Gioco sporco. Un romanzo di camorra, 'ndrangheta e scommesse
«Dentro il capannone che brucia, l’ex fagotto umano umido di piscio e vomito si è trasformato in un teschio adagiato su un mucchio di ossa annerite. Pare una bandiera dei pirati, col sorriso sghembo e il naso spaccato. E una puzza di merda essiccata da far schifo. Non è più il Ragioniere. Non è più Giovanni. È solo un infame che ha sgarrato. Pochi minuti e lo sapranno tutti. Le voci corrono, da queste parti. Ed è così che si muore, da queste parti. Bruciati vivi in un capannone, nell’ultimo buco di culo di paese di quello che chiamano Mezzogiorno. Ma mezzogiorno di cosa?»
Camorra, ndrangheta e gli affari sporchi dietro le scommesse legalizzate da uno stato troppo biscazziere e poco stato.
E anche una violenza lucida e feroce, per cui al sud si può morire per non aver voluto mettersi a posto col pizzo, perchè non hai voluto pagare la quota al boss sulla vincita all'Enalotto o perchè ti sei rifiutata di pagare la vincita della lotteria del paese, unica magra consolazione di una vita magra, senza possibilità di cambiamento.
Non solo è un gioco sporco, falso, legato agli interessi dei clan, quello dietro le scommesse sulle corse e sulle partite di calcio, le lotterie, le slot machine, i videopoker, i siti di giochi online (canali ideali per il riciclaggio dei capitali illeciti).
Ma è soprattutto un gioco estramamente redditizio: migliaia di euro guadagnate, spesso in nero come ha raccontato l'inchiesta di Report, in pochi minuti da una machinetta in cui giocatori ignari inseriscono le loro monete.
Finanziando la ndrangheta, o altri gruppi criminali (come ha raccontato la relazione della Commissione antimafia nel 2010).
Ma in realtà lo sporco dei clan non è solo dietro il gioco sporco (calcio, ippica, macchinette, sale bingo ..): nel libro viene fuori tutto un quadro di economia illegale che abbraccia bar, ristoranti, negozi di abbigliamento.
Un posto dove, come al sud, è sufficiente un onesto notaio, un prestanome, i legami con banche estere, per tirare su uno schermo che dia una parvenza di onesta ad un'attività commerciale.
Tutto troppo facile: e se c'è qualche sbirro o qualche magistrato "alzassero un pò troppo il tiro", basta aspettare che si calmino le acque.
Se al sud quello che vince è la rassegnazione (e il controllo del territorio da parte dei clan), al nord è l'indifferenza da parte dei tanti sindaci, che permette alla criminalità di entrare nei territori.
Meritandosi pure qualche ringraziamento, per i posti di lavoro che portano.
La storia raccontata dal libro, che attinge ai casi di cronaca degli ultimi anni, riguarda due famiglie criminali: La famiglia dei Laurino, i boss di Castellammare, e la ndrina dei Mazzaferro a Lamezia. Che , dopo aver combattuto le loro battaglie quotidiane per la sopravvivenza sul territorio, si alleano per entrare nel nuovo business delle sale da gioco al nord.
Da una parte Carmine, Raffaele e Marione, i Laurino, che controllano l'ippodromo di Agnano e tutte le corse , dall'altra i Mazzaferro: don Mimmo e i due giovani nipoti, Vincenzo e Giovanni.
Violenza, omertà, rassegnazione, avidità (per i troppi soldi che girano): un mondo, quello del gioco sporco, di cui se ne parla troppo poco.Alcuni passi estratti dal libro:
Gioco sporco - il business delle slot machine
Gioco sporco - Milano è cosa loro
Il link per ordinare il libro su ibs.
Technorati Gianluca Ferraris