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Giocare col cibo senza essere bambini

Creato il 11 dicembre 2010 da Giorgiofontana

A me questi torinesi Cuochi Volanti mi sono stati subito simpatici, a cominciare dal nome e dal marchio molto patafisico e quindi molto in linea con la mia visione del mondo.
Giocare col cibo senza essere bambiniAppena me li ha evocati un post da qualche parte, non ricordo dove, li ho cercati in Facebook , me li sono amicizzati ed ora li seguo nelle loro performance.
Da loro vengo a saper che stanno preparando la nuova ricetta per PLAY WITH FOOD n.1, anno II – LA SCENA DEL CIBO ASPETTA ANCHE TE! un contest di performer di varia estrazione e natura sul tema rigorosamente orientato al cibo, a come declinarlo, trattarlo, abusarlo e trasformarlo.

Quanto il cibo sia una materia di cultura materiale e cultura alta non lo scopro io.
Il cibo è legato alla convivialità, allo scambio, alle relazioni, alle pulsioni feticiste e alle madeleine proustiane; è ambito nel quale si manifesta l’amore di coppia, l’amore materno, la familiarità e il lessico famigliare e l’imprinting che porta l’amore per la vita o il suo rifiuto conflittuale.
Dal Pranzo di Babette alla Grande Abbuffata, che sono lo streaming moderno che deriva dai trascorsi di Rabelais e dagli Zanni della Commedia dell’arte.
Molto della nostra esistenza ruota attorno al cibo e la sua traccia si evidenzia dentro e fuori di noi, dai profumi intensi che si aspergono in una via di Palermo a quelli rassicuranti e casalinghi  della domenica a casa della mamma.
Ci sono persone a cui sono legato che hanno fatto della cultura del cibo uno spazio esistenziale e una professione, Marcella, che a Torino scala la  cucina dalle Grandi Torte alle Miniature , e Sulay che a Roma si è inventata la webtv dei saporipiù conturbante online.
Sarà casuale ma chi maneggia  il cibo con virtuosismo sa pizzicare le corde profonde della mente e provocare quella corrispondenza d’amorosi sensi che rende la vita veramente inimitabile.

E infine il marketing sensoriale è il più piacevole.


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