Ormai è diventata una droga, non riesco a fare molto durante la giornata, solamente stare attaccata al pc e guardare le immagini che passa il canale giapponese NHK, la mia salvezza in lingua inglese. Sì perché i canali italiani, oltre ad esagerare fino a toccare l’assurdo, sbagliano a dare le notizie e non ne prendono una neanche per sbaglio. Io non so qual è la verità, la sa solo il governo nipponico (… forse), noi non sapremo mai cosa è successo e sta accadendo a Fukushima, ma mi viene da fare una piccola riflessione.
Io dovevo partire per il Giappone, viaggio sognato e sudato fino all’ultimo centesimo. Vista la situazione mi è sembrato troppo rischioso e poco appropriato partire lo stesso, da una parte perché le notizie che si rincorrono di ora in ora si contraddicono l’una con l’altra e non si riesce a capire quale sia effettivamente il rischio di contaminazione, dall’altra perché non avrebbe senso visitare il Giappone con la paura che ti scorre nelle vene, che ti fa svegliare nel cuore della notte e ti fa venire voglia di scappare ad ogni piccola scossa. Per non parlare poi, dell’umore dei giapponesi … si sa, loro sono stoici, ne hanno passate di cotte e di crude, sono il popolo più coraggioso e forte che io conosca, ma nella realtà sono spaventati come tutti, anzi terrorizzati.
Leggendo su internet delle tante persone che si permettono di commentare il “caso Giappone”, mi viene il dubbio che scrivano l’opposto di quanto dicano i media in modo da andare contro corrente ed aprirsi una finestra di visibilità. Dicono “non c’è nessun problema, Tokyo va avanti come sempre, le persone vanno a lavorare tranquille, non c’è pericolo, i media esagerano sempre”. Solo il tempo ci dirà se veramente la stampa e la televisione hanno esagerato e pompato sulla questione radiazioni and co. ma io mi sento di dire una cosa. In questi giorni ho sentito - via internet - degli italiani residenti a Tokyo, alcuni di essi sposati con giapponesi. I datori di lavoro “minacciano” i dipendenti se non si presentano a lavoro e se scappano, vengono licenziati. Ora, forse noi italiani, che ammettiamolo, un po’ conigli ci siamo, saremmo fuggiti a gambe levate e “chissenefrega” del lavoro. I giapponesi però, hanno un altissimo senso del dovere, anche se sono impauriti e terrorizzati(con mio grande stupore – nella mia mente loro sono dei piccoli eroi degli Anime, senza macchia e senza paura), come mi hanno riferito , non vogliono lasciare il paese.
Non credete a tutto quello che vi dice una parte o l’altra, chi vi rassicura troppo o chi grida all’apocalisse (come il signor Oettinger ha affermato ieri). Se fossero vere entrambi le versioni, non ci ritroveremmo davanti questa situazione … nel primo caso i giapponesi non sarebbero così terrorizzati e le autorità non direbbero “chiudetevi in casa, non uscite e se lo fate girate con mascherine, guanti e al vs rientro buttate i vestiti e lavatevi accuratamente”, mentre nel secondo caso il Giappone avrebbe già fatto la fine di Atlantide.
L'ambasciata italiana inoltre, è piuttosto contraddittoria: prima afferma di non partire per nessun motivo per il Giappone, ma poi si affretta subito a dichiarare che comunque non c'è nessun pericolo.
Ed infine, ciliegina sulla torta, leggete una delle news del mattino:
11:55
Farnesina: "Costante coordinamento con Alitalia"
–
"Alla luce dell'evoluzione della situazione in Giappone, che il Ministro Frattini continua a seguire direttamente e senza soluzione di continuità, e con specifico riferimento alle indicazioni alla comunità italiana che con regolarità vengono assicurate dall'Ambasciata d'Italia a Tokyo, la Farnesina informa che prosegue - attraverso l'Unità di Crisi - il costante coordinamento con l'Alitalia per assicurare ai connazionali che non abbiano imprescindibili ragioni per rimanere la possibilità di lasciare, anche temporaneamente, il Paese". È quanto si legge in una nota del Ministero degli Esteri.
I CONNAZIONALI DEVONO LASCIARE IL PAESE, MA NOI SECONDO ALITALIA CI POSSIAMO ANDARE??? Forse mi sfugge qualcosa ....
Chiedo comunque scusa ai miei lettori se in questi giorni il mio blog, da finestra sull’effimero mondo della moda e lifestyle, è diventato un mezzo di sfogo e di riflessione su quanto accaduto nel Sol Levante. Credo che qualche giorno di “black-out” fosse necessario perché non mi sentivo di – fare finta di niente -.