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Un tempo, però, era una squadra briosa e frizzante, grazie soprattutto alla presenza di un giocatore geniale, Takeshi Tatsumi. Giocatore che, di punto in bianco, ha “tradito” la squadra per seguire opportunità più ghiotte all’estero.
L’idea dei manager dell’ETU è quella di richiamare Tatsumi, che nel frattempo, in Inghilterra, è divenuto uno stimato allenatore, e di offrirgli la possibilità di guidare la sua ex squadra…
Erano quanti? 10 anni? 15, forse?
Insomma, erano davvero tanti e tanti anni che non mi innamoravo così tanto di un manga.
E per carità, di roba buona, di roba eccelsa, di roba “oggettivamente migliore” di Giant Killing ne ho letta.
Eppure questo fumetto ha saputo farmi azzeccare come non accadeva da tempo, come non succedeva da quand’ero poco più che adolescente e mi concedevo lunghe maratone di letture fumettistiche. Negli ultimi 3 giorni ho fatto letteralmente le ore piccole per recuperare i 136 capitoli (circa 15 volumi) usciti fin’ora sui siti manghistici “a scrocco” (in Giappone di volume ne sono usciti 27).
E sì, ne è valsa dannatamente la pena.
L’opera di Masaya Tsunamoto e disegnata da Tsujitomo è molto matura.
Il calcio, le partite, le tattiche messe in campo sono quanto di più realistico ci si può aspettare.
Scordatevi Holly e Benji, insomma; scordatevi catapulte infernali, tiri della tigre, drive shot e altre amenità simili: in Giant Killing si fa sul serio.
Scordatevela...
Quello che più colpisce del manga è la caratterizzazione a tutto tondo del mondo del calcio, e dei suoi problemi, delle sue dinamiche.
Non mancano discussioni manageriali, scontri a muso duro con la tifoseria, battibecchi e invide all’interno dello spogliatoio, filosofie e visioni di gioco diverse a seconda del tipo di allenatore, e così via.
Assistiamo a partite importanti, ricche di pathos, di colpi di scena, di stravolgimenti di fronte e di gol impossibili ma…”paradossalmente”, quella è la parte secondaria, la parte “ludica” del fumetto.
Takeshi Tatsumi è il protagonista principale: insondabile, istrionico, a tratti stravagante e strampalato, ha una visione di gioco e un occhio per i dettagli assolutamente impareggiabile. Riesce a capire al volo l’andamento delle partite, come impiegare i suoi giocatori al meglio, ma soprattutto riesce a capire bene cosa provano i suoi uomini, e quali sono i loro pensieri più profondi.
È un personaggio magnetico, irresistibile, verso il quale viene spontaneo fare il tifo.
Mister Tatsumi!
La squadra dell’East Tokyo United ha poi una serie di calciatori spettacolari.
Dal fantasista italo-giapponese Gino, perennemente annoiato, che quando decide di giocare sul serio è assolutamente imprevedibile, passando per il talentuoso Tsubaki, capace di alternare giocate superbe a momenti imbarazzanti a seconda del proprio stato d’animo, fino ad arrivare all’orgoglioso capitano Murakoshi, stimato dal club e dai supporters poiché è stato l’unico a non aver mai abbandonato l’ETU nei momenti più difficili della sua storia calcistica.
Le partite sono viste non solo attraverso gli occhi dei protagonisti in campo, ma anche – e soprattutto – da quelli degli allenatori e dei propri assistenti. Spesso sono vere e proprie partite a scacchi, dove la tecnica del singolo è un lampo di genio in grado di scombinare i “piani di battaglia”, poiché la tattica (e l’impostazione della gara imposta dal coach) è probabilmente l’aspetto più importante del gioco.
È un calcio adulto e realistico, quello di Giant Killing.
Non mancano le vittorie esaltanti, i pareggi sofferti, e le inevitabili sconfitte.
Si soffre davvero come se si stesse assistendo a una partita di calcio vera, si fa il tifo assieme ai supporters, si rimane a bocca aperta per una giocata ben riuscita e ci si rammarica per l’occasione sprecata.
E naturalmente, si fa la ola quando l’ETU segna. E ci dispiace quando sono gli avversari a fare un goal.
I disegni di Tsujimoto poi sono molto buoni e dinamici, quindi si riesce a seguire le azioni di gioco con molta facilità.
Giant Killing è il “classsico” manga che, come diciamo a Napoli, “vi farà azzeccare malamente”.
E se piace anche alle ragazze che schifano il calcio, ci sarà un perché…
Ad ogni modo, ringrazio Italo Scanniello per la segnalazione illo tempore. Qui sul blog, in forma molto veloce, ne avevamo già parlato. QUI
Recuperatelo, che ne vale davvero la pena… Appena ritorno nell'italico stivale, mi fiondo in fumetteria a comprarlo.
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