Gimbal – Recensione

Da Videogiochi @ZGiochi
Recensione del 04/03/2014

PC TESTATO SU
PC

Genere: Sparatutto

Sviluppatore: 8888888 Labs LLC

Produttore: 8888888 Labs LLC

Distributore: Digital Delivery

Lingua: Inglese

Giocatori: 16

Data di uscita: 19/11/2013

VISITA LA SCHEDA DI Gimbal

Grandissima possibilità di personalizzazione Solo online o contro i bot

Grafica che si farà apprezzare da tutti quelli cresciuti in una sala giochi Controlli mal sviluppati

Buon potenziale... ... Rovinato dal pessimo bilanciamento

La prima cosa che ci siamo chiesti dopo una partita a Gimbal è stata: “ma esistono ancora le aule PC?”. Quando noi vetusti del gaming frequentammo le superiori (era circa il 1600 e Galileo era in procinto di abiurare) le aule PC erano piene di macchine con 1 MB di Ram dove lanciavamo infinite partite multiplayer a Doom. Da allora sono passati secoli ma non sono cambiati i PC a disposizione degli studenti, né la loro voglia di imparare. Zero era e zero è rimasta. I giochi invece sono molto cambiati, nella grafica e nel gameplay, ma nonostante questo alcuni titoli sembrano nati apposta per non far studiare migliaia di ragazzi in tutto il mondo che al posto di imparare le basi del C++ si sfidano all’ultimo frag. Gimbal rientra appieno in questa categoria, si tratta di uno sparatutto futuristico tra astronavi, esclusivamente multiplayer, con un vastissima possibilità di personalizzazione sia estetica e sia nel gameplay, che sembra nato apposta per i LAN party e per quelle occasioni in cui potrete guardare negli occhi i vostri avversari mentre li annientate uno dopo l’altro. Sulla carta ci troviamo davanti ad un titolo dalle grandissime potenzialità, ma tutto questo riuscirà anche a divertire a dovere?

VERSO L’INFINITO E…

Partiamo dal principio, Gimbal rappresenta una evoluzione plausibile ma mal concretizzata degli shoot’em up arcade dei gloriosi anni ’90: il gioco degli 8888888 Labs propone una enorme arena dove navicelle dotate di ogni arma futuristica sono in grado di scontrarsi  per la supremazia dell’area, il tutto con una visuale top-down, qui la chiamiamo visuale dall’alto, ed una grafica pixellosa estremamente gradevole. Il gioco è diviso sostanzialmente in due fasi: l’hangar ed il campo di battaglia. La prima sosta sarà ovviamente all’interno di un capannone virtuale dove potremo creare da zero la nostra nave con i pochi soldi inizialmente a disposizione, oppure selezionare un modello precostituito per lanciarci immediatamente nello scontro.

Le differenze tra un modello e l’altro sono decisamente marcate, all’inizio avrete a disposizione cinque astronavi settate in maniera totalmente differente dove a seconda dei vostri gusti potrete salire bordo di un mezzo in grado di soddisfare i vostri gusti per velocità, resistenza e soprattutto tipo di bocche da fuoco. Inizialmente il budget sarà estremamente ridotto e permetterà di effettuare solo piccole modifiche, ma scontro dopo scontro potremo iniziare ad accumulare un gruzzolo di tutto rispetto per costruire il mezzo dei nostri sogni. La personalizzazione rappresenta il cuore pulsante di Gimbal, ancor più dello scontro con gli altri giocatori; gli sviluppatori sono riusciti a creare una vastissima varietà di armi differenti e di pezzi in grado di modificare l’aerodinamicità del mezzo. Costruirsi un velivolo è sorprendentemente semplice ed avremo la possibilità di modificarne anche i dettagli. Una volta scelto il telaio e la forma generale della nave potremo iniziare subito con le modifiche partendo dalle armi fino al tipo di propulsione, o delle parti elettroniche in grado di stabilizzare il mezzo; l’aerodinamicità sarà un aspetto di principale importanza visto che avrà influenze dirette sulla nostra navicella. Gli sviluppatori hanno investito molto nella realizzazione della fisica del gioco e il risultato si vede, montando troppe armi o non mettendo i propulsori nel posto giusto vi potreste trovare con una astronave che non è in grado di andare avanti o che semplicemente non riesce a girare, fortunatamente potremo costantemente provare i nostri prototipi prima di entrare in battaglia.

Sfortunatamente lo scontro con gli altri giocatori risulta essere il lato più debole della produzione. Gimbal presenta alcuni problemi abbastanza marcati nel gameplay, ma soprattutto nei controlli e nel bilanciamento delle navi. Capiamo la volontà di utilizzare la fisica realizzata con cura e l’idea di sbloccare nuovi pezzi via via che i giocatori procedono con le partite, ma gli sviluppatori non sono riusciti a trovare il giusto compromesso tra simulazione ed arcade e muovere quasi tutte le navi iniziali è una esperienza assolutamente deprimente. Prima di dare idee sbagliate, Gimbal non è assolutamente un simulatore e dopo un po’ migliora, nonostante questo l’agilità media delle astronavi delle prime ore di gioco è paragonabile a quella di una petroliera e per cambiare rotta o inseguire un nemico dovrete compiere una serie di manovre che paiono emulare quelle di una nave cisterna. Oltre ai controlli ostici, i novellini dovranno anche fare i conti con la differenza di arsenale tra le loro bagnarole dello spazio e i veterani che possiedono mezzi che farebbero invidia a Capitan Harlock. Non essendoci lobby riservate a chi ha costruito la sua prima navicella vi troverete a scontrarvi con chi magari gioca da mesi e, oltre alla differenza di abilità, troverete una marcata disuguaglianza nei pezzi montati sulle navi, con il risultato che avrete pochissime possibilità di danneggiare seriamente i vostri avversarsi. Le cose fortunatamente migliorano con il tempo e dopo un discreto numero di battaglie perse rovinosamente riuscirete finalmente ad avere una astronave che, seppur ancora ben lontana dal concetto di agilità, almeno fa qualcosa di più che sparare solo in linea retta e schiantarsi per mancanza di qualunque tipo sterzo degno di tale nome. La domanda che bisogna porsi è se un giocatore avrà la pazienza per arrivare al momento in cui inizieranno a sbloccarsi le astronavi decenti, anche perché per accumulare denaro esistono due opzioni: farsi massacrare in battaglia dai giocatori più anziani, oppure passare ore a farmare contro i bot, inutile dire come nessuna delle due alternative risulti molto divertente. Le battaglie sono discretamente confusionarie, una volta trovati un po’ di giocatori a causa del difficile controllo del mezzo gran parte del tempo lo passerete a sparare all’impazzata nelle zone centrali, con buone probabilità di uccidere i vostri compagni di squadra anziché gli avversari. Per quanto la scelta delle armi modifichi radicalmente il nostro approccio alla battaglia, la mancanza di agilità dei mezzi porta inevitabilmente a far vincere chi gioca da più tempo, non è quindi premiata l’abilità. Qualcuno potrebbe giustamente obbiettare che in pratica in tutti i giochi esistono armi da sbloccare con il tempo, questo è sicuramente vero, ma in tal caso la differenza tra un novello ed un esperto, indipendentemente dall’abilità, è talmente marcata da lasciare ben poche possibilità di vera sfida e di divertimento.

Gimbal soffre inoltre di un problema abbastanza comune in questo tipo di produzioni: la mancanza di giocatori. Realizzare un gioco indie muliplayer only è una scelta assolutamente coraggiosa perché c’è sempre il rischio di fare un investimento nei server e poi trovarseli semivuoti ed è questo il caso in cui è incappato il gioco di cui vi stiamo parlando. I server ufficiali raramente ospitano più di cinque o sei persone e le partite hostate dai giocatori non sono messe tanto meglio. Le arene sono parti di galassia riempite di enormi detriti da utilizzare come riparo o per schiantarci se non staremo abbastanza attenti, variano per lo sfondo e per la quantità di ostacoli che potremo incontrare. Vista la scarsa agilità media delle astronavi e la possibilità di allontanare moltissimo la telecamera, oltre alla mancanza di una “fog of war“, molto probabilmente vi troverete con la vostra nave grande quanto un pixel, ma al contempo avrete una enorme capacità visiva per intercettare ostacoli e nemici. Il gioco presenta quattro modalità di gioco, le più classiche Deathmatch, Team Deatmacth e cattura la bandiera (un deathmatch un po’ più movimentato) e quella che a nostro avviso è la migliore di tutte: la modalità Race. Come potrete intuire dal nome, in Race ci troveremo a gareggiare in un enorme circuito stellare dove altre ad essere più veloce degli altri dovremo anche evitare le loro armi. Questa modalità, in verità non particolarmente originale, è sicuramente la più divertente ed obbliga i giocatori a bilanciare al meglio le navi tra velocità e forza offensiva, evitando di conseguenza di vedere mezzi immobili, ma allo stesso tempo indistruttibili e dà qualche possibilità di vittoria anche ai nuovi giocatori. Visivamente Gimbal è indubbiamente ben realizzato e si presenta come grande esponente della pixel art, una volta presa conoscenza delle armi nell’hangar, zoommando sulle astronavi potrete riconoscere ogni singolo pezzo e di conseguenza intuire contro quale tipo di avversario vi stiate scontrando.

IN CONCLUSIONE
Gimbal è un gioco controverso, se deciderete di accettare la sua sfida potrete costruirvi la vostra astronave attraverso uno tra i miglior editor mai provati, ma una volta completata avrete pochissime soddisfazioni nell'usarla in battaglia sia per i problemi di bilanciamento che affliggono il gioco, sia per il controlli poco brillanti che impediscono alle battleground di divertire come dovrebbero. Se siete affascinati dall'idea di costruirvi una nave spaziale e personalizzarla a dovere allora dategli una possibilità perché le possibilità di personalizzazione sono veramente tante, in caso contrario conviene aspettare, sperando che il DLC gratuito previsto per questo mese risolva i problemi descritti e che rilanci la popolarità di un gioco veramente pieno di potenziale ma al momento poco valorizzato. ZVOTO 7
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