“Milano non è solo la città di omicidi storici, di disastri, di criminalità organizzata, ma ha anche un altro volto: quello umanitario, vicino alle vittime e che aiuta la scienza a salvaguardare e a difendere la dignità umana e la giustizia” Cristina Cattaneo, “Milano, tra delitti e diritti”.
Agli appassionati di “storie criminali” vorrei segnalare una raccolta di 11 racconti, a cura di Massimo Polidoro e pubblicata a fine aprile 2015 da Edizioni Piemme, nella collana True. Alcuni fra i più brillanti scrittori noir, ispirandosi a fatti di cronaca realmente accaduti, rivisitano gli eventi di un passato remoto oppure recente. Casi che sono passati in sordina, o che hanno stimolato a lungo la curiosità della gente.
Un’antologia tutta italiana, quella di “Giallo metropoli”, che narra storie accadute a Milano, una città che non si è fatta mai mancare nulla dal punto di vista della cronaca nera.
Inutile mentire: i delitti appassionano, adesso come un tempo. Perché è nella natura dell’uomo essere attratto da tutto ciò che fa paura e che razionalmente respinge.
Ogni autore ha scelto un fatto di cronaca e lo ha romanzato, donando al lettore un piacevole racconto, attraverso il quale ricordare, oppure apprendere.
Alcuni partono da inizio XX secolo, come per esempio il caso del ragionier Olivo, all’epoca paragonato addirittura a Jack lo Squartatore; oppure dagli anni Settanta, che diventano teatro dei sequestri di Renato Vallanzasca, il bandito “bello e dannato” che ha fatto impazzire le donne; per poi giungere agli anni Novanta col mistero del suicidio di Raul Gardini; fino ai giorni nostri, con lo schianto dell’aereo sul Pirellone. E questi sono soltanto alcuni degli argomenti trattati, ma ve ne sono molti altri.
Certo, le rapine hanno sempre una grande eco sull’immaginario collettivo, ed infatti banditi e furti colossali sono gli argomenti più gettonati in quest’opera che, sempre sul filo della tensione, lascia un senso di profonda inquietudine. Perché fa comprendere che il mondo in cui viviamo è sicuramente “malato”, ma nemmeno quello di una volta era da meno. Semplicemente, sono passati tanti anni, e forse abbiamo un po’ dimenticato.
Ogni autore, attraverso il suo personale stile, descrive i fatti secondo inclinazione. Alcuni racconti sono crudi, immediati, basati sui dialoghi e arrivano subito al sodo. Altri sono più cinematografici, tanto che sembra di guardare un film. In alcuni rari casi, il linguaggio si “addolcisce”, fino a risultare poetico.
Fra tutti, vorrei citare “Una nuvola rosa” di Luca Crovi, che parla del disastro di Seveso, un paese vicino a Milano. Il 10 luglio 1976, da una fabbrica si verificò la fuoriuscita di una nube di diossina, una delle sostanze chimiche fra le più tossiche. Questo racconto è anche il mio preferito, perché è narrato da un bimbo di 8 anni che ha vissuto in prima persona la tragedia. L’autore è stato molto bravo a creare questo personaggio e a raccontare un evento di portata catastrofica attraverso gli occhi di un bambino, che non ne capisce nell’immediato la gravità. È riuscito a filtrare uno scenario di morte attraverso un’anima “pura”, che lo racconta come fosse una favola.
“Duemila e ottocento” di Nicoletta Vallorani, come dice il titolo stesso, è quasi una ballata. L’opera è dedicata a Lea Garofalo, testimone di giustizia e vittima della ‘Ngrangheta, uccisa il 24 novembre 2009. Uno struggente omaggio a questa donna coraggiosa che ha pagato con la vita.
“Così sono finita in questo campo, sotto queste stelle. Molta polvere è già volata via. Per chi verrà, sono quello che resta. Duemila e ottocento frammenti d’osso. Un chilo e mezzo di cenere. Un respiro. Uno sguardo. E voce. Che non tace”.
Sì, è vero, la città di Milano è stata scenario di efferati delitti e di cruenti fatti di cronaca. Ma la capitale lombarda non è solo questo. È anche arte, bellezza, moda.
E quasi a voler “incoraggiare” questa città, troppo spesso bistrattata e limitatamente descritta sotto un cielo pallido ed inquinato, i proventi dell’antologia andranno all’organizzazione umanitaria Soleterre – Strategie di Pace Onlus. Quest’ultima si prodiga per garantire i diritti inviolabili degli individui in condizioni di vulnerabilità, con progetti e attività che si estendono in ambito sanitario, psico-sociale, educativo e del lavoro.
Una Milano solidale quindi, vicina alla gente che soffre, che, come tutti i punti nevralgici di una certa rilevanza, ha i suoi pro e i suoi contro.
A tal proposito, “Giallo metropoli” si rivela una lettura davvero interessante e merita tutta la nostra attenzione.
Written by Cristina Biolcati