Un ragazzo che sorride. Un sorriso luminoso. Un sorriso di speranza. Speranza infranta il 23 settembre 1985: alle 20.50 nel quartiere del Vomero a Napoli Giancarlo Siani, appena ventiseienne, giornalista, muore ucciso dalla camorra.
Che uomo sarebbe diventato quel ragazzo sorridente e coraggioso? Come vedrebbe il mondo oggi? Cosa scriverebbe?
Ricordarlo è un dovere per chi crede nell’onestà, nella giustizia, nel coraggio e nella libertà di pensiero.
“Puoi, cadere migliaia e migliaia di volte nella vita, ma se sei realmente libero nei pensieri ,nel cuore ,e se possiedi l’animo del saggio, potrai cadere anche infinte volte durante il percorso della tua vita, ma non lo farai ,mai in ginocchio ,sempre in piedi, potrai essere tu la nave ,il destino potrebbe riservarti di essere una grande nave ,che però può morire e naufragare ,andando per mari, e che dopo una tremenda tempesta, finire a picco nelle profondità degli abissi , ma il salvagente, in nome della giustizia ,gli onesti ,lo troveranno sempre…” (Giancarlo Siani)