Quello di Matsushima, era un bellissimo arcipelago di isole, la baia più bella del Giappone, che assieme all’isola di Miyajima e alle sabbie di Amanohashidate faceva parte delle “tre bellezze del Giappone”.
Matsushima, che significa Isola dei Pini, ha ispirato artisti giapponesi di ogni tempo e Matsuo Basho poeta e compositore di haiku la descrisse così: «Isole impilate a isole, e isole attaccate a isole. Sembrano proprio dei genitori che accarezzano i figli, o che li prendono per mano per andare a passeggio. I pini sono del verde più fresco, i loro rami si incurvano in linee squisite, piegate dal vento che vi soffia perennemente in mezzo».
Ora non esiste più. Migliaia di vite umane sono state perse nella regione di Miyagi disastrata, e con esse se n’è andato anche un pezzo di mitologia estetica nazionale, inghiottito dalla melma spietata creata dal terremoto e dallo tsunami. Poco lontano da qui la città di Sendai e la centrale atomica di Fukushima.
da La Stampa
Lasciar cadere gocce di rugiada / E’ il suo compito sferzante, bruciante / All’Isola dei Pini / E la fornace delle sue lacrime / Brucia inesauribile tutto l’anno. / Abitante della baia / Alle maniche ampie che / Raccolgono la rugiada / Prova a paragonare questo: / Un indumento notturno nascosto / Da dove possono raggiungerlo le vie delle onde.
Murasaki Shikibu (973-1014 o 1025), grande scrittrice medievale autrice della Storia di Genji, compose delle poesie dedicate a Matsushima
Hasui Kawase, 1883 – 1957
Futago Island, Matsushima from “Japanese Sceneries, Eastern Japan Series”, 1933
The National Museum of Modern Art, Tokyo