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Giappone e Russia cercano un punto in comune.

Creato il 09 giugno 2014 da Conflittiestrategie

 

[Traduzione di Redazione da: Japan and Russia Look for Common Ground | Stratfor]

Il recente riscaldarsi delle relazioni russo-giapponesi è emerso durante la crisi ucraina dato che il Giappone cerca di mostrare solidarietà con l’Occidente e la Russia corteggia una cooperazione economica cinese. Ma né Tokyo né Mosca vogliono perdere la rara opportunità di lavorare insieme ora che ognuno ha qualcosa di cui l’altro ha bisogno.

Il vice ministro degli Esteri giapponese Akitaka Saiki ha negato che il Giappone vorrebbe sospendere i negoziati con la Russia sulle controverse isole Curili meridionali per un trattato di pace, ha riferito la russa Itar-Tass il 12 maggio. Rumors precedenti hanno indicato che Tokyo avrebbe sospeso temporaneamente i colloqui nel mezzo del conflitto ucraino, secondo Kyodo News. L’ultimo round dei colloqui territoriali e di pace è iniziato ad aprile 2013 e fa parte della più ampia iniziativa tra Mosca e Tokyo per migliorare i rapporti per più ampi interessi di sicurezza nazionale ed economici.

Analisi

La Russia è in parte una potenza del Pacifico e ha sempre un interesse di base in difesa dei propri territori dell’Estremo Oriente, nonché il mantenimento di una mano nelle relazioni orientali. Il Giappone è una potenza tentacolare del Pacifico la cui posizione geografica contribuisce a spiegare la lunga ostilità tra i due – il Giappone diffida dei tentativi della Russia di proiettare la propria potenza dalla Siberia, mentre la Russia diffida della capacità del Giappone di bloccare il suo accesso marittimo (e potenzialmente via terra) al resto della regione. Sin dalla Guerra Fredda, Tokyo e Mosca hanno fatto varie offerte di rimuovere le barriere istituzionali per lavorare insieme; gli investimenti giapponesi nel gas naturale liquefatto Sakhalin-2, la maggior parte del quale è spedito in Giappone, è un esempio di cooperazione tra i due. Ma la controversa sovranità territoriale nel nord, così come la mancanza di un trattato di pace per rimuovere altri ostacoli politici, giuridici e regolamentari, hanno sempre interferito.

Negli ultimi anni, la Russia è diventata più interessata all’Estremo Oriente a causa della crescente necessità di diversificarsi lontano dall’Europa e attirare investimenti esteri per modernizzare la propria economia (e investire sulla crescita asiatica). Anche il Giappone è diventato più interessato a trattare con la Russia, perché ha bisogno di accedere a diverse, convenienti e affidabili forniture di risorse naturali per alimentare la sua economia avanzata, soprattutto dopo la sua chiusura nucleare nel 2011. Il consumo del Giappone non cresce più rapidamente della Cina, ma le grandi e relativamente stabili aziende giapponesi hanno i soldi e le conoscenze istituzionali per rendere le partnership commerciali attraenti per la Russia.

Per valutare la nuova opportunità di cooperazione, l’ascesa della Cina ha varcato la soglia di preoccupazione per i suoi vicini – il Giappone ha un nuovo slancio per risolvere una serie di controversie con la Russia, le due Coree e gli altri dirigono più attenzione alla Cina. La Russia cerca una varietà di percorsi energetici asiatici e di clienti, e vuole mantenere un equilibrio strategico-militare nella regione – non solo tra la Cina e l’alleanza con Stati Uniti, ma anche sempre più tra la Cina e i suoi vicini. La Russia ha esteso il dialogo a Giappone, Coree, Vietnam, Indonesia e India, con altre possibilità all’orizzonte.

Il commercio e gli investimenti non sono ancora in pieno boom

I due paesi hanno una buona ragione per mettere da parte i vecchi rancori, ma devono ancora affrontare dei limiti. Economicamente, i due partono da un basso livello di relazioni a causa di decenni di ostilità e restrizioni bilaterali. Il miglioramento delle relazioni negli ultimi anni non ha ancora portato a notevoli ritorni commerciali e di investimento. A parte l’impennata delle importazioni di petrolio del Giappone a seguito della chiusura nucleare, il commercio era quasi stagnante nel 2013. Inoltre, alla fine del 2012, lo stock di investimenti diretti del Giappone in Russia è stato di soli 2,7 miliardi dollari, paragonabile a suoi investimenti in Italia, Sud Africa e Nuova Zelanda, ma di gran lunga inferiore a quelli in Brasile 35 miliardi di dollari, in Cina di 93 o negli Stati Uniti di 287 miliardi. E i flussi di investimenti dello scorso anno non suggeriscono un innalzamento come seguito di qualsiasi distensione russo-giapponese – gli investimenti giapponesi in Russia in realtà sono scesi da 757 milioni a 447 milioni di dollari. La quota russa del totale di investimenti esteri del Giappone, ad un terzo di punto percentuale, è difficilmente cambiata negli anni (mettendo così la Russia con la maggior parte del resto d’Europa, mentre le quote di ASEAN, brasiliane e indiane di investimenti giapponesi sono cresciute). Così, mentre Tokyo e Mosca hanno grandi piani per il futuro del commercio e degli investimenti, in particolare nel settore dell’energia, questi piani rimangono ad uno stato iniziale di negoziazione.

Mentre i due negoziano nuovi accordi, le difficoltà economiche esistenti continueranno. Ad esempio, le aziende giapponesi si sono recentemente ritirate da un’offerta a lungo meditata per acquistare una quota del 10% di Yamal LNG dopo essere state superate dai cinesi, mentre altre aziende, come riferiscono, non hanno  raggiunto accordi con Rosneft nel corso di una riunione a marzo riguardo al potenziale upstream e downstream (di estrazione e raffinazione ndr). Le Ferrovie Russe a corto di liquidi hanno cancellato i propri piani di acquisto di trasporto ferroviario dall’estero, tra cui un accordo per acquistare un treno dalla giapponese Nippon Steel, per rinforzare le imprese nazionali. La dogana russa a Vladivostok ha anche aumentato il numero di auto e parti di automobili giapponesi sequestrate a causa della radioattività nel primo trimestre del 2014, una misura protezionistica che il Giappone teme fortemente. Per aprire la strada per legami d’affari più robusti ci vorrà del tempo.

Una disputa territoriale persistente

I profondi disaccordi strategici e le storiche divergenze non possono essere facilmente superate. La Russia sta continuando il suo piano dal 2011 per modernizzare le contestate isole Curili meridionali, che prevede l’aggiunta di ancora più veicoli militari e il miglioramento delle infrastrutture nei prossimi anni, secondo il ministero della Difesa russo. E’ improbabile che i russi cedano la loro base militare Iturup Island (conosciuta come Etorofu in Giappone), anche se dividere l’isola sarebbe concepibile. Eppure, resta da vedere se i giapponesi possano tollerare una soluzione in cui ricevono meno di tutto il territorio che reclamano, come la soluzione territoriale metà e metà che Putin ha organizzato con la Cina sulle isole Yinlong e Heixiazi. Senza la risoluzione delle controversie sulla sovranità, il trattato di pace si blocca in un limbo.

Inoltre, ostacoli a legami più stretti hanno recentemente iniziato a spuntare come conseguenza della crisi dell’Ucraina. Il Giappone si è unito agli Stati Uniti e alle potenze europee nell’imporre sanzioni alla Russia, anche se deboli, riguardanti i visti per 23 russi in Giappone. Il Ministro degli Esteri del Giappone ha annullato una visita, e le trattative per rilanciare gli investimenti in comune e attenuare le restrizioni sui visti sono state ritardate. Questi ostacoli hanno interferito anche con le relazioni di sicurezza più strette. Funzionari della difesa giapponesi hanno chiesto alla Russia di ridurre quello che chiamano un piccolo aumento “anormale” di voli di bombardieri vicino al territorio giapponese (anche se i voli non sono entrati nello spazio aereo del Giappone). Fino a poco tempo fa, il Giappone faceva decollare più jet ogni anno contro i russi che i cinesi, e mantenere un elevato ritmo su entrambi i fronti non è necessariamente auspicabile. C’è anche la possibilità che le esercitazioni navali russe con la Cina a metà maggio possano irritare Tokyo giungendo troppo vicino alle isole contestate con Pechino nel Mar Cinese Orientale.

Eppure, nonostante false partenze, ritardi e diffidenza, Russia e Giappone non sembrano ancora essere ritornati agli antagonismi precedenti. Nel trattare con l’Ucraina, entrambe le parti hanno suggerito che non vogliono provocarsi l’un l’altro eccessivamente. I russi sembrano aver spostato le esercitazioni navali con la Cina lontano dal territorio del Giappone; i giapponesi hanno imposto sanzioni deboli e hanno ancora intenzione di partecipare al forum di investimento a San Pietroburgo. Le due parti hanno mantenuto i contatti, nonostante le sanzioni legate all’Ucraina – il Consigliere per la Sicurezza Nazionale giapponese Shotaro Yachi ha visitato il Segretario del Consiglio di sicurezza russo Nikolai Patrushev due volte in altrettanti mesi per discutere dell’Ucraina, spiegando che mentre il Giappone si coordinerà con il G7 nel rispondere alla Russia, non taglierà il dialogo ufficiale con Mosca. In un momento in cui la Francia e la Germania rimangono riluttanti a confrontarsi con la Russia, il Giappone sa che può evitare di assumere un atteggiamento eccessivamente aggressivo.

In particolare, le due parti non hanno subito cercato di risolvere la maggior  parte dei loro contenziosi, i disaccordi relativi alla Seconda Guerra Mondiale sulla sovranità e la pace, ma piuttosto hanno avviato un dialogo aperto e contemporaneamente premono in avanti più velocemente su linee concrete di cooperazione. Alla fine, progressi in questi settori pratici possono aiutare a spianare la strada per risolvere i conflitti più profondi. Come accennato, il disgelo ha già portato a negoziati più promettenti consentendo esportazioni di gas naturale da Vladivostok GNL e potenzialmente Sakhalin-3. Le due parti prevedono anche una maggiore cooperazione sulla produzione di petrolio e gas siberiano, aumentando le esportazioni russe di carbone, una migliore navigazione e legami logistici, e una gamma di progetti agricoli e di produzione minore.

In un futuro più lontano, la Russia e il Giappone prevedono una pipeline da 16 a 20 miliardi di metri cubi da Sakhalin attraverso Hokkaido alla costa orientale giapponese. Entrambe le parti hanno preso in considerazione varie rotte per una tale pipeline insieme all’idea di estendere la Transiberiana al Giappone. La maggiore disponibilità della Russia a seguire i grandi progetti infrastrutturali dell’Asia Orientale (come la potenza del gasdotto siberiano che è probabile si inizi a costruire dopo la chiusura dell’accordo sul gas naturale con i cinesi), in combinazione con spostamenti del Giappone in investimenti all’estero, la propensione verso la Russia e la ristrutturazione del settore elettrico, tutto può iniettare più ottimismo in qualche versione di più stretti legami commerciali sul gas naturale. Nel frattempo, il lancio di colloqui regolari tra i ministri degli Esteri e della Difesa russo e giapponese nel 2013 ha portato a promesse di scambio di informazioni e di esercitazioni congiunte per prepararsi contro terrorismo, pirateria e minacce informatiche – tutte potenziali strade per ridurre la diffidenza.

Finché Tokyo e Mosca restano disposte ad affrontare i ritardi dovuti alle tensioni USA-Russia e rimangono impegnati in trattative verso insediamenti di frontiera e in un trattato di pace in qualche momento futuro, sembrano avere una migliore possibilità di negoziare progressi concreti in settori concreti. Nonostante la palese necessità della Russia per la partnership strategica con la Cina, il suo interesse a lungo termine nel ri-coinvolgere la regione Asia-Pacifico ha molto a che fare tanto con la copertura contro la Cina quanto con il beneficiare della crescita della Cina. Il perseguimento della Russia di una maggiore presenza in Asia orientale è una traiettoria strategica ed economica saldamente consolidata – così come lo è la necessità del Giappone di mantenere la sicurezza energetica e spostare l’attenzione dai suoi confini settentrionali con la Cina.

L’unica forza più in grado di far deragliare una più stretta cooperazione tra i due sono gli Stati Uniti, che rimane l’ancora di sicurezza nazionale del Giappone, ma è sempre più a disagio con le azioni della Russia in Europa. L’antagonismo USA-Russia può alla fine dividere Giappone e Russia, ma questa non è una conclusione scontata – si può invece aggiungere alle tensioni latenti nel rapporto USA-Giappone senza che Tokyo e Mosca si fermino dal realizzare i loro interessi comuni. A meno di un totale riallineamento globale, Giappone e Russia sembrano disposti ad affrontare ritardi e irritazioni nel perseguimento di comuni interessi a lungo termine.


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