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Gianni Zonin Vineyards

Creato il 19 maggio 2011 da Dade_88
"Così oggi Gianni Zonin, al traguardo dei 190 anni di una vigna atavica, e alla vigilia di un Vinitaly dove sarà ancora presente come maggiore produttore italiano, avrebbe tutti i numeri per farsi vanto di un passato radicato nella storia. Ma l’uomo è diretto, franco e poco propenso alle mitizzazioni. “In realtà siamo stati poveri a lungo, come tutti i contadini veneti. Poi, negli anni Venti, uno zio ha avuto inventiva e io ho continuato la sua opera
"“In Piemonte, dove c’è gente pronta a lavorare anche il giorno di Natale. I piemontesi hanno il dovere nell’anima, sono dei soldati. Ultimamente a una cena aziendale hanno cantato con le lacrime agli occhi l’inno nazionale”."
Gianni Zonin Vineyards
Mi riconosco fiuto e voglia di crescere, ma anche una certa capacità di percepire il mercato. Perché il vino è anche una moda e i consumi si spostano ogni dieci anni circa. Quando ho cominciato, facevano furore i vini toscani, poi sono arrivati i piemontesi, poi i veneti con Soave e Valpolicella, poi i friulani e così via. In questi ultimi tre o quattro anni è esploso il Prosecco. Me lo sentivo e quando, dieci anni fa, l’ho fatto piantare nella mia tenuta in Friuli, mi hanno preso tutti per ubriaco o per rimbambito. E invece...”
Gli imprenditori che dovrebbero essere visti come esempio sono questi, gente che si è costruita da sola e ha dei sani valori, ma qui in Italia premiano gente come Tronchetti, cioè la mentalità del più furbo. Fottuto paese.
Articolo - L'Espresso
Vineyards

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