In questo anno cari topini, me ne sono capitate un po’ di ogni, tra le quali anche questa. Si, avete già capito dalle immagini. Lui è Gino. Ora ha 8 mesi. Quando la mia amica Niky ce lo ha dato a giugno per il compleanno di topomarito, sapendo che sarebbe stato più che gradito e il signorino qui presente era stato rifiutato dalla mamma (poi ho anche capito il perché), aveva appena 15gg. Come ha fatto a salvarsi la vita da due gattoni maschi adulti che volevano farne una pallina, lo sa solo lui (ma poi ho capito anche questo). Topomarito, emozionatissimo, quando lo vede mi dice che desidera per il SUO gatto un nome più che importante, ricco di personalità. Tutti gli imperatori, i grandi re, i capotribù della storia, mi sono giunti alla mente e srotolavo nomi a tutto andare ma nessuno riusciva a colpire il suo interessa finchè poi, alla fine, esausta da quel microbo lungo 10cm che mi stava facendo scervellare dissi – E chiamalo Gino allora! -. Ecco il nome perfetto che stava cercando. Ecco il nome nobile, austero e notevole che il SUO gatto meritava. Gino. E Gino fu. E Gino fu talmente tanto che anche quando gli dicevamo –No!- dopo che ne aveva combinato una delle sue, anziché imparare, era semplicemente convinto che lo stessimo chiamando. Si perché vedete amici topi, voi dovete saperlo, io capisco che può sembrarvi retorica ma credetemi che non è così: questo gatto, non è normale. No, non lo è veramente. Voglio dire, da buona topina che sono, di gatti ne ho avuti per così nella mia vita. Maschi, femmine, trovatelli, mezzi morti, sani e vegeti, orfani, non orfani, insomma, di tutte le mene e di tutte le specie ma io vi assicuro che persino San Francesco mi avrebbe detto – Pigmy….. ahimè, questo micio non è normale -. Vi dico che persino sua mamma lo ha rifiutato. No, no, questa volta non facciamocene una colpa; Mamma Gatta ha avuto in seguito tutta la mia comprensione ve lo assicuro. Lei aveva già capito. Mica non aveva latte sufficiente? O una crisi post partum…. No! Lei aveva subdorato di aver partorito l’Attila del Regno Felino. Appena arrivato a casa, sempre lungo 10cm appena, ci rendiamo conto che come gattino, era parecchio sveglio. Vi ripeto, conosco moooolto bene i miei antagonisti come topo. Mi soffermai a credere però che si trattasse di una spiccata intelligenza naturale. Ma dopo soli tre giorni dovetti già ricredermi. Ora, era lungo 10,2cm e i miei due porcellini d’india ne erano già altamente terrorizzati. Con una zampa lunga quanto un mio mignolo cercava con tutte le sue forze di acchiappare la mela all’interno della loro gabbia e se loro facevano tanto che scappare impaurite, egli si attaccava alle sbarre e iniziava a sibilare col pelo dritto a testa in giù come un pipistrello inferocito. Aveva ragione lui! Da notare che le mie cavie convivono serenamente con il cane e con la MIA gatta da anni, senza alcun problema. La MIA gatta infatti, non ha mai dimostrato fastidio nemmeno per criceti o uccellini che porto a casa per curare (all’inverso di quando è fuori, si sa), ma quando vede Gino inizia ad emettere soffi e brontolii che diventavano via, via veri ruggiti. E pensate che dopo tutto questo avvertimento Gino se ne fa forse un problema? Per tutta risposta, il nuovo arrivato, fin dal terzo giorno, prende la rincorsa e le salta sulla schiena per poi lasciarsi cadere con i piccoli artigli protratti, in modo tale da eliminare, alla MIA piccina offesa, praticamente la metà del pelo che ha e che poi raccolgo a batuffoli per tutta la casa accarezzandola. Lui, nel mentre, con sussiego, se ne sta già studiando un’altra del tipo, attaccarsi a peso morto alla sua coda come un barattolo di latta. L’effetto è lo stesso. Ora immagino abbiate capito anche voi perché i due gattacci adulti di prima non sono riusciti a fargli nulla. Topomarito è passato dal – Ma guarda sto patatino che strano modo di giocare ha? Chissà quante ne ha viste! -, al – Pigmy! Gino ha il diavolo in corpo!! -. Oh si! Le mie Orchidee? Di 10, me ne sono rimaste 3. Secondo lui, ogni pianta è erba-gatta. E dire che dovrebbero avere un istinto naturale. Di suppellettili? Neanche più l’ombra. Le scarpe? Per noi sono diventate un op tional e potete ben vedere anche voi che si tratta di un gatto non di un cane. Anche perché dovete sapere che il signorino, se stiamo a casa la sera (e dobbiamo quindi obbligatoriamente giocare con lui), allora rimane sveglio e di notte dorme, ma se per caso decidiamo di uscire e quindi lui si annoia, dorme prima, e…. alla notte, non vi dico. Non vi dico nemmeno le litigate per pappa e cassettina dei bisogni con la MIA Giuggiola. Lui, impertinente e spavaldo, le si attacca alla collottola dandole più fastidio di qualsiasi altra cosa. Curioso come pochi. Persino quando si tira lo sciacquone del gabinetto deve andare a vedere quale magolamagamagia sta accadendo all’interno del WC. Fai la doccia? E lui si tuffa nella vasca all’interno della quale ancora non ha capito che c’è l’acqua che lui detesta. Immaginatevi quindi il risultato di lui che fradicio salta via e corre per tutta la casa. Fai la lavatrice? E devi accertarti più e più volte che non ci sia finito dentro, dato un dramma sfiorato tempo fa. Leggi nel letto? Prova a voltare la pagina del libro se sei capace. Da nascosto non si sa dove, balza all’improvviso artigliandoti la mano. Tutto il giorno, tutto il giorno. Azzanna gli stinchi al cane. Pretende di rosicchiare i fili elettrici. Ruba le spugne per lavare i piatti trasportando acqua ovunque e facendone poi mille pezzi. Saltella sulla tastiera del computer quasi facendotelo apposta. Insomma, prima di andare a dormire, dobbiamo passare un’ora a togliere tutto ciò che può essere di suo gradimento, comprese le calamite attaccate al frigo. Tra l’altro, sbadato com’è, prende botte a destra e a manca ma mica capisce. Adesso ad esempio, sta pretendendo di saltare da una poltroncina a terra, fin su al secondo letto a castello dove Topina ha una specie di capanna con tanto di sbarra davanti. E’ già due volte che cade rumorosamente al suolo, scappa e poi torna fiero col petto in fuori guardando il letto lassù come a sfidarlo. Ovviamente, la seconda volta si è portato giù anche cuscino e metà coperte. E dire che la maggior parte del tempo la passa fuori a sfogarsi! Dove: toglie la terra dai vasi, sradica piante, rompe sacchetti dell’immondizia, spinge via con le zampe le mattonelle, si arrampica in cima alle persiane e poi urla perché non è più capace a scendere. Insomma, per la serie “si cede GRATUITAMENTE simpaticissimo gatto con tanto di assegno di mantenimento mensile incorporato!!!”. Ok? Ok che? Ok no. No perché alla fine comunque io sotto, sotto, penso di avere ancora un pezzettino di cuore per lui. Anzi no guardate, lo confesso. Gli voglio bene. Ok l’ho detto. Ma dimenticatevelo subito. E’ solo che…. che quando viene a dormire solo dove sono io, quando faccio il bagno e lui mi aspetta sul bordo della vasca (la massa d’acqua, quella la conosce a confronto della doccia), quando lo chiamo e arriva, quando con la testa s’infila sotto il palmo della mia mano, quando lo sgrido e facendo finta di niente mi si siede accanto sperando ch’io non lo veda, quando faccio ginnastica e lui vuole farla con me, quando piange perché esco sul terrazzo a stendere, quando mi viene in braccio e mi ciuccia una ciocca di capelli, quando misura la lunghezza della sua zampa a confronto di un mio piede, quando sta a guardarmi innamorato mentre mi vesto al mattino, quando pretende di passarmi lui il pennello del phard sulle guance o sceglie il colore per il mio ombretto, quando mi perde gli orecchini ma poi dopo giorni me li riporta felice…. Per tutto questo si, lo ammetto, gli voglio bene. E’ il gatto più vivace che ho conosciuto nella mia vita ma posso dire con sicurezza che è anche il più affettuoso. Il MIO Gino.
Magazine Diario personale
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