Sturmtruppen, arrivata in veste di collega quest’anno alla scuola della ‘povna, appartiene a quel 90% di docenti di lingua straniera che, da soli, bastano a spiegare l’incompetenza alloglotta dell’Italia, tutta quanta. Ma in realtà, prima che come (cattiva) insegnante di inglese, la ‘povna e gli altri avevano già avuto modo di conoscerla, in veste di mamma di Aliscapolo. Ragazzo della leva dei Merry Men, non è mai stato direttamente alunno della ‘povna, anche se lei (un po’ come tutti) ha imparato ben presto a conoscerlo. Un po’ perché se lo è portato su in gita in Appennino per due anni di seguito, seconda dopo seconda, e un po’ perché sia lui, sia i suoi genitori (Calatrava e, appunto, Sturmtruppen) avevano avuto modo di segnalarsi a più riprese. Di fronte alle malefatte del figlio (ragazzo sperduto quanti altri mai, che reagiva in maniera violentemente oppositiva a tutto e tutti – non a caso ha raddoppiato gli anni di frequenza del biennio), entrambi avevano tampinato, e spesso, i vari consigli di classe, mostrando un’arroganza nel chiedere clemenza inversamente proporzionale all’attenzione seria (memorabile fu la volta quando, di ritorno dall’Appennino, Aliscapolo non trovò nessuno a prenderlo, perché “mi dispiace, non abbiamo tempo” e fu riaccompagnato a casa dalla mamma di un compagno straniero, di quelli che lui ostentava di disprezzare) che riservavano ad Aliscapolo a livello personale.
Alla fine, dopo l’ennesima bocciatura, Aliscapolo aveva lasciato la scuola, ed era stato iscritto alla privata, di quelle “3 anni in 1, paghi e passi” (la stessa che hanno frequentato Movida, Bagni e Jago, i nuovi acquisti dei Merry Men quest’anno), per poi finire a fare in gloria l’ultimo anno (questo) in quinta in una privata cattolica famosa per concedere l’ammissione all’esame senza farla troppo sospirare.
In un contesto di questo genere, Sturmtruppen è arrivata quest’anno in tempo per prendere la quinta dei Merry Men, lasciata scoperta da Patty Albione per motivi di costruzione dell’orario di servizio, ed è stata la catastrofe. Perché, al netto di ogni considerazione didattica (l’inglese lo sa poco e male, peraltro; ma questo, la ‘povna lo ripete, per il 90% degli insegnanti di lingua è buona norma), il problema di Sturmtruppen è quello di non essere risolta. E, se c’è qualcosa che impedisce di default di essere un insegnante non buono, ma decente, ed è per sua natura irredimibile, è proprio questo: perché la didattica si impara, le conoscenze sono un pre-requisito, ma l’autorevolezza che deriva dalla risoluzione con se stessi, quella no: o si ha non si ha, purtroppo. E non averla significa, in prima come in ultima istanza, non essere in grado di insegnare. Figuriamoci in una classe come quella dei Merry Men, poi, i quali – acufenici, sbuccioni, capaci di muoversi sul filo delle regole – hanno avuto però ben chiaro, da sempre, quali dovessero essere le prerogative di un adulto, e sono pertanto molto poco disposti a rapportarsi con chi, per esempio se deve punirli, ondeggia, oscilla, e in definitiva chiede scusa per fare quello che – e loro lo sanno benissimo – dovrebbe solo con tranquillità fare.
Per fortuna, il consiglio di classe di quest’anno ha in sé elementi abbastanza risolti, invece, che dettano il passo della danza; le sortite fuori luogo di Sturmtruppen sono state contenute, via via, dai funambolismi diplomatici di Esagono, della ‘povna e dell’Ingegnera Tosta. Che hanno ingoiato tanti rospi, consolandosi con la battuta che era diventata un mantra: “Del resto, è pur sempre la mamma di Aliscapolo”.
Ma i nodi prima o poi vengono al pettine; e il “poi” è adesso, a 24 giorni dall’esame.
Perché Sturmtruppen – che di suo non ha la risolutezza per poter sostenere una decisione propria fino in fondo – nei confronti degli Smarginati mantiene un atteggiamento di ambiguità costante: da un lato, continua a chiamarli interrogati tutti i giorni, dall’altro poi si lamenta che non riesce ad andare avanti (e dunque infarcisce il programma di cose non spiegate – e quest’anno Inglese è esterna), dall’altro ancora li mantiene lì, tra il 5 e il 6, senza prendere il coraggio di decidere lei, che voto finale dare, e nello stesso tempo lamentandosi costantemente che non sono abbastanza preparati.
Dieci giorni fa, vista la mala parata, la ‘povna ha deciso di scendere in campo. Nei pomeriggi di doposcuola, hanno così iniziato a ripetere inglese a testa bassa, facendo riassunti su riassunti. E’ così riuscita a far prendere un voto alto agli ultimi non smarginati che ancora dovevano essere chiamati alla lavagna (Teofilo, Stuffy e Grande Giovanni), ma nel frattempo Sturmtruppen ha cavato fuori la novità che “non so su che cosa, e soprattutto se, potrò ancora interrogare”.
“Ma se aveva detto che ci richiamava su tutto il programma una volta finito il giro?” – esala Cirillo Skizzo il sabato a mezzogiorno, tra i singhiozzi.
“Io, glielo giuro, quella donna non la capisco” – gli fa eco Orlando con la voce da non-lo-dico-perché-faccio-Orlando-ma-proprio-perché-è-verissimo.
Che sia verissimo, la ‘povna la sa bene, a sua volta – e un’occhiata della Pesciolina le conferma che la situazione è critica. E allora prende una decisione.
Senza dire niente, sale le scale della casa sull’albero. E’ l’una e venti, ma la ‘povna sa che Sturmtruppen è ancora asserragliata lì dentro (di sotto, SignorePietà sta facendo ripetizioni di Muri&Impianti, e Sturm scenderà solo dopo, per evitare di incontrare i ragazzi).
“Oh, ciao” – (Faccia finto-sorpresa della ‘povna).
“Ciao”.
Poi, la prende larghissima. Piano piano, parlando parlando, coinvolge Sturmtruppen fino ad arrivare al profitto della classe.
E “sono preoccupata”. E “hanno voti bassi”. E “non vogliono studiare”.
“In realtà ora stanno studiando” – azzarda la ‘povna – “è che ci si son messi tardi. Sai, tutti i pomeriggi, col doposcuola, lavorano molto”.
“Ma allora è vero che ripassano?”.
La ‘povna si morde la lingua.
“Certo che è vero, stanno con noi praticamente tutti i giorni. Solo” – pausa – “hanno bisogno di scadenze ben distribuite e molto nette”.
“E’ che con me non studiano. Pensa…”.
La ‘povna è tutta orecchie.
“… io li richiamo tutte le volte, per vedere se posso farli rimediare. Ma non hanno studiato. E dunque mi tocca dar loro un altro 4″.
“Ma, scusa, Sturm, non è l’interrogazione di recupero?” – la ‘povna è cauta.
“Sì, ma se loro non escono perché dicono di essere impreparati. E’ maleducazione, questa, e devo sanzionarla”.
“Ma… Ti rispondono male, sono sgarbati, urlano…”.
“No, però mi dicono ‘Mi scusi prof., non ho fatto in tempo a studiare, è inutile che esca'; capisci che è un atteggiamento assai scorretto”.
Alla ‘povna viene in mente quando Aliscapolo lanciò un compasso contro un’insegnante che lo aveva ripreso perché stava dando fuoco alla cartella di un compagno, durante l’ora di Scienze. E, a questo punto, fa quello che è venuta a fare, e che sapeva avrebbe cavato dall’inizio:
“Beh, forse dovremmo scavare nella ragione di questa scorrettezza”. E poi, con aria svagata: “In fondo, siamo tutti mamme e babbi” – pausa – “zie e zii di ragazzi che sono, in una maniera o nell’altra problematici”.
Sturmtruppen alza la testa; è colpita, si chiede se la ‘povna l’abbia fatto apposta. Ma lei sta sfogliando il manuale, come sovrappensiero. “Ah, ecco il testo del brano che voglio leggere lunedì, per fortuna è presente”.
“Effettivamente” – bofonchia Sturmtruppen – “E però come aiutarli?”.
La ‘povna aspettava solo questo.
“Senti, ma se provassimo a far studiare ai sei inglese al doposcuola, e magari tu li interrogassi extra, su tutto il programma? Potrei provargliela io, la lezione. E potremmo stabilire delle date in cui farli venire, magari fuori ora, così non perdi tempo per le ultime spiegazioni”.
“Ecco, sì, magari. Ma loro devono venire, però”.
“Verranno, Sturm, te lo garantisco. Se gli diamo dei giorni certi, e tempo per prepararsi, vengono”.
“Lo faresti?”.
E’ il tempo del secondo e ultimo affondo:
“Certo che sì. Del resto, come ho spiegato loro l’altro giorno, un loro fallimento didattico è in prima istanza anche il nostro”.
Sturmtruppen sospira. Cede le armi. I restanti minuti si giocano sugli accordi specifici su giorni e pezzi di programma (e sui 4 ‘di punizione’ da cancellare). Poi la ‘povna saluta e corre in stazione con quell’ora e mezzo di ritardo.
“Sono riuscita a ottenere da Sturmtruppen un programma e un calendario per le interrogazioni di recupero” – telefona all’Ingegnera Tosta.
“Come hai fatto?”.
“In realtà ho giocato sporco. Le ho ricordato, indirettamente, ma non velatamente, che era pur sempre la mamma di Aliscapolo”, spiega la ‘povna quasi contrita. Ma la risposta dell’Ingegnera è netta.
“Hai fatto bene: abbiamo talmente poco tempo che il fair play può aspettare”.