Gianluca Casseri
Tredicidodici, il tempo d’avvento. Ruota di Firenze. Un uomo, Gianluca Casseri [nella foto], esce di casa in una tiepida e luminosa mattinata dicembrina, va al mercato in piazza Dalmazia, e decide di fare una mattanza. Un macello dal sapore premeditato, su cui nessuno può sindacare o estrapolare movente e genesi. Le vittime sono due senegalesi, mentre altri due connazionali rimangono feriti poco dopo, in piazza San Lorenzo. La terza vittima arriverà più tardi, e incarnerà la figura del carnefice. Si consuma tutto in poco tempo, illuminando il palco con una fine ad effetto, il suicidio di Casseri.
Inutile insistere sul fatto in sé, con giudizi scontati che andranno a psicanalizzare l’omicida e si rincorreranno in affannose frammentazioni del tessuto sociale, finendo nel sempre accogliente contenitore dell’indignazione. Più interessante, invece, cercare di guardare al di là della notizia, per addentrarsi nel fatato mondo della deontologia giornalistica. I titoli dei maggiori quotidiani nazionali, infatti, non hanno perso tempo nell’inquadratura politica dell’accaduto, come se fosse necessità ricollocare nell’arco istituzionale la degenerazione mentale.
La notizia rimbalza da redazione in redazione, raccogliendo parole e numeri: Firenze, San Lorenzo, sparatoria, morti, senegalesi, suicidio, estrema destra, CasaPound. Un climax che si allontana dal centro dei fatti, e che si espande. «Militante di estrema destra fa una strage al mercato di Firenze » titola il Corriere Della Sera, o «il killer vicino a CasaPound: “Ma lo conoscevamo appena”» come scrive Repubblica.
Evangelisti, Italia dei Valori
Facile immaginare come la polemica sia presto divampata, suscitando sdegnose reazioni, come quelle del presidente vicario del gruppo Idv alla Camera, Fabio Evangelisti: «La strage di Firenze è anche il frutto avvelenato prodotto da una cultura dell’odio e dell’intolleranza che l’estrema destra ha contribuito a diffondere nel Paese. I luoghi di ritrovo di neofascisti e neonazisti si sono moltiplicati nel corso degli ultimi dieci anni, con la colpevole omertà dei governi di destra. Gli stessi che per anni hanno attaccato i centri sociali, chiedendone ripetutamente la chiusura, hanno chiuso gli occhi sul proliferare di occupazioni di stabili da parte della destra, in particolare di CasaPound. I Gasparri, i La Russa, gli Alemanno e le Meloni ora tacciono perché non hanno parole. Da loro ora ci aspettiamo non le ovvie e scontate condanne, ma azioni politiche concrete per isolare gli estremisti e i violenti della destra. Presenteremo delle interrogazioni e chiederemo al ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri di monitorare attentamente le nuove centrali della violenza dell’estrema destra e tutte le sedi di CasaPound. Non si può continuare a chiudere gli occhi su questa pericolosissima spirale di violenza».
Insomma, in poche ore si cambia il tiro, partendo dalla tragedia e usarla come pretesto per denunciare violenza politica. La denuncia però è di una violenza dalla genesi univoca, secondo l’antica regola del bastonare una parrocchia al fine di risparmiarne un’altra. L’arte della denigrazione. Superata la diatriba di stampo novecentesco, quella degli opposti estremismi destra-sinistra nella quale ognuno di noi, prima o poi, si è trovato irrimediabilmente invischiato, la nuova era della strumentalizzazione mediatica impone la denigrazione di correnti portatrici di contestazione, o di pensiero alternativo.
Andrea Marcucci, Partito Democratico
Insomma, una presa di posizione netta, ma non sufficiente a scrollarsi la macchia ormai inevitabilmente identificata nell’immaginario. Le pressioni dell’identificazione su prototipo sono arma antica: lo sporco si incrosta immediatamente, e poi diventa difficile da rimuovere. La facile opinione è invece merce diffusa: il politico non perde occasione per accaparrare il voto denunciando violenza e alimentandone altra, riservata esclusivamente al popolo, che tira fuori l’intolleranza a comando. Come le dichiarazioni di Evangelisti, o come quelle del senatore Pd Andrea Marcucci: «Mi auguro che si possa capire in fretta dove si nasconda questa terribile violenza e che cosa sia giusto chiedere alle forze dell’ordine per tenere sotto controllo i luoghi dell’estremismo di destra. Purtroppo già in precedenza, fatti di minor gravità si sono registrati a Lucca, con violenze nei confronti di ragazzi di sinistra».
(Pubblicato sul “Fondo Magazine” del 9 dicembre 2011)