Ginnastica Ritmica: Sara Celoria, la semplicità in primo piano. Il sogno è Rio 2016.

Creato il 19 settembre 2013 da Sportduepuntozero

Avere davanti a sè una “farfalla azzurra” non è cosa consueta. Scoprire poi, nonostante la  sua giovane età e i suoi successi, una determinazione ferrea ed un atteggiamento umile ed educato, autorizza la speranza. Un bell’esempio da proporre alle giovani generazioni. Lei è Sara Celoria, campionessa nazionale di ginnastica ritmica targata Eurogymnica, classe 1996. Torinese del quartiere Barriera di Milano, l’abbiamo incontrata alla Palestra Moncrivello durante uno dei suoi lunghi e faticosi allenamenti con il supporto Tiziana Colognese, l’allenatrice di sempre e anche colei che l’ha scoperta.

“La carriera di Sara è iniziata per caso,” ha dichiarato Tiziana Colognese, ”mi recai alla scuola Perotti di Torino, durante uno dei corsi che Eurogymica organizza nei vari istituti per far conoscere la ritmica e scovare talenti. Queste attività preliminari nelle scuole sono solitamente tenute da insegnanti giovani, con poca esperienza, che iniziano alla ritmica le bambine, le osservano e poi segnalano a Eurogymnica le più promettenti. Aveva sei anni e non appena la vidi notai subito la struttura fisica, perfetta per la ginnastica ritmica, era slanciata, aveva le gambe lunghe e affusolate. Chiesi all’insegnante di mandarmela per le selezioni e lei mi guardò stupita e mi spiegò che era troppo “dura”, rigida nei legamenti, caratteristica frequente per le più longilinee. Ma io insistetti ed ebbi ragione!
Bastava saperla “sciogliere”. Fu subito molto recettiva in tal senso, insomma aveva talento e col tempo ha rivelato una grande determinazione, non solo a livello sportivo. All’inizio, infatti, aveva qualche difficoltà ad integrarsi perché era molto timida, ma è riuscita a superare anche questo ostacolo!”

Osservarla mentre si allena è un piacere. Sembra che non faccia fatica. Glielo abbiamo fatto notare e subito ci ha messo in guardia: “Di fatica se ne fa eccome! Ci alleniamo tutti i giorni, mattino e pomeriggio! Si fanno tanti sacrifici e occorre una forte determinazione, anche perché si rinuncia a fare una vita normale. Da quando sono entrata in nazionale, ho dovuto lasciare la mia famiglia per andare a vivere a Desio; studio due ore al giorno in hotel, non ho tempo libero se non in vacanza, ma la passione vince su tutto!”
Le ultime vacanze le ha passate a visitare Barcellona con la famiglia, di cui sente ovviamente la mancanza quando è lontana, ma anche il sostegno.

Anche la risposta alla domanda relativa ai suoi modelli sportivi è, in positivo, disarmante: “Se me lo avessero chiesto tempo fa, prima della nazionale avrei subito fatto nomi delle “Big”, come Fabrizia D’Ottavio o Irina Tchachina, ma adesso penso alle mie compagne, è a loro che mi ispiro per dare il massimo! Il loro sostegno mi aiuta tantissimo!”

Il sogno di Sara si chiama Rio 2016 e con questa determinazione crediamo proprio possa concretizzarlo.

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