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Giocando Martino: da un’Opera Alchemica a una Poesia Simbolica

Da Giovannipelosini

Giocando Martino: da un’Opera Alchemica a una Poesia SimbolicaGiocando Martino

Testo ispirato all’opera di Martino Barbieri Calori “Labirinto Alchemico – io non mi accetto, 7/11/06″ (foto a fianco)

Il bambino sporge la sua manina fuori dall’utero materno cercando accoglienza ed accettazione: può trovarla nel tittillare il capezzolo materno? O forse è questo un modo per tornare alle origini primordiali del seme che lo generò e che ne indicò il cammino in gran parte segnato?

Non si scappa, piccolo, ti aspettano le caselle di un percorso ad ostacoli: 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16 …

A 17 anni rischi di cambiare vita o di cambiare morte.

18, 19, 20, 21, 22 …

Completi il Sentiero degli Arcani Maggiori.

E avanti così per un secondo giro. E poi per i successivi, mentre gli Arcani Minori scandiscono le tappe …

Nel groviglio intestinale c’è il dolore e la fatica dell’elaborazione.

Puoi scegliere, piccolo, come muoverti nei meandri della vita. Puoi scegliere se indulgere o fuggire, se volare in alto o scavare in basso. Puoi scegliere se restare più o meno tempo nelle caselle di questo spiralico “gioco dell’oca”. Puoi anche scegliere se tornare indietro a ripercorrere sentieri noti, più o meno rassicuranti.

Stai il doppio del tempo nella casella 51 per poi saltare direttamente alla 53: due volte ti innamori laboriosamente per poi fare una scelta di distacco.

Scegli di saltare la casella 57. Scegli di non esistere per un po’, sospeso nel limbo del gioco. Poi riparti, alla ricerca di te. Costi quel che costi. Scandisci i tempi.

79 caselle meno 1 casella saltata fa 78: tutti gli Arcani! Tutte le prove, tutte le esperienze!

Le caselle sono i sottomultipli del tempo non lineare.

La fine non è mai la fine, specialmente se il percorso va a ritroso, come dai visceri alla bocca. Ma è un tunnel ascendente e mistico ciò che ti aspetta.

Troppo sensibili sensilli scuotono i nervi elettrici di un’intelligenza addominale e profonda che fa a meno di vuote occhiaie.

La realtà si capovolge nel rame dorato e materno,

di Venere figlio,

d’Amore.

Per accettarmi, giocando, giocando, giocando!

Quanto sono aliene le forme che ti circondano?

Quanto male fanno alle sensibilità delle pellicole che rivestono i tuoi corpi?

Quanto è necessario capirlo ed accettarlo?

Mangi un boccone di cibo e lo trasformi dentro di te.

L’alchimia digestiva rielabora e trasforma ciò che non sei in ciò che sei.

Talvolta occorre tempo e doppia ruminazione, ma la magia opera sempre questa grande trasformazione. Esistenza dopo esistenza.

E, magia suprema, con lo specchio scopri che non sei solo, che tutti hanno la stessa necessità di accettare ciò che è alieno in sé: accettando si è accettati. Tutti e tutto.

Persino il giapponese può essere tradotto, rielaborato, trasformato, accettato.

Si trasforma e ci si trasforma.

Magia alchemica della Vita! E della morte, che ne è momento.

Sublime manifestazione del Divino!

La più sublime e spontanea manifestazione del divino nell’uomo è il gioco.

Il gioco fine a se stesso, il gioco per giocare.

Giocare per giocare.

Non condannarti mai più, piccolo uomo! Puoi sempre cambiare gioco, se non ti piace.

Giocare per piacere.

Amati, piccolo uomo!

Non condannarti mai più!

E gioca sempre …

Per accettarmi, giocando, giocando, giocando!

… per vivere!

Giovanni Pelosini

(testo alchemico scritto presso Treggiaia University il 17/12/2006)


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