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Giambattista Zelotti, l’emiliano

Creato il 19 ottobre 2015 da Micheledanieli

zelotti scuola emiliana dorotheum

Comincio a pensare che da Dorotheum non circoli poi tutta questa furbizia (vedi il post precedente).
Vediamo questo affresco strappato:

Emilian School, late 16th Century
An Allegory of Gluttony
fresco, detached and laid down on canvas, 125 x 227 cm, unframed

Ma che significa “Emilia fine Cinquecento”?
Annibale Carracci? Agostino? Bartolomeo Cesi? Ercole dell’Abate?
Mi sembra che siamo tragicamente fuori strada.

A me sembra una cosa tipica del buon vecchio Giambattista Zelotti, artista bellissimo, (quasi) mai geniale ma sempre piacevole.
Non ho qui in casa il libro della Brugnolo Meloncelli (se caso mai qualuno…), né tanto meno il libro sugli affreschi delle ville venete del Cinquecento di Pavanello e Mancini (se caso mai qualcuno…), ma posso pescare dalla mia fototeca personale questo bellissimo affresco di villa Godi, a Lugo di Vicenza:

zelotti lugo godi

Con lo stesso identico modo di trattare l’anatomia, a metà strada tra Michelangelo e Veronese.
O se vogliamo, come il Veronese giovane, quello del quadro per il Duomo di Mantova.
Per carità, alla fine del Cinquecento questo treno passerà davvero anche dall’Emilia, ma in forme diverse. Qui, ad esempio, non c’è traccia di Correggio, che sta alla base di tutto il Seicento emiliano.
Ma qui andiamo sul difficile.
Che poi, neanche tanto difficile per chi dovrebbe essere del mestiere…



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