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Giocare è un pò morire

Da Crudina
Tanti vogliono giocare.
Ti chiedono: "giochi con me?"
Pensando che siano portatori sani di destrezza, fortuna, forza ed inganno. Doti riportate tanto nei vocabolari etimologici, quanto nelle menti perverse di certe persone.
Quelle che, quando ti fanno questa domanda senza nemmeno sapere con chi hanno a che fare, non immaginano nemmeno il gioco al massacro che possono causare.
Tirano dadi, proseguendo nel loro percorso numerato. Possono avere sempre la fortuna di capitare nel Parco della Vittoria o di vincere un giro e superarti.
Prendono l'amore e il rispetto come un Twister emotivo, dove con un niente, quando tu sembravi così ben posizionato ed ancorato con mani e piedi, sanno buttarti a terra e farti rimanere con le gambe all'aria, anchilosato come la volontà che si è persa man mano che si è persa l'ennesima partita.
Calciano la casellina del tuo proprio domino interiore, procurando nel tuo cuore uno tsunami così violento da buttare giù l'intero schieramento in un colpo solo.
Sono quelli che la slealtà e la mancanza di regole ben precise la fanno da padrone, perché, in questi casi, il libretto delle spiegazioni viene sempre perso o buttato ancor prima di leggerlo,tanto,pensano, le regole le possono riscrivere.
Perché sanno o sperano di trovare l'avversario più sprovveduto, che punta sé stesso come fosse fiche al Casinò di Montecarlo.
Si buttano via per un ludico momento, ma non hanno paracaduti abbastanza grandi da poterli salvare in caso perdessero anche la dignità.

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