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Giochiamo?

Da Marcoscataglini
Picture Viviamo un periodo storico e politico in cui tutto si fa dramma, polemica, litigio, in cui si alza il volume, si urla, ci si indigna, si manda amorevolmente il prossimo a quel paese. E' colpa della crisi, si dice: e chissà, forse è vero. Meno soldi in tasca, meno felicità: ecco l'equazione proposta da quelli che se ne intendono (sic), legando direttamente la capacità di ognuno di realizzarsi nella vita ed essere sereno e soddisfatto al semplice fattore economico. E' il momento buono per parlare di giocattoli, allora. Non di quei giocattoli moderni che i nostri figli e nipoti -imparando sin da piccoli a legare la propria soddisfazione al denaro- chiedono a gran voce e ottengono quasi subito per poi buttarli in un angolo: giochi elettronici, moderni, sofisticati. No, parlo di quei giocghi di una volta, quelli che ci si costruiva da soli, o che costavano due soldi, ma dei quali non ci si stancava mai. Ricordate? Noi fotografi, in fondo, anche se adulti, siamo dei bambini, e amiamo i nostri giocattoli fotografici. Solo che a volte la tecnologia è semplicemente troppa: vorremmo tornare alle origini, scattare una foto e sorridere. A me capita quasi sempre quando scatto una fotografia con la mia Holga: faccio claaack, e istintivamente gli angoli della bocca si sollevano verso l'alto. Il bello è che la stessa cosa succede anche a chi mi sta intorno. Magari è un sorriso di commiserazione ma, accidenti, è un sorriso! E di questi tempi...
La Holga è la Toy Camera (fotocamera giocattolo) più nota e, al giorno d’oggi, anche la più usata dai foto-artisti. Offre un bagaglio tecnico di prim’ordine: un obiettivo da 60 mm di lunghezza focale (circa) composto da UNA lente di plastica, un tempo fisso di più o meno 1/100 di secondo (più l’indispensabile posa B) ed un unico diaframma f/8! Vi sembrano limitazioni eccessive? Eppure si può fare di tutto con una Holga, basta applicare quell’accessorio fondamentale che è la creatività (e non guasta avere anche un po’ di fantasia e buona volontà). Possono piacere o meno, ma le foto  scattate con una Holga le riconosci subito. E questo, in fondo, è già un pregio. Esistono sul mercato diverse altre Toy Cameras (a cominciare dalla Diana Clone), per non parlare delle innumerevoli fotocamere vintage reperibili come usato, ma la Holga sembra davvero avere qualcosa in più, al punto che esistono innumerevoli tentativi di imitazione, anche in digitale. Tentativi inutili, direi, perché l’effetto Holga può essere avvicinato lavorando al computer, ma non raggiunto. Perciò se si vuole un certo tipo di immagine, è giocoforza dover acquisire nuovamente pratica con la pellicola e sfruttare il plasticoso obiettivo della toy camera cinese: e, ovviamente, imparare di nuovo a sorridere!

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