Sono un artista.
Di strada.
Roteo le mie fiaccole, ne ammiro le carambole e i disegni che le scie del fuoco lasciano nell'aria, insieme ad una piccola coda di fumo nero.
Danzo in uno spazio limitato, col naso all'insù, attenta a recuperare velocemente la mia posizione, attenta a rispettare i ripetuti lanci in aria, seguendo coi miei movimenti ogni possibile variazione di traiettoria.
Trattengo nella mia bocca un liquido pungente e amaro e, come buon dragone d'altri tempi, scaglio i miei piccoli incendi innocui contro chi mi trovo davanti.
Nessuno resiste al fascino del fuoco; nessuno resiste all'idea di provarci, almeno una volta.
Il guaio è che nessuno ti insegna a giocare col fuoco.
Lo fai e basta.
A volte si improvvisa e, con la fortuna del principiante, si fanno anche bei numeri d'effetto, stupefacenti... Altre volte ci si carbonizza i capelli,si spaventano i bambini, si bruciano gli zaini di tela indiana che da sempre ci accompagnano nelle trasferte di piazza in piazza...
A volte ti scotti.
Altre volte ti ustioni.
Per dirla tutta, non va sempre bene.
E' difficile capire quand'è il momento giusto. E' tutta una questione di sincronia, di corrispondenza tra il movimento e la triettoria degli occhi.
Sintonia tra ciò che fai e ciò che desidereresti accadese.
Perchè il vero spettacolo comincia lì, quando le mani lanciano in alto spicchi di fuoco ma solo gli occhi ne raccolgono la strada e la riportano a te... A te che sei lì, col fiato sospeso per me e per il mio possibile errore.
Sono gli occhi che conducono il gioco, gli occhi che fissano la storia delle evoluzioni sopra la mia testa e gli occhi che ti catturano e ti accarezzano mentre ti guardo attraverso le fiamme.
Anche a fiaccole spente, anche nell'asetticità di una piazza vuota, senza l'acqua che zampilli nelle fontane e senza il chiacchericcio della gente che lecca coni gelato e spinge passeggini, ...anche allora gli occhi ti inseguono per la via.
Se mi guardi con attenzione vedrai lo stesso bagliore delle fiamme che incrocerai nel mio spettacolo, poi, domani.
Lo stesso calore intenso e provocante che ti spinge a restare a guardarmi anche quando tutto è finito e sto mettendo via la mia roba. Anche quando il fuoco si è spento.
Ti sembro diversa, forte, padrona e dominatrice, ti sembro irraggiungibile, desiderabile, ma anche profondamente evitabile.
Mi incontri senza meta e senza casa ed è come se non appartenessi a nessuno se non a te, nell'attimo stesso in cui mi guardi nella magnificenza del mio spettacolo.
Non sai se ho paura, non so se ho paura. Fisso lo sguardo al fuoco e dal fuoco mi lascio guidare.
E' una passione che nasce senza controllo,senza natale.
Come una vera e propria alchimia, come se appartenessi all'attimo in cui il fuoco mi lascia e a me ritorna...
Giocare col fuco è una cosa meravigliosa, rischiosa, adrenalinica, fatale e pericolosa.
Puoi essere ciò che non sei oppure puoi rafforzare ciò che nella vita quotidiana sei in realtà.
Fa venir fuori i desideri più nascosti, il coraggio che riponi nel portafoglio insieme alle foto dei bambini, le fantasie di un domani mirabolante e scottante come le fiaccole che si maneggiano. Ti senti re, regina, privilegiato suddito, per una notte, un giorno, un attimo, il tempo necessario per sentire l'emozione del gioco.
Ti perdi nel sogno di una grandezza che non hai e navighi da capitano sul mare agitato e brumoso.Smetti di essere mozzo, smetti di essere infelice e povero e ti ricopri del piacere di essere qualcuno, per qualcuno, per poco.
Vorresti proseguire per sempre, per sempre sotto lo sguardo tremulo ed eccitato di chi si prende pena per te e applaude , per una volta, alla tua bravura...
Vorresti sempre quelle mani e quegli occhi attenti su di te e sempre ricambiare con tanta profumata emozione.
Vorresti parlare ma non puoi perchè, nello spettacolo di chi gestisce il fuoco, le parole sono fiamme.
Ti scelgo tra la folla, mi approprio di te per qualche attimo e allora...guardami mentre gioco col fuoco, ma non distrarmi...
Domani non mi vedrai più. Il fuoco mi attende altrove.
Magazine Racconti
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