Honi soit qui mal y pense, dicevano quei libertini dei francesi. Ma l'italianissimo Giulio, che sa ben di quel che parla, più saggiamente si è sempre detto convinto che a pensar male forse si pecca anche, ma chissà perché ci si azzecca sempre, o quasi. Per cui, l'idea che dopo aver spazzato via il referendum sul nucleare con un colpetto di spugna, adesso possano trovare l'escamotage per far saltare anche quello sull'acqua pubblica ha solo il sapore della conferma.
Che vogliano tenerci lontani dai referendum, dal Quorum, giusto perché ci si dimentichi che c'è anche un terzo quesito: quello sul legittimo impedimento.
Io c'ero quel giugno del 1990, mentre si votava il referendum sulla caccia e sui pesticidi. Mi ricordo la maratona radiofonica di RadioPop per il BattiQuorum. E mi ricordo che piansi di rabbia, quando quel quorum si fermò lì, poco più su del 40%. Altri referendum, da allora, sono andati deserti. Ma la frustrazione di quella prima volta me la ricordo ancora.
Per questo, spero che finalmente la gente (strana entità, lo so) si renda conto di quanto ci stanno turlupinando. E finalmente incazzata, ma incazzata davvero, l'11 e il 12 giugno vada a votare. Per dare il segnale più forte, con l'unica arma che ha: quella della democrazia che stanno uccidendo giorno dopo giorno.