Giggi Robot d’acciaio

Da Kisciotte @Kisciotte_Dixit
Intanto elenchiamo i componenti del robottino.
Fair PlayGianluigi Buffon, in quanto capitano della propria squadra (nonché della Nazionale) di solito entra in campo precedendo i compagni in fila indiana, e tiene per mano un bambino. Ciò non viene fatto per sensibilizzare il pubblico sul calo della natalità. Il bambino tenuto per mano sta a simboleggiare una virtuale continuità di trasmissione di valori del gioco del calcio, dove i grandi giocatori (gli adulti) passano il testimone ai piccoli calciatori.
Partita di calcioI giocatori, detti anche calciatori, tra il fischio d’inizio e quello finale, emessi da un individuo con un fischietto in mano (detto “arbitro”), cercano di vincere la partita. Per vincere devono far superare alla palla un ideale piano rettangolare, avente come uno dei due lati lunghi una linea di gesso disegnata sul terreno, mentre gli altri tre lati sono costituiti da segmenti fisici collocati in modo tale che la proiezione verticale dell’altro lato lungo vada a cadere sulla linea di gesso, detta anche “linea di porta”.Non occorre dilungarsi, perché sebbene il regolamento del gioco del calcio sia complesso nella relativa semplicità della disciplina sportiva, esiste appunto la figura arbitrale. Ovvero un essere umano, sua sponte, si assume la responsabilità di far rispettare il regolamento affinché il confronto si svolga nella maniera la meno scorretta possibile.Compito dei calciatori è vincere la partita, compito dell’arbitro è farla disputare nel rispetto del regolamento.
Intervista nel dopopartitaNel dopo partita i calciatori, resi tali da doti atletiche e abilità condizionali e coordinative superiori alla media, non necessariamente da doti intellettive complesse (se ci sono, tanto meglio, ma la profondità di ragionamento non è richiesta per poter svolgere la professione pedatoria), rilasciano interviste.Di solito vengono intervistati da giornalisti o commentatori, che invece, nello svolgimento della professione, bene sarebbe che si distinguessero per intelligenza.
Ora proviamo degli assemblaggi di Giggi Robot d’acciaio.
Fair Play + PartitaGiggi fa la sua bella comparsata entrando in campo tenendo un bimbo per mano, testimonial dei valori del gioco corretto nel calcio… bla, bla, bla. Gioca la sua partita, se riesce la vince come meglio crede, l’arbitro fa la propria parte come meglio riesce. Fine. Buono per truppa.Questo Giggi Robot d’acciaio funziona!
Partita + IntervistaGiggi gioca la sua partita come meglio crede, intanto c’è un arbitro; ed è l’arbitro che deve avere l’abilità di far rispettare le regole, pure quella di non farsi fregare dai giocatori, che notoriamente simulano, sono scorretti per convenienza, puntano al risultato agonistico prima che sportivo.A fine partita, Giggi dà le risposte di rito ai giornalisti. Se poi è particolarmente onesto, coraggioso e schifa altamente l’ipocrisia, hai il diritto (non il dovere) di andare davanti alle telecamere e dichiarare: “La parata su Muntari non mi ha dato la sensazione di essere dentro. L’azione è stata caotica e non mi sono reso conto se il pallone aveva già varcato la linea o meno. Onestamente credo che anche se me ne fossi reso conto forse non avrei dato una mano all’arbitro anche perché a fine partita avrebbero dovuto avviare le pratiche per la mia beatificazione”.Apprezzabilissima esternazione, che lo pone su un piedistallo elevato, a esempio per tanti suoi colleghi che non hanno il coraggio di ammettere ciò che tutti sanno: che ciò che importa è vincere, e chissenefrega di come vinco! Io faccio il calciatore, c’è un altro pagato per fare l’arbitro.Anche questo Giggi Robot d’Acciaio a me piace un sacco!
Fair Play + IntervistaGiggi, come sempre ha fatto, come fa e come continuerà a fare con la coscienza a posto, fa la sua entrata figosa in campo tenendo per mano un candido bambino a simboleggiare gli immacolati valori alla de Coubertin dello sport e del gioco del calcio, e a fine partita si fa intervistare.Gioca letteralmente come cavolo vuole, perché nell’assemblaggio di questo binomio, Giggi non lo vediamo giocare. Diamo per buono che abbia giocato.Quindi potrà dire ciò che vuole riguardo alla sua prestazione (di essere stato corretto anche non essendolo stato, ad esempio). Ciò che conta in questo binomio è che Giggi non si metta a dire frasi palesemente in contrasto con il suo ruolo dichiarato di calciatore fair-play con bimbo per mano.Va benissimo anche questo Giggi Robot d’acciaio. Ci fidiamo!
I problemi sorgono se si tenta l'upgrade a un livello evoluto di Giggi Robot d’acciaio, con circuiti neurologici complessi, realizzandolo con tutti e tre i componenti assieme.
Fair Play + Partita + IntervistaAnalizziamo con logica scientifica questo robottino.È certo che il componente Fair Play è sempre quello, dichiarato e consapevole.La partita, anch’essa, lasciamola svolgere liberamente, con l’arbitro unico responsabile, che deve far affidamento sulle proprie capacità e non sulle fregnacce (lo dico davvero senza ironia) del buon cuore o dell’etica sportiva dei calciatori.Ma proviamo ad assemblare la componente Intervista.Giggi Robot d’acciaio, se gli capita di giocare scorretto, lo dice in tempo reale all’arbitro, oppure se ne scusa pubblicamente nel dopo partita, promettendo di essere più vigile in futuro, e meno esitante nel riferirlo subito all’arbitro.Questo modello di Giggi Robot d’acciaio sarebbe stupendo, ma secondo me va bene in un mondo dove il lupo e l’agnello si fanno le coccole, la gente crede nelle fiabe, Inzaghi ha imparato a non finire in fuorigioco e il calcio è un mondo pulito.Cioè questo modellino di Giggi Robot d’acciaio, sa tanto di fuffa di belle parole e aria fritta. Non ci credo che funziona nemmeno se lo vedo con i miei occhi.
Ma a Giggi Robot d’acciaio resta un’altra possibilità per uscirne bene: comunque abbia giocato, si fa intervistare e sta sul vago, dice frasi di circostanza, salva capra e cavoli, ovvero fair play e palla dentro di mezzo metro, sfruttando l’arma del non detto e si limiterebbe a pensare: “Sapete tutti benissimo che se la palla entra in rete di quasi mezzo metro, io sono un professionista e me ne accorgo senz’ombra di dubbio, ma sappiamo tutti che negherò di averla vista dentro, perché siamo tutti uomini di mondo e di calcio.”Traballa, ma regge alla grande anche questo modellino di Giggi Robot d’acciaio.
Veniamo adesso all’unico modellino di Giggi Robot d’acciaio che proprio non sta insieme.Giggi fa il testimonial del Fair Play, gioca la sua partita, e dopo un paio d’ore da quando è entrato (e continuerà a farlo) tenendo per mano un bambino, dichiara ai giornalisti che anche se fosse consapevole di un comportamento antisportivo in campo, egli farebbe finta di niente, non lo direbbe all’arbitro, non aiuterebbe il direttore di gara a garantire il gioco corretto.Perché ciò che conta è vincere!
A me, che del Fair Play può fregare meno che niente, questo Giggi Robot d’acciaio non piace.O te ne stai zitto, e fai la tua “onesta” figuraccia, oppure completi la frase: “Onestamente credo che anche se me ne fossi reso conto forse non avrei dato una mano all’arbitro anche perché a fine partita avrebbero dovuto avviare le pratiche per la mia beatificazione. Quindi il Fair Play che vada a fare in culo insieme a quel marmocchietto del cazzo che mi si attacca al guanto quando entro in campo.
Giggi non deve per forza adottare comportamenti virtuosi; nessun giocatore ha il dovere di essere virtuoso, c’è già il “fischietto” per applicare il regolamento. Giggi però si dà del coglione da solo, e se lo darà ogni volta che entrerà in campo tenendo un bambino per mano, con il logo del Fair Play (Avete presente quel bandierone giallo, che viene sventolato sul campo, simboleggiante un giocatore per squadra, che, insieme, facilitano la vita all’arbitro? Esattamente quello!).La ciliegina sulla torta – a conferma che il Fair Play non sanno nemmeno che significhi in tutto il carrozzone economico che ruota intorno al gioco del calcio – arriva con i vari Graziano Cesari, Giovanni Galli e Michela Calcagno, bouquet di cervelli fini, che, durante la diretta di Mediaset Premium, fanno i complimenti a Buffon per il suo coraggio e la sua onestà.
Secondo me Buffon ha dato prova di poter valere mille volte di più del presidente dell'Aia, Marcello Nicchi, che si è indignato (brrrr! Indignato addirittura!) con la solita frase vuota e retorica di questo mondo marcio: “Sono rimasto deluso dal capitano della mia Nazionale. Ha detto cose che si poteva risparmiare. E non è un esempio per i giovani. Ognuno è libero di pensare quello che vuole ma a esternarlo ci vuole un po' di cautela visto che i giovani devono prendere esempio dai campioni.
Chissenefrega dell’esempio per i giovani!Se ne frega il capitano della Nazionale di calcio, quindi possiamo fregarcene tutti. A me sta bene.Solo che adesso io voglio godermelo il signor Gianluigi Buffon, luminoso esempio di onestà e coraggio, ogni volta che, con onestà e coraggio, entrerà in campo tenendo per mano un bambino.
Guarda, Giggi Robot d’acciaio, che quel bambino non è un invito a far figli!Starebbe a indicare un concetto chiamato Fair Play.Se tu denunci l’ipocrisia di questa scemenza formale del Fair Play nel calcio attuale, io sono il primo a stringerti la mano.Basta che lasci andare quella del bambino.O gli procuri dei guanti per l’igiene personale.
Ah, il mio Giggi! Il mio eroe inarrivabile! Così coraggioso e senza macchia!
K.

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