Oggi, la commissione antimafia ha stabilito che ”il gioco, comprese le scommesse sugli eventi sportivi, anche per i rischi giudiziari relativamente limitati e per l’ingente volume di affari, e’ ormai diventato la nuova frontiera della criminalita’ organizzata di tipo mafioso”. La dichiarazione nasce da un allarme dato dal senatore Luigi Li Gotti, relatore della proposta sul fenomeno delle infiltrazioni mafiose nel gioco lecito e illecito realizzata dal VI Comitato. Secondo la relazione di Li Gotti ”‘Ndrangheta, Camorra, Cosa nostra, criminalita’ pugliese e criminalita’ sarda sono tutte coinvolte attraverso il corollario di reati che si affiancano al settore: non c’e’ regione d’Italia che sia immune dal fenomeno.” Inoltre a rendere veramente vasta la connessione crimine-gioco è l’offerta via internet che, come è noto sfugge a qualsiasi controllo italiano di cui un esempio concreto è quello delle ultime scommesse legate al mondo del calcio. Tornando al gioco illegale per cercare di capire le dimensioni del fenomeno, è scritto nella relazione della Commissione “basti pensare che tra il 2003 (anno in cui e’ cambiata la normativa) e il 2009 la raccolta del gioco lecito nel nostro paese ha superato i 309 miliardi di lire: in questo periodo la crescita e’ stata del 23%, dai 15 miliardi del 2003 ai 54 del 2009; nel 2010, la raccolta di gioco e’ lievitata di un altro 13%, raggiungendo i 61,5 miliardi e la proiezione per il 2011 e’ di un ulteriore incremento, fino a 70,4 miliardi.” Si legge online che secondo il relatore Li Gotti “E’ giusto il sostanziale via libera all’installazione delle macchine nei supermercati: in pratica, la cassiera sara’ autorizzata a darci il resto in ‘gratta e e vinci’. Il ‘gratta e vinci’ trasformato in moneta: se non e’ sollecitazione indiretta al gioco questa… Non solo: c’e’ anche un paradosso fiscale con il quale fare i conti: “la raccolta di gioco aumenta, le entrate erariali scendono. Nel 2009, a fronte di una raccolta di 54 miliardi di euro le entrate erariali avevano raggiunto gli 8,799 miliardi; nel 2010, a fronte di una raccolta di 61,5 miliardi, sono scese a 8,733 miliardi. E questo perche’ il settore e’ tassato in modo non uniforme”.
Poi, analizzando i dati resi pubblici dalla Procura nazionale antimafia si evince che il fatturato del gioco e’ pari al 3% del prodotto interno lordo e il settore da’ lavoro a 5mila aziende e 120mila persone.
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