Giannis Antetokounmpo, visto dal vivo a Londra in occasione della gara della O2 Arena tra Milwaukee Bucks e New York Knicks, ha il viso candido di un bambino e il corpo che deve subire ancora l’ultima e definitiva formazione ma sotto sotto sa che il futuro della franchigia si basa tanto su di lui e su Jabari Parker, purtroppo assente in Gran Bretagna per l’infortunio al ginocchio che ha chiuso anzitempo la sua stagione. Giannis, “The Greek Freak”, era il giocatore più atteso e osservato tra quelli a disposizione di Jason Kidd, un po’ perchè greco e quindi europeo e quindi una sorta di prodotto locale del Vecchio Continente, e un po’ perchè il ragazzo sta crescendo in maniera esponenziale e con la sua simpatia contagia tutti, greci e non.
Antetokounmpo, che era a Londra con un clan di quasi 20 persone tra familiari (ha 4 fratelli, due più grandi, fra cui Thanasis dei Knicks, e due più piccoli), amici e il ct della nazionale greca, Fotis Katsirakis, è in continua crescita, sta lavorando tantissimo per migliorare nel suo gioco, soprattutto nel tiro, ma ha impressionato tutti per il suo corpo lunghissimo – vicino ai 210 centimetri per circa 100 kg – simile a quello di Kevin Durant, abbinato a coordinazione, rapidità, atletismo, istinti innati per il gioco e un ball handling sorprendente. Non va sottolineato il fatto che questo greco figlio di clandestini nigeriani nato il 6 dicembre 1994, ha praticamente iniziato a giocare seriamente nella NBA dopo essere stato scelto con la numero 15 assoluta del Draft 2013 dai Bucks al termine della stagione chiusa con il Filathlitikos, A2 greca, con quasi 10 punti, 5 rimbalzi e una stoppata di media in 26 gare totali.
Nella sua prima stagione, disastrosa per i Bucks che hanno chiuso col record di 15 vinte e 67 perse, Greek Freak ha comunque avuto buoni numeri, producendo quasi 7 punti, oltre 4 rimbalzi e quasi 2 assist, una stoppata e un recupero, numeri che sottolineano la sua capacità di fare tutto. Ha partecipato al Rookie Game, allo Skills Challenge – lo slalom cui di solito partecipano playmaker alla Steph Curry e non lungagnoni di 210 cm – e ha chiuso la stagione nel secondo quintetto ideale delle matricole. In questa stagione, dopo un’estate trascorsa con la nazionale greca con cui ha partecipato ai Mondiali in Spagna dove usciva dalla panchina, ha mostrato dei nuovi miglioramenti e le cifre non mentono: nella Milwaukee targata Jason Kidd, che viaggia a ritmo da playoffs a Est, Giannis sta producendo quasi 12 punti, 6 rimbalzi e 2 assist a sera, più un recupero e una stoppata in 28 minuti di media.
Le statistiche avanzate dicono inoltre che il suo PER (Player Efficency Rating) è cresciuto da 10.8 a 15.3, con la media NBA pari a 15, e che il suo Usage Percentage è passato dal 15 al 20%, a evidenziare il suo maggior coinvolgimento nei giochi di coach Kidd. Le statistiche però evidenziano anche i suoi limiti, che risiedono soprattutto nel tiro perimetrale, sia in catch and shoot, sia dal palleggio: è passato dal 35% al 20% da tre e da 1.5 a 0.6 tentativi a partita, segno forse che preferisce acquisire più certezza e fluidità prima di sparare a salve. A Londra l’abbiamo visto allenarsi tanto individualmente su questo fondamentale, da varie posizioni del campo, sia spot up, sia dal palleggio. Ma Giannis sta lavorando anche per costruirsi un solido gioco vicino a canestro perchè spesso è accoppiato con dei piccoli e così deve sfruttare i centimetri attaccandoli in post: nella gara coi Knicks si è visto anche qualche tentativo di tiro cadendo indietro con la gamba alzata a protezione “alla Nowitzki”.
Tutti a Londra hanno avuto belle parole per lui, da Kenyon Martin a Jason Kidd, che ha detto come possa starci il paragone con Scottie Pippen più che con un Kevin Durant, visto che per caratteristiche Giannis sembra destinato a diventare un grande terzo violino ma non una superstar che possa recitare il suolo di prima punta in una squadra. Greek Freak deve solo pensare a crescere e migliorare, stando lontano da tentazioni e dalla droga, facili imboscate per un ragazzo di 20 anni. Ma non per Giannis, che ai tanti cronisti che lo reclamavano a Londra, ha detto: “Sono arrivato nella Lega e non sapevo che aspettarmi ma sono quanto sono competitivo e voglio diventare più bravo possibile. Ho ascoltato i miei coach e sono convinto che il lavoro paghi. Tutti mi dicono che il limite è il cielo. Devo pensare a migliorare e lavorare duro, non so dove posso arrivare. Il mio obiettivo è diventare un All Star e giocare in una squadra vincente“.
Le idee di Giannis sono chiarissime, il tempo è dalla sua parte!