Giochi e delizie, di Silvia Forte e Claudia Graziani – Racconto erotico, Delos Digital, 2015
Scheda a cura di Ilaria Tani
“Sola.
E prigioniera del buio.
Due lacrime mi solcano il viso, si adagiano lente sulle gote e tracciano binari roventi. Ho il fiato reciso e i ricordi di un tempo mi trapassano l’anima.
Non trovo pace.”
Giochi e delizie, di Silvia Forte e Claudia Graziani, non è solo un racconto erotico. Ci sono molteplici sfaccettature in questa storia che non è solo sesso, non è solo l’inizio di un amore, è soprattutto la rinascita di una donna. Una come tante: con qualche chilo in più che la rende insicura quando si spoglia, alcune delusioni alle spalle, un rapporto sbagliato che l’ha prosciugata della tenerezza verso se stessa e della fiducia verso il sesso opposto.
Questa è Noemi, una di noi, che anche se si sente sbagliata e nulla di speciale, dentro di sé ha ancora la scintilla vitale che la spinge a mettersi i tacchi e un vestitino carino per uscire e cercare un po’ di tranquillità in un luogo che ha sempre voluto visitare: l’antica biblioteca del corso.
Tra il silenzio e i volumi di letteratura medioevale, però, Noemi troverà ben altro che la pace: Daniele fa il bibliotecario, è sexy e la guarda con un desiderio che non lascia Noemi indifferente.
Il loro gioco ha inizio lì, tra i libri, per spostarsi poi in una villa antica fuori città, dal pavimento a scacchi bianco e nero sul quale Daniele le proporrà di mettersi in gioco in una partita molto speciale. In palio? Non solo un’esperienza sessuale fuori dalla norma, ma soprattutto la possibilità di lasciarsi il passato alle spalle e iniziare qualcosa di importante assieme a lui, perché l’amore non sempre segue i modi più usuali per sbocciare.
È un racconto ben scritto, che alterna uno stile poetico a un linguaggio più moderno, a seconda che si parli di riflessioni intime o si descrivano scene di vissuto quotidiano. Le scene erotiche sono intense e raffinate. Emblematico il momento in cui lei, nuda, pensa ai suoi chiletti di troppo, ai fianchi generosi e si chiede come possa trovarla attraente Daniele. Per fortuna ci pensa lui, con la sua passione, a farla sentire accettata e desiderata.
La storia si apre con le lacrime di Noemi, il suo pensare al passato, il ripercorrere gli eventi che l’hanno portata a non essere felice, per approdare poi ai primi spiragli del cambiamento, fino alla scena finale: un’alba, nel vero senso della parola, del corpo e dello spirito.
È una lettura scorrevole, un testo armonioso che testimonia, a parere di chi scrive, la sintonia e l’affiatamento delle due autrici. Si sente che hanno amato Noemi, che hanno fatto il tifo per lei e l’hanno sostenuta nei momenti più difficili. Proprio come succede a chi legge la sua storia.
“Daniele sembra tranquillo, determinato. Io no. Non dovrei fidarmi di uno sconosciuto. Sono consapevole del rischio, ma una parte di me vuole provare a tutti i costi l’ebrezza della sfida, forse per sentirmi viva. Chissà se sono ancora in grado di provare emozioni.”
Chissà quante persone se lo chiedono: sono ancora in grado di provare emozioni?
Auguro a tutti di cercarle, le emozioni, come ha fatto Noemi, che non ha voluto restare impantanata in una situazione stabile, ma che la spegneva ogni giorno un po’ di più. Ci vuole un po’ di coraggio per buttarsi, un pizzico di pazzia, perché non sempre ciò di cui abbiamo bisogno è quello che ci è stato insegnato, per cultura ed educazione, a scegliere:
“Daniele è l’uomo che ho sempre desiderato, ma che non avrei mai scelto.”
Ciao, Noemi. Grazie per averci raccontato la tua storia.