Ero piccola e andavano di moda gli smanicati, quella specie di piumini d'oca senza maniche. Non ne capivo l'utilità: se li indossavi con qualcosa di leggero sentivi freddo alle braccia, se li indossavi con sotto la felpa il busto si surriscaldava come quello della torcia umana. Ho passato la maggior parte degli inverni della provincia romana dove il freddo di Dicembre è sopportabile - o meglio, lo era anni fa, adesso tante cose stanno cambiando e arriva anche a nevicare -.
Qualche anno dopo, due anni fa più o meno, la moda ci ha imposto di iniziare a tagliare via le maniche dei giacchetti di jeans o di pelle e di trasformarli in gilet, lì dove partiva la manica doveva esserci per forza il segno del misfatto, i fili a vivo che fanno capire a tutti che siamo proprio una generazione di alternativi. Certo, come no. Ho abbracciato questo trend perché mi piaceva - mi fa ridere usare il verbo "abbracciare" quando sto parlando di tagliare via delle maniche - e perché le forbici sono sempre state le mie migliori amiche. Ho trasformato maglie in crop top before it was cool, jeans in shorts, shorts in gonne, gonne in vestiti, maglie in canotte e blazer in gilet. Ecco, dallo scorso anno si vedono ovunque in giro i blazer smanicati, e così anche io me ne sono accaparrata uno.
Credo che ci siano cose che si possono tagliare via e cose che devono restare attaccate dove stanno. Siamo autorizzate a mandare a fanculo un uomo che ci fa stare male, a tagliare i rami secchi delle amicizie che alzano il telefono solo per chiederti di prestar loro venti euro, a strappare i nostri jeans preferiti sulle ginocchia perché il Grunge doveva morire con Kurt Cobain e invece ancora ne subiamo gli strascichi. Non è il caso, invece, di tirare via le maniche a un indumento come il cappotto, che ci deve coprire e proteggere. Io non taglierei mai via le braccia al mio fidanzato, come fa poi, altrimenti, a prendermi in braccio?
@DeniseD'Angelilli