Magazine Cultura

Gioca con me, un racconto horror di Monica Gabellini

Creato il 13 novembre 2013 da Tizianogb

Gioca con me, un racconto horror di Monica Gabellini
La luna è piena nel cielo e, come ogni mese, mi ritrovo a suonare il campanello di Hellen sapendo che lei non aspetta altro. Ha già preparato tutto: le luci sono abbassate e la scacchiera è pronta sul tavolino al centro della sala. Mi saluta distrattamente e mi fa cenno di sedermi dalla parte dei bianchi. Il nero è sempre suo. Si siede guardando i suoi pezzi e accarezzandoli con affetto, come se fossero un piccolo esercito. Il suo piccolo esercito. Io rabbrividisco ogni volta che la vedo fare quel gesto con un sorriso folle sulle labbra. Hellen non è una bravissima giocatrice e sono quasi sempre io a vincere ma, quando perdo, succedono delle strane cose. “Scacco!” urla raggiante lei. “No, accidenti. Mi hai fregato, questa volta!” rispondo io terrorizzato.
Prima di riporre i pezzi, Hellen mi chiede di sceglierne uno dei miei per il suo strano gioco. Ho una paura del diavolo: chissà se anche stavolta succederà? Forse dovrei sceglierne uno poco importante. Osservo i miei pezzi uno per uno. La torre non la sceglierò mai più: tutti ricordano bene quello che è successo l’ultima volta! Di pedoni ne vengono investiti a sufficienza, anche senza il mio contributo. Il cavallo l’ho scelto una volta e il giorno seguente diedero la notizia di un incidente sull’autostrada dove ne erano morti una decina. Ricordo ancora l’afa di quel giorno di luglio. Mi sentii mancare l’aria mentre ascoltavo il notiziario alla radio e non potei evitare di tornare alla sera prima con la mente, per collegare le cose. Che stupido, come faccio a pensare che sia vero. Dovrei smettere di leggere certi romanzi, mi fanno diventare paranoico. Non posso certo prendermi la colpa per quello che succede nel mondo! “Allora? Hai deciso?”
Si sta prendendo gioco di me, lo so. Non può essere diversamente. Guarda con che ghigno sta aspettando che io scelga. Sono sicuro che sappia quello cui sto pensando. E la cosa la divertirà ancora di più, intuendo tutte le paranoie che mi sto facendo.
“Un attimo, ci sto pensando!” cerco di prendere tempo, ma a che mi servirà non lo so proprio.
Che ironia: una volta pensavo che le piacesse giocare a scacchi solo per il piacere della mia compagnia, viste le sue scarse qualità di giocatrice. Ora non mi illudo più di piacerle, anche se non ho smesso di chiedermi perché scelga sempre me. “E va bene … scelgo il Re!” Andata! E’ il più importante, alla faccia di quello che avevo pensato prima, ma un nome devo farlo, tanto vale sceglierne uno singolo. Hellen, delusa, comincia a pensare, poi il suo sorriso si allarga, mi schiocca un bacio sulla guancia e dopo avermi ringraziato mi accompagna alla porta. Grazie al cavolo, chissà di quale Re daranno notizia domani?
Dopo una notte insonne, vado a lavorare. Non ho ancora smesso di torturarmi la mente. A mezzogiorno ancora nessuna notizia di reali uccisi. Naturalmente, come ogni giorno, il telegiornale non è privo di notizie tragiche, tra cui quella di un treno deragliato vicino a Scandiano. Pare ci siano parecchie vittime, ma se tra queste ci fosse stato qualcuno di importante l’avrebbero già detto. Sarò anche perfido, ma comincio a tirare un sospiro di sollievo.
Finalmente è ora di cena. Accendo la tv e, quando sto per infilarmi in bocca una forchettata di pasta, leggo i titoletti che scorrono in basso al televisore mentre danno la notizia del treno deragliato. “Tragedia in Emilia: un treno deraglia vicino a Scandiano (RE)”. Quelle due piccole letterine tra parentesi mi gelano il sangue. L’improvviso squillare del telefono mi fa trasalire, ma non ho intenzione di rispondere: partirà la segreteria. “Ciao, sono Hel.” Dice la voce divertita al telefono. Per poco non cado dalla sedia. Possibile che non ci abbia mai pensato prima? Hell come inferno, Hel come la dea degli inferi.  “Volevo ringraziarti per la bella partita di ieri.” Fisso il telefono odiandola. “Stai lontana da me” le urlo pur sapendo che lei non può sentirmi. Eppure comincia a ridere. “Non vedo l’ora del prossimo plenilunio, ciao Angelo!”
FINE

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Dossier Paperblog

Magazines