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Giampiero Ingrassia, novello dottor Frankestein: «Sono il continuatore della ditta di famiglia»
Creato il 04 febbraio 2013 da MariellacarusoFiglio d’arte, cresciuto a pane e teatro, si considera come il «continuatore della ditta di famiglia» “aperta” nel Dopoguerra da papà Francesco, in arte Ciccio, compagno di scena di Franco Franchi e attore anche per Federico Fellini. Giorno dopo giorno, Giampiero Ingrassia, attore versatile che si presta alla televisione, dove è stato tra gli interpreti della serie Classe di Ferro, al cinema, al teatro, somiglia sempre più a papà Ciccio. Specialmente adesso che, per diventare il dottor Frederick Frankestein nella versione italiana del musical Frankestein Junior, del quale svestirà i panni il prossimo 21 aprile a Reggio Emilia, si è fatto crescere i capelli. «Più che altro – dice Giampiero a Vero Tv - sembro papà nell’Esorciccio e se ne sono accorti in tanti».
In Frankenstein Junior ti misuri con un mito.
«Non con uno, con due miti: il film di Mel Brooks e Gene Wilder che è una cosa da prendere con le pinze. Infatti io rimango Giampiero Ingrassia e sto più sul personaggio del dottor Frederick Frankenstein, è impossibile il confronto con Wilder. Naturalmente tutti ricordano la flemma e lo humour inglese di Wilder/Frankenstein che è quello che ripropongo io certamente non scimmiottando o copiando l’originale anche perché il musical rispetto al film ha dei ritmi più serrati».
Quante volte hai visto il film di Mel Brooks?
«Infinite volte. È uno dei miei cult. La prima volta lo vidi al cinema con mio papà e mia mamma. Allora non capii a fondo la genialità di Mel Brooks, ma mi innamorai subito di Wilder. Molto presto, però, diventai un fan di Brooks. In seguito ho comprato Frankenstein Junior in cassetta, dvd e adesso pure in blu ray. Qualche anno fa ho preso anche il dvd del musical di Broadway».
Quindi non ci pensato molto prima di accettare la proposta di essere il protagonista della versione italiana del musical della Compagnia della Rancia?
«Dalla proposta al sì sono passati più o meno tre secondi. L’anno scorso mi chiamò Saverio (Marconi, il fondatore della Compagnia della Rancia nonché regista, ndr) mentre ero impegnato in Stanno suonando la nostra canzone. Mi ha detto: “L’anno prossimo facciamo Frankenstein Junior, ti piacerebbe essere dei nostri?”. La mia risposta immediata è stata: “Dimmi dove devo firmare”.
Questo look da Frankestein, come detto, ti rende molto simile a tuo padre Ciccio, un altro mito con il quale confrontarti?
«Sono convinto che se papà fosse ancora qui sarebbe molto contento di questa trasformazione e di questo musical perché lui adorava il film. Invece non ho mai sentito il peso del confronto con mio padre. Considero il mio lavoro come una continuazione della “ditta Ingrassia”, un po’ come fossimo dei calzolai o dei panettieri, un semplice passaggio di testimone tra padre e figlio».
Che padre era Ciccio Ingrassia? E che padre è lei con sua figlia Rebecca? E’ vero che l’aiuta nello studio dei copioni?
«Mio padre era fantastico. Mi dava tantissima fiducia. Grazie a lui sono riuscito a fare tantissime cose perché ho scelto di farle. Io con mia figlia, che adesso ha 10 anni, sono molto apprensivo. Però voglio che abbia un’apertura mentale abbastanza ampia: la porto a teatro, sin da piccola le ho fatto ascoltare tanta musica, dalla classica al rock fino all’heavy metal, senza però essere invasivo. Adesso vorrei portarla a un concerto. Penso di essere un buon padre, almeno per ora. In seguito vedremo perché i figli crescono e sono cavoli. Ed è vero che mi aiuta nello studio dei copioni: questo di Frankenstein lo conosceva a memoria dopo tre giorni e mi correggeva sempre».
La televisione l’ha abbandonata completamente?
«Mi sono sempre tenuto delle parentesi con le fiction come Classe di ferro o con la conduzione, che non è il mestiere. Essendo molto impegnato in teatro, e volendolo fare, il tempo è ridotto».
Se avesse il tempo, cosa le piacerebbe fare?
«Mi piacerebbe condurre un programma di musica, un po’ com’era Matinée su RaiDue oppure entrare nel cast di una fiction di qualità».
Rai5 manda il teatro in prima serata il sabato sera, operazione nostalgia o valida promozione?
«Mi pare una buona iniziativa, un bel ritorno, anche se il teatro va visto in teatro. Però potrebbe incuriosire qualcuno».
C’è un personaggio di musical che vorrebbe fare?
«Il protagonista del Fantasma del Palcoscenico, musical tratto dall’omonimo film di Brian De Palma che non tutti conoscono. Anzi mi piacerebbe anche fare la regia».
E in teatro?
«Perdo il conto: Jean Valjean dei Miserabili, il fantasma del Fantasma dell’Opera anche se la mia vocalità non è adatta».
Nella vita, invece, Giampiero Ingrassia chi è?
«Una persona tranquillissima. In questo momento il massimo della trasgressione è starsene a casa a vedere un film sul divano coi popcorn. Sono molto più tranquillo, amo stare con mia figlia, andare a vedere gli amici in teatro. Sto riscoprendo il valore delle cose semplici. Ho 51 anni, non è più il tempo di andare in giro per locali. Tanto oramai quello che dovevo fare l’ho fatto… E l’ho fatto pure bene».
(Mia intervista a Giampiero Ingrassia pubblicata su Vero Tv)
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