Situata nel mare Caraibico, circa 150 km a sud di Cuba e 190 km a ovest dell'isola Hispaniola, la Giamaica copre una superficie pari a 10991 kmq. Orlata da brevi fasce costiere pianeggianti, l'isola è attraversata per tutta la sua lunghezza, da ovest a est, da una catena montuosa che raggiunge la massima altitudine nella sua sezione orientale (Blue Mountain Peak, 2256 metri). Per effetto della vicinanza dei rilievi al mare, i numerosi fiumi e i torrenti hanno un corso breve e impetuoso. I tre più importanti sono il Minho, il Cobre e il Yahhahs. Il clima, caldo e umido nelle regioni costiere, è invece sempre più mite a mano a mano che ci si sposta verso l'interno. Le temperature medie sono addolcite dai venti oceanici; le precipitazioni sono irregolari.
La Giamaica è geograficamente posta in una zona a rischio: è soggetta infatti a movimenti tellurici e a sismi anche di una certa intensità, ricordiamo il terremoto del 1692 che distrusse Port Royal. L'isola è anche situata sulla rotta dei cicloni tropicali che non di rado, al loro passaggio, investono il territorio con estrema violenza. La vegetazione varia dalle mangrovie delle regioni costiere alle fitte foreste che ammantano invece i rilievi, fino ad arrivare agli arbusti spinosi (cactus) delle zone più aride.
La grande maggioranza della popolazione è costituita da neri e mulatti. La religione predominante e quella anglicana, praticata dal 70% della popolazione, il 10% invece pratica la religione cattolica. La lingua ufficiale è l'inglese ma quella effettivamente parlata è una sorta di dialetto ispirato alla lingua britannica. La capitale è Kingston un attivo porto e centro industriale.
Kingston è situata in una posizione molto pittoresca, sulle pendici dei Monti Azzurri e su una vasta baia naturale. In seguito ad un forte terremoto, essa subì gravissimi danni nel 1970; è però oggi, un importante centro commerciale.
Cenni storici.
Scoperta da Colombo nel 1494, l'isola di Giamaica, in un primo tempo denominata Santiago divenne una delle basi di partenza spagnole per la conquista dell'america. Successivamente il suo territorio venne diviso tra alcuni grandi latifondisti che lo misero a coltura servendosi di schiavi africani. L'isola non conobbe pertanto una diffusa colonizzazione e nel 1655, quando venne occupata dagli Inglesi, risultava ancora scarsamente popolata. Successivamente la sua popolazione andò aumentando sino a farne oggi il territorio al quale spetta il primato della densità demografica nei Caraibi.
Il processo costituzionale verso l'indipendenza, iniziato nel 1944, sembrava destinato a evolvere nell'ambito della Federazione delle Indie Occidentali. L'opposizione di alcuni gruppi politici fece fallire il tentativo federativo, e il 6 agosto 1962 Giamaica proclamò la propria indipendenza, rifiutando di legarsi alle più piccole e povere isole vicine. In questi anni, la nota dominante della vita politica del piccolo Stato è rappresentata dalle tensioni sociali e dagli scontri tra le varie fazioni. I più gravi problemi che assillano l'isola sono tutti riconducibili all'esplosione demografica che ha annullato i pur non trascurabili progressi compiuti dal paese soprattutto in campo industriale.
Base dell'economia rimane però l'agricoltura, oppressa dai tradizionali mali del latifondo e della monocoltura. Pur avendo predisposto un progetto di vasta riforma agraria, il Jamaica Labour Party, al potere sin dall'indipendenza, non ha mai provveduto a realizzarla per i gravi costi che comportava. Ciò ha contribuito ad aumentare la disoccupazione e il malcontento popolare. Facendo leva su tale malcontento, il Partito nazionale del popolo, capeggiato da Michael Manley, è riuscito a sconfiggere il partito labourista nelle elezioni del febbraio del 1972. Per quanto scarse siano le differenze ideologiche tra i due partiti e, anzi, in origine il Partito nazionale del popolo fosse il rappresentante delle classi medie e dei ceti urbani, esso attualmente si presenta su una piattaforma più avanzata rispetto a quello labourista, al quale rimprovera di aver consegnato al capitale statunitense le maggiori fonti di ricchezza del paese. Sotto la spinta dei gruppi di intellettuali presenti nel partito, il nuovo governo, pur senza assumere una linea troppo radicale, ha adottato una politica di avvicinamento ai paesi del Terzo Mondo.
Il paese ha un ordinamento democratico parlamentare: il potere legislativo spetta al Parlamento bicamerale composto da una Camera dei rappresentanti e dal Senato. Il capo del governo è il primo ministro. Il potere giudiziario è amministrato da organi quali la Corte suprema, la Corte d'appello e i tribunali d'istanza.
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