Ma questa rivoluzione - anch’essa attuata contro il potere prendendo il potere, come ora tenta di fare Renzi - fallì. E qui si situa la parte più appetitosa dell’articolo. Il giovane sindaco sta profittando dei “sentimenti di rivolta insensibili ai tradizionali schieramenti politici” manifestati dal popolo: “Ecco perché l’asse della divisione italiana non si situa più in quello orizzontale, fra destra e sinistra, ma in quello verticale, tra innovazione e conservazione”. Ed anche l’Europa favorisce il nuovo governo, perché se non si trova una soluzione innovativa, per l’Italia, è in pericolo l’intero continente. Renzi conta su tutto questo “per sconfiggere le reazioni corporative, già annunciate, sia nel suo partito, sia nel sindacato, che tenteranno di bloccare le riforme”. Ma è probabile che contro tutte queste forze egli fallisca. E a questo punto potrebbe andare alle urne e vincere.Così si conclude l’articolo. E mentre è molto brillante la distinzione fra opposizione orizzontale ed opposizione verticale, poi La Spina ci delude perché non dice quali conseguenze ciò avrà. Soprattutto dal momento che è lecito dubitare che ne avrà. Infatti mentre l’opposizione tra destra e sinistra si traduce nel paradigma “ciò che l’uno non ha saputo fare, l’altro forse saprebbe farlo”, e da questo l’alternanza delle due fazioni al potere, l’opposizione fra innovazione e conservazione non è netta. Non è che il popolo sia per l’innovazione e l’establishment per la conservazione, o viceversa: le posizioni sono presenti in ambedue i campi e purtroppo la tendenza di gran lunga prevalente è quella della conservazione. La Spina dimentica la vicenda della Riforma Fornero e dell’art.18: in quel caso, col sostegno unanime della sinistra e della destra, l’establishment tentò una riforma coraggiosa: e chi la fece fallire, se non la rivolta popolare interpretata dalla Cgil? Dunque è il popolo la Corte di Cassazione di queste vicende. È il popolo che a volte si oppone alle riforme.Renzi si illude se pensa che, proponendo riforme coraggiose, avrà il sostegno della gente. Questa infatti sosterrà le riforme che riterrà contro la casta dei bramini; sosterrà anche quelle elettorali e costituzionali, perché ininfluenti sulla sua vita quotidiana, ma protesterà fieramente contro quelle che, a torto o a ragione, riterrà a sé nocive. Contro questo blocco, nutrito da anni di demagogia, disinformazione e mitologia economica, neanche Ercole potrebbe prevalere. Si tratterebbe di cambiare la mentalità degli italiani in senso meritocratico e di spietata responsabilità personale. E in troppi ne sono visceralmente alieni.C’è poi un secondo limite, all’innovazione auspicata nell’articolo: l’oggettiva situazione dell’economica. Diversamente da quanto tanti sembrano credere, non si tratta di dare alcune direttive o di darne altre: il problema è aritmeticamente insolubile. Lo Stato è gravato di troppi pesi e a sua volta grava di troppi pesi i contribuenti; la nostra produzione non è competitiva ma i nostri lavoratori guadagnano già poco, quando non sono disoccupati; tutti vogliono le riforme ma nessuno vuol esserne toccato, e questi circoli viziosi ci tirano sempre più giù.Naturalmente si parla lo stesso di spending review, di taglio alle spese, di riduzione di costi, di dimagrimento dello Stato, e si dimentica che per decenni ci hanno provato tutti i governi, senza riuscirci. Qualcuno dovrebbe chiedersi perché, e probabilmente l’ovvia risposta è sempre nelle aspettative del popolo italiano per il quale “bisogna tagliare, ma non qui”.La Spina conclude sostenendo che, se il popolo italiano rimanesse deluso e ritenesse ciò una conseguenza dell’azione di chi si oppone al governo, Renzi potrebbe ricorrere alle urne ed ottenere una notevole vittoria. La cosa è possibile. Ma non si vede che cosa cambierebbe. Che cosa potrebbe fare di diverso il Primo Ministro, dopo quella vittoria, rispetto a ciò che sta facendo ora? Si può reputare utile che tenga il volante un autista di sinistra o di destra, un autista conservatore o innovativo, ma se il motore è fuso la discussione è oziosa.1 marzo 2014
Gianni Pardo,http://feeds.feedburner.com/BlogFidentino-CronacheMarziane