[on air:Queen Latifah - I Know Where I've Been]
È che poi un giorno i figli decidono che è tempo di non essere più bambini e di crescere. Lo fanno da un giorno all’altro. Oggi giocano con macchinine o bambole, domani ti chiedono di uscire con gli amici o cominciano a guardarti come se tu fossi una specie di mostro terrificante, senza cuore e senza storia precedente. È il corso naturale degli eventi , per fortuna accade però quando arriva quel momento non è facile per chi cresce e nemmeno per quel terrificante mostro senza cuore che è il genitore…a meno che non si sia sempre considerato il proprio figlio un essere incapace di formulare pensieri che abbiano un senso-ché alcuni genitori lo pensano.
È che quando oltre a una autonomia di pensiero, in cui hai sempre creduto anche facendo da guida, ti viene chiesta una autonomia di azione il discorso si fa più difficile. Devi riuscire a conciliare l’essere genitore aperto (non amico intendiamoci, il genitore è genitore non può essere amico) con l’essere guida severa per consentirgli avvicinarsi al domani consapevole che vivere richiede ragionamento, che ogni azione condizionerà le azioni successive, che la cazzata fatta per conformarsi alla società la pagherai in prima persona mentre la società di te si dimenticherà molto, molto velocemente.
Forse la mia è una visione negativa ma, consapevole del fatto che nessuna “guardia” ti mette al riparo dai rischi, preferisco restare di guardia e attivarmi per far capire ai miei figli che crescere non è un gioco, bensì una fatica che se affrontata in squadra risulta meno difficile per tutti.