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Ginnastica Story, Incidenti Sconvolgenti/2: Gomez e Lan

Creato il 07 novembre 2012 da Olimpiazzurra Federicomilitello @olimpiazzurra

Continua il nostro viaggio alla ricerca delle storie che hanno sconvolto la ginnastica artistica. Dopo aver raccontato il dramma di Elena Mukhina (cliccate qui per leggere l’articolo di settimana scorsa), oggi parliamo dei gravi incidenti al volteggio, quelli che hanno portato ad abbandonare il cavallo e ad adottare l’attrezzo che tutti noi oggi conosciamo. Intanto, appuntamento a settimana prossima per l’imperdibile terza puntata.

 

Una ragazzina di sedici anni viene portata a Tokyo per illuminare la World Sports Fair, la Fiera Internazionale dello Sport: è Julissa Gomez, il nuovo talentino a stelle e strisce, una delle candidate alla convocazione per il magico sestetto olimpico di Seoul. L’anno prima aveva abbandonato coach Bela Karolyi, il guru dell’artistica, maestro tra le altre di Nadia Comaneci, capace di portare ben nove ginnasti all’oro a cinque cerchi. Lo riteneva troppo severo, dai metodi d’allenamento discutibili ed eccessivamente duri: preferisce Al Fong. Che ne combinerà di tutti i colori (e non solo con la Gomez).

Viene fatta allenare sul difficile Yurchenko. Gli osservatori avevano già notato le sue difficoltà con l’attrezzo nei mesi precedenti alla competizione. La tecnica della Gomez era stata definita traballante su quel movimento specifico, visto che spesso “perdeva” i piedi. Come dirà in seguito Stack Chelle: “Non era un volteggio sicuro. Qualcuno avrebbe dovuto fermarla”. Tuttavia gli allenatori di Julissa insistettero per farle eseguire quel movimento.

 

Il 5 maggio 1988, però, succede il patatrac. Finale al volteggio. Julissa si sta riscaldando. Prova una rincorsa, approccia il cavallo ma il suo piede scivola. L’impatto con l’attrezzo è inevitabile: lo prende in pieno con la testa a una velocità inverosimile. Chi era presente dice che fu qualcosa di terrificante e inaudito. Rimase all’istante paralizzata dal collo in giù. Come se non bastasse ci si misero pure le inadempienze di alcuni medici che in ospedale le staccarono il respiratore provocandole gravi danni cerebrali e lasciandola in uno stato catatonico: morirà tre anni dopo tra atroci dolori.

Non basterà la gravità dell’accaduto per far capire ai piani alti della disciplina quanto fosse pericoloso fare un volteggio con il cavallo. Soprattutto con un’altezza eccessiva e mal regolata. Ci vorrà un altro incidente, dall’esito disastroso, per smuovere definitivamente le coscienze.

 

Estate 1998. New York. Goodwill Games. I Giochi delle Buone Intenzioni, fuoriusciti dalla mente geniale di Ted Turner, ormai defunti e difficilmente riesumabili. Il magnate, uno degli uomini più ricchi d’America, dopo aver visto i boicottaggi delle Olimpiadi 1980 e del 1984, si era messo in testa di ideare lui stesso una rassegna mondiale per allentare le tensioni tra i due grandi blocchi ideologici e di mandarla in diretta sul suo network CNN.

La Cina sta scalando l’elitè mondiale della ginnastica artistica e Sang Lan è una delle sue migliori rappresentanti. A diciassette anni ha una vita di successi davanti. Ma il destino decide di essere beffardo. Riscaldamento della finale al volteggio. Un esercizio facile facile, giusto per prendere confidenza con l’attrezzo. Salta. Male. L’atterraggio a terra è scomposto, prende un violento colpo alla testa e rimane immobile. È lontana dagli occhi del pubblico, le telecamere sono ancora spente in attesa dell’inizio della competizione ufficiale. Chi era presente dirà di aver visto la testa ciondolare tra le braccia e le gambe in uno stato impietoso. Una leggenda sostiene che l’unico filmato disponibile lo abbia il padre di Chellsie Memmel, la statunitense che diventerà campionessa mondiale nel 2005; altre voci dicono che sia stato bruciato, alcuni dicono che abbia rifiutato di venderlo; qualcuno dice che lo abbia nascosto il governo cinese.

Non riesce ad alzarsi dal materassino e viene portata subito in ospedale. La diagnosi dopo i primi soccorsi è subito spietata: frattura di due vertebre cerebrali e gravi danni al midollo spinale. Sang Lan non potrà più muovere gli arti inferiori. Non si capirà mai se sia stata negligenza degli allenatori, colpa dell’atleta o chissà altro. Questa volta i medici per fortuna sono stati efficientissimi e l’hanno subito soccorsa (quelle sono le uniche immagini disponibili).

 

Cadrà nel dimenticatoio per dodici anni, prima di uscire alla scoperto e rivelare che la sua caduta fu dovuta al disturbo provocato da un allenatore di una squadra avversaria (non si è mai saputo quale) che voleva rimuovere un materasso. Perché parlare dopo così tanto tempo? Danaro o altro? Bugia o verità? Il tutto è finito in tribunale: Sang Lan aveva chiesto 1.8 miliardi di dollari di risarcimento, per non aver potuto usufruire della copertura assicurativa sulle spese mediche, per le vessazioni subite dalla coppia di tutori e per le molestie sessuali esercitate da un loro figlio sul suo corpo inerme. Lasciate cadere le accuse più pesanti, la cinese si è accordata con le compagnie assicurative americane per un risarcimento da 10 milioni di dollari in contanti e il pagamento vita natural durante delle spese mediche.

 

A questo punto la Federazione Internazionale decide di meditarci sopra. Serviranno ancora alcuni imprevisti alle Olimpiadi di Sidney 2000 per considerare seriamente l’utilizzo di un nuovo attrezzo per la specialità. Ecco così che ai Mondiali dell’anno successivo debutterà la tavola da volteggio, quella che conosciamo tutti. Il suo inventore, la ditta Janssen-Fritsen, la chiamerà Pegases; per gli atleti sarà semplicemente la lingua (=tongue) per la sua forma allungata. Una superficie piana e quasi parallela al suolo, lunga 120cm e larga 95, con una leggera inclinazione in direzione del tumbling che degrada verso il basso in prossimità del trampolino con una piega quasi a 90°. Viene impostata a1.35 metri di altezza dal suolo per gli uomini e a1.25 metri per le donne.

 

Ovviamente stiamo parlando di artistica e la sicurezza al 100% non esiste. Questa volta senza polemiche e senza cose losche alle spalle. Nel 2007 l’olandese Imke Glas si stava allenando sempre sullo Yurckenko. Le sue mani mancarono clamorosamente la tavola e lei cadde pesantemente sul suo capo. Vennero danneggiate la sua sesta e settimana vertebra. Durante l’intervento il chirurgo fu costretto a toglierle un pezzo dell’osso dell’anca per piazzarlo nel collo e stabilizzare la situazione. Le dissero che non avrebbe mai più camminato, ma con grande tenacia recuperò pienamente dall’infortunio.

 

Cliccate qui per vedere un volteggio di Sang Lan.

Cliccate qui per vedere Julissa Gomez (alle parallele).

Cliccate qui per vedere un montaggio sulla carriera di Imke Glas.

 

[email protected]

(nella foto Julissa Gomez)

OA | Stefano Villa

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