Nella più antica tradizione shintoista il giardino deve rappresentare la natura, o meglio la sacralità della natura. Il giardino giapponese trova linfa anche in un periodo successivo, quando cioè il buddismo cinese influenza con le pratiche zen ogni aspetto della vita della grande isola. Per i giapponesi il giardino è sempre stato quindi una forma d’arte ma anche meditazione e religione rivolta alla natura. Fin qui per quanto riguarda il giardino tradizionale; attualmente i concetti fondamentali (derivanti appunto da shintoismo e buddismo) di simbologia della natura non sono stati dimenticati ma anzi trovano impiego nell’esecuzione dei più moderni giardini giapponesi, sia che si tratti di verde privato che per la realizzazione di grandi opere pubbliche. I migliori progettisti giapponesi attingono però anche dagli stili occidentali: inglesi e italiani per esempio, utilizzando bordi misti di erbacee perenni e arbusti da fiore, sempre però con un occhio di riguardo alla sobrietà dell’insieme.
Non solo: la moderna società giapponese è incalzante e frenetica, il lavoro, i rapporti umani, la cultura, il tempo libero, hanno ritmi che mal si conciliano con la tradizione del giardino più classica. Quindi adesso non sono pochi i giardini impostati per unire l’aspetto ornamentale a esigenze di scarsa manutenzione. I materiali tradizionali trovano tutt’ora impiego nei giardini moderni giapponesi, ma sempre più spesso sono utilizzati e sperimentati materiali alternativi come il cemento, il vetro, la ceramica, l’acciaio.