Gieky i cowboys e il miracolo di Natale

Da Guglielmomariakley

Era di Natale, nel 1973, eravamo tutti ad Alassio: famiglia Kley quasi al completo; io, Giacomo, Gianluca, Cristian, zio Giuliano, zia Gabriella e nonna Dina. E ovviamente…mamma e papà,

In corridoio, noi bambini giocavamo con i nuovi giocattoli caldi caldi di Gesù bambino, trovati nella notte sotto l’albero di Natale, addobbato alla meglio per l’occasione. Adoravamo gli indiani e i cow boy, i loro fucili e le pistole con le cariche scoppiettanti gialle e rosse, tonde come i tamburi o verticali, quasi agogniate quanto le pistole stesse, con le fondine e con cappelli, le bandane e i coltelli con asce, archi e copricapi piumati.

“Catafiu catafiu*, BANG BANG!!!!!”. Sparavamo con le pistole nuove: “AHHHHHHH maledetto nemico ti uccido…BANG BANG”,

chi tra noi si lamentava di morire troppo spesso, chi moriva spesso e troppo spesso si auto-resuscitava…un festoso  putiferio e ciarlare di bambini, liberi di giocare senza troppi freni da parte dei genitori…bellissimo; non ho un solo brutto ricordo di quelle riunioni di famiglia, neppure quando eravamo inseguiti da mio padre per essere malmenati, sempre ovviamente per “sacrosanti” motivi

Ad un certo punto, nel bel mezzo del gioco, Giacomo…per altro bravissimo a fare quello che moriva colpito dalle pallottole; “finge” un’ uccisione da Oscar, portandosi le mani alla gola diventando per giunta….anche…cianotico.

Le urla di noi bambini; dopo aver capito che quel tipo di interpretazione era fin troppo realistica, allertarono i nostri genitori, che si fiondarono sul povero Giacomo; comprendendo da subito la gravità della situazione mio zio, al volo, con la macchina più vicina a casa, si diresse con mio fratello e i miei all’ospedale dove venne immediatamente ricoverato d’urgenza per la completa occlusione delle alte vie respiratorie, provocata da un repentino rigonfiamento delle tonsille.

Giacomo vene bombardato di cortisone ( bentelan ) evitando per pochi istanti la tracheotomia…e il soffocamento.

Venne preso nuovamente per il rotto della cuffia.

Anche in questa occasione avrebbe potuto rimanere offeso.

Ci sono ancora le foto di quei momenti all’ospedale, dove per l’occasione gli venne regalato un orsacchiotto di pelo, imbottito di segatura…diventato nel corso degli anni, dopo di me: il suo migliore compagno di giochi e la sua preda preferita….che mancando solo di segargli gli arti, lo seviziò in modo inenarrabile.

…ma l’orso sopravvisse…sopravvisse contro ogni più cupo pronostico…

*catafiu: suono caratteristico dei colpi esplosi e partiti dalle “Colt” nei pressi dei canyon, dove l’eco risuona in modo più metallico e continuo, riconoscibile nei vecchi film Americani anni 50′.


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