Tratti di Noi Edizioni ha pubblicato il saggio Siddharta e il Sutra di Diamante (2019).

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