- Amore di mamma, andiamo a letto che è ora
- Sì, Miemi nanno. Ma Ossssso...
E mi indica il suo peluche preferito, quello che si porterebbe ovunque, anche in capo al mondo.
Un orso.
Bianco.
Di 120 centimetri.
Di tutte le creature che vivono a casa mia, solo lui. Non la povera Pimpa, abbandonata tristemente con la lingua di fuori, non il lupacchiotto con gli occhioni azzurrri da squilibrio della tiroide e nemmeno la deliziosa bambolina rosa o la regina dei pirati.
Lei vuole lui: OSSSSSSO.
Complice la totale dipendenza da Masha e Orso, il cartone animato più cocainomane di sempre che ripropone in loop i soliti trenta episodi da cinque minuti l'uno forever and ever, esiste solo lui: Ossso.
E dire che appena entrato in casa nostra, dono della zia Elisa dopo una sfebbrata di Emma che toccò il picco dei 40, lei non lo aveva degnato nemmeno di uno sguardo, relegandolo al ruolo di appoggia bambole.
Oggi, alla soglia dei due anni, Orso è uno di noi. Si siede a tavola, occupa la sua degna porzione di letto, prende il biberon, la pappa, il ciuccio e la gnocca gli lava con cura maniacale i denti. una cosa degna di nota, specie considerando il fatto che non ha la bocca.
Soprattutto Orso deve essere scarrozzato su e giu dalle scale sempre e solo in braccio alla sua padrona, e considerando le dimensioni di quest'ultima l'operazione non è delle più semplici.
Ma Orso ha anche i suoi vantaggi.
Non ti vuoi mettere le scarpe? Le metto a Orso. NO, io!!!!!!
Non vuoi il biberon? Lo beve Orso! NO, io!!!!!
Non vuoi metterti il pigiama? Lo metto a Orso. No, io!!!!!! Io!!!
Mettiamo lo spray al naso? NOOOOOOOOOOOOOOO! Allora lo metto a Orso. Sì, Ossso!
Non è che può valere per tutto, eh...