Quando nasce e chi è GillySephira?
GillySephira è lo pseudonimo che ho scelto per accompagnare tutto ciò che esprimo a livello creativo e si compone di un nome legato ad una visione personale avuta durante l’infanzia (Gilly) ed un altro che rappresenta la mia dimensione più sottile, ma fondamentale (Sephira).
Non si tratta quindi di un’entità separata da ciò che sono o nata in un momento preciso. Il vulcano dell’espressione è sempre stato attivo e certe cose sono innate; potrei dire pertanto che la mia data di nascita è a tutti gli effetti il 28 marzo 1986 – sempre che a qualcuno non venga in mente di prendere in considerazione anche il fattore reincarnazione! :D
Poesia, fotografia, opera lirica, cartomanzia. Hai campi d’interesse poliedrici quanto particolari, ma in quale ruolo ti senti più a tuo agio e/o quale pensi ti ritragga maggiormente?
Il ruolo principale è senza dubbio quello di cantante. È stata la prima disciplina artistica con la quale mi sono espressa (non ne posso fare a meno!) e nel tempo è stata quella che ho perfezionato – e perfeziono ancora oggi – più profondamente a livello tecnico.
Per quanto riguarda tutto il resto del mondo creativo, non me la sento di stilare una classifica; preferisco seguire il mio “vento” e lasciarmi trasportare da ciò che mi ispira di più o di meno nell’atto espressivo/creativo.
Come nasce il tuo percorso come alternative model?
È stato un esperimento che ho intrapreso inizialmente con due fotografi (Paola Saia e Silvio Furian) e che successivamente ho provato a sviluppare autonomamente, trovando molto interessante l’idea di stare da entrambe le parti dell’obiettivo. Questo ha contribuito a rendermi più sicura di me stessa e della mia immagine, con la quale sono spesso in conflitto.
Quali autori artisti hanno maggiormente influenzato il tuo modo di creare?
Dirò una cosa che molto probabilmente mi renderà antipatica agli occhi dei lettori, ma ciò che contraddistingue il mio metodo espressivo arriva prima di vedere ciò che hanno fatto o fanno gli altri. È una pulsione irresistibile ed è solo mia e penso che la fonte di ispirazione maggiore sia proprio la mia esperienza personale presa nella sua interezza, senza essere frammentata in diversi punti focali. Bisogna specificare inoltre che il mio processo di espressione avviene ad un livello in cui certi fattori non sussistono.
La creazione pura e spontanea esiste ancora, ma spesso e volentieri vedo che è molto facile dare giudizi tramite citazioni o paragoni con lavori fatti da altri. Non amo che il mio lavoro venga descritto come se non avesse nessun valore innato; si rasenta il ridicolo ad esempio quando qualcuno mette davanti all’operato dell’artista un nome che non si conosce e che quindi non avrebbe potuto nemmeno lontanamente condizionare il lavoro.
È ovvio che ci siano figure che apprezzo nei diversi campi in cui opero, allo stesso modo in cui mi piacciono alcuni generi musicali, o determinati tipi di letture, che comunque sono arrivati dopo l’inizio di ciò che è la mia espressione creativa. Preferisco far fluire ogni cosa di me in tutto quello che faccio e non ispirarmi a qualcuno in particolare.
Che cos’è per te la poesia? Quali sono i tuoi fiori nello specchio?
Ho deciso di unire queste due domande, poiché sono intimamente collegate. I fiori nello specchio, che danno titolo al mio libro “Flowers in the mirror”, sono come dei lampi, che si riflettono sullo specchio che risiede nel più profondo del mio Nucleo. Lampi che si cristallizzano e che io faccio affiorare tramite la conversione in parola.
Da quando ho memoria vivo a contatto con ciò che definisco intuizione-nostalgia, ma non come se fosse un’esperienza visionaria, bensì un vero e proprio stato. Esperienza continua che talvolta scoppia e in questa situazione mi viene spontaneo manifestare tutta questa tensione, che sfocia e si rende palese soprattutto in forma scritta.
La mia poesia avviene di getto, come un fiume immediato, senza poi dover ritoccare il lavoro svolto. Irresistibile, come un lampo di luce morbida nel quale sono immersa e tutto viene generato automaticamente, senza sforzo. Passivamente attiva.
Come vivi e definiresti il tuo essere artista?
L’artista e ciò che sono in realtà sono parte di una Unità, non posso e non voglio separare questi due aspetti e cerco di essere integra in ogni cosa che faccio, a costo di rendere profondi e creativi anche i lavori domestici! :D
Quanto è difficile essere un artista/creativo nell’Italia di oggi?
Difficile? Direi impossibile.
Sono stata piuttosto sfortunata da questo punto di vista, nonostante il mio valore, gli anni trascorsi a fare aste, mostre, collaborazioni, pubblicazioni, concorsi e tutti gli investimenti realizzati per ogni tipo di disciplina.
Non smetto di tentare, perché non posso fingere di essere un’altra cosa o di vivere la vita di qualcun altro, ma mi sono accorta che il valore ed il merito non pagano se non si è inseriti in un tessuto di conoscenze “convenienti” e se non si ha un lavoro fisso che permetta di investire continuamente.
Trovo frustrante il dover pagare per fare qualcosa e onestamente non me la sento più di farlo – visti anche gli sterili risultati.
Sembra che siano bravi solo gli “altri”, oppure quelli che “fa figo” (passami il termine) citare anche se a volte mediocri. C’è disinteresse rispetto a ciò che si ha sotto al naso e che magari ha un valore, ma che in realtà non merita nulla solo per il fatto di essere svincolato dall’“ambiente”.
Il bisogno di esprimermi va però avanti a prescindere da tutto questo, poiché è un processo di cui non posso fare a meno, nonostante ci siano momenti di pesante frustrazione.
Penso di meritare anche io qualcosa, ma probabilmente non è ancora il momento adatto.
Puoi anticiparci qualcosa sui tuoi futuri progetti?
Dal 5 al 13 settembre parteciperò alla mostra collettiva “L’arte nelle sue forme” con le mie opere fotografiche e con le mie poesie alla serata poetico-musicale (8 settembre), organizzate entrambe dal Gruppo Culturale “Giovanni da Busnago”.
Ho anche intenzione di partecipare ad un paio di concorsi fotografici locali accessibili anche a livello economico.
La priorità rimane però la ricerca di una posizione lavorativa sia per me, che per mio marito, siamo da tempo in una situazione molto precaria. Auspico pertanto a trovare e sviluppare collaborazioni che coinvolgano le attività che propongo, rivolgendomi sia ad esercizi commerciali, che a privati. Continuerò, come di consueto, a cercare, creare, promuovere, propormi, chiedere… nel tentativo di ottenere, prima o poi, qualche meritato riscontro.
“Verso l’infinito”
Ecco i link utili per conoscere meglio il mio mondo
Grazie
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Sito:
Christian Humouda