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Gioia Tauro: no alla chiusura dell’ospedale, sì al potenziamento

Creato il 06 novembre 2013 da Yellowflate @yellowflate

 

gioiataurofotoChiudere il Presidio di Gioia Tauro non è la mossa giusta da fare,il piano di rientro del Commissario/Governatore Scopelliti,deve adattarsi alle esigenze del singolo territorio,ci sarebbero tante spese inutili da tagliare e ridimensionare che permetterebbero di risanare.Chiudere il Presidio Giovanno XXIII di Gioia Tauro non risanerâ il debito,poichè si continuerebbe a spendere soldi per pagare chi è all’interno…inoltre priverá i cittadini di un’assistenza immediata che in una situazione di emergenza/urgenza é vitale…come sempre é il cittadino a pagare sulla sua pelle errori dirigenziali e di scelte politiche…

Firmate la nostra petizione per dire NO ALLA CHIUSURA DELL’OSPEDALE DI GIOIA TAURO… SI AL SUO POTENZIAMENTO…

DI PINA CONDÒ
Ma perché un ospedale dove si salvano vite deve essere ridotto così?
Gioia Tauro, tra politici che non sanno nulla e straparlano in tv e medici in trincea

Presidio ospedaliero Giovanni XIII di Gioia Tauro. Appena si entra è affissa una lettera. Leggiamola insieme: “Richiesta di incontro urgente con la direzione generale dell’Asp 5 (Agenzia Sanitaria Provinciale) di Reggio Calabria. I medici del Presidio Ospedaliero di Gioia Tauro si rivolgono al Direttore generale dell’Asp 5 Reggio Calabria – Rossana Squillacioti – e al Dirigente sanitario del Presidio Ospedaliero di Gioia Tauro”. Nella lettera è scritto testualmente: “La pericolosa situazione di disagio professionale che coinvolge tutte le unità operative del Presidio Ospedaliero di Gioia Tauro ha raggiunto livelli di guardia non più accettabili. Sono carissime le carenze lamentate più volte – sia formalmente che informalmente – e mai risolte, e verso le quali sembra ormai esistere una forma passiva di assuefazione a più livelli. Con la presente si richiede un incontro urgente con la Direzione Aziendale all’interno del Presidio Ospedaliero di Gioia Tauro e si proclama lo stato di agitazione poiché è, seppur intollerabile , del tutto reale la possibilità che lavorare in tali condizioni possa esporre a rischio specie in casi di urgenza- emergenza, la vita dei pazienti che afferiscono al nosocomio di Gioia Tauro”.
In cruda sintesi la gente della Piana di Gioia Tauro, rischia di morire, in caso di urgenza-emergenza, in quello che definisco “viaggio della speranza” verso l’ospedale più vicino. Lo definisco “viaggio della speranza” perché in quel viaggio bisogna sperare non solo che il paziente arrivi vivo, ma anche che una volta arrivato abbia garantito un posto letto per poterlo ricoverare, cosa che diventa sempre più difficile visto che Il governatore Scopelliti in veste di Commissario per l’attuazione del piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario della Regione Calabria, continua nel tagliare posti letto con il rischio inevitabile di creare una situazione tale di ricoverati in esubero.
Una signora al mio fianco, leggendo la lettera, esordisce dicendo: “Tanto ormai hanno deciso, ormai è tutto inutile, se ne fregano se non abbiamo una struttura che garantisca assistenza immediata, almeno fin quando non si realizzerà l’ospedale Nuovo di Palmi, tanto loro – riferendosi alla classe politica che ha preso tale decisione – sono “cittadini di serie A” ed i soldi per pagarsi la clinica privata li hanno!”.
Parole arrendevoli e disilluse quelle della signora, che rispecchiano il pensiero e lo stato d’animo della maggior parte dei cittadini della Piana di Gioia Tauro e inoltre mi “giustificano” l’assenteismo, di pochi giorni fa in piazza Municipio a Gioia Tauro, dove c’era un collegamento con la trasmissione televisiva nazionale di rete 4, “Quinta colonna” ,che affrontava il tema “la salute in Italia” con tre collegamenti, uno dei quali proprio da Gioia Tauro. Durante la diretta, la parlamentare Anna Maria Bernini, seduta in studio, ha definito gli ospedali come quello di Gioia Tauro “Piccoli ospedali di morte sotto casa”. È da premettere che l’onorevole Bernini a Gioia Tauro non c’è mai stata e che molto probabilmente conosce le nostre realtà solo per sentito dire…
Per rispondere a tali affermazioni c’è un commento fatto sulla pagina Facebook “No alla chiusura dell’Ospedale di Gioia Tauro” del signor Giuseppe Castaldo ,che non solo conosce la realtà dell’ospedale ma ha anche vissuto un’esperienza “positiva” tra quelle mura. Il commento è del 30 ottobre: “Visto che a volte alcuni di noi siamo abituati a lamentarci per la sanità in genere…Vorrei esternare la mia esperienza con l’ospedale di Gioia Tauro, per un intervento delicatissimo. Sono uscito dalla sala operatoria alle 9:20 circa con il sorriso sulle labbra, dopo che mi hanno fatto sentire a proprio agio scherzando e ridendo. Grazie davvero a tutti, siete persone straordinarie. Grazie al Direttore del reparto Dott. Zumbo Giuseppe (sia dal punto di vista professionale che per il suo lato umano)” .Il reparto in questione è quello di Urologia.
Ed ecco che il “piccolo ospedale di morte sotto casa”, come lo definisce l’onorevole Bernini, si rivela un “piccolo ospedale di VITA” per il signor Castaldo, nonostante le condizioni di fortissimo disagio denunciate dagli stessi medici, figuriamoci se il Presidio di Gioia Tauro fosse potenziato, cosa potrebbe garantire ai cittadini della Piana in attesa che si realizzi il Nuovo ospedale di Palmi.
Ed allora mi domando perché, per risanare il debito sanitario in Calabria, invece di chiudere reparti e tagliare posti letto creando fortissimi disagi a noi cittadini, non si interviene tagliando tutti i fitti passivi!?
Scrivendo sul motore di ricerca Google la frase: “fitti passivi Rossana Squillacioti” il primo link che mi compare è in formato pdf, si tratta di una Relazione della Regione Calabria – Comitato Regionale di controllo contabile dal titolo: “Relazione sull’attività conoscitiva relativa al patrimonio immobiliare delle aziende sanitarie provinciali e delle aziende ospedaliere della regione Calabria”.
Scorrendo, arrivo alla pagina 24 il cui il titolo dice: “ASP Reggio Calabria”, leggo e la cosa che mi salta subito all’occhio è la frase: “La situazione dei fitti passivi è abbastanza critica, in quanto l’elenco dei contratti di locazione passiva è piuttosto

consistente”. E ancora: “L’Azienda conduce numerosi immobili, esattamente 75, in locazione passiva che comporta una spesa superiore a € 1.676.904,30, visto che non per tutte le locazioni è riportato l’ammontare del canone”. Quindi la cifra effettiva è superiore a quella riportata poiché non contiene le spese dell’ex Asl di Locri.
Continuando a leggere scopro che si spendono 280 mila euro all’anno di affitto per la sede del distretto ASP a Palmi, quando si potrebbero benissimo utilizzare gli immobili dell’ex ospedale di Palmi gratuitamente. E ancora: 40 mila euro all’anno vengono spesi per l’affitto dei locali per il Poliambulatorio di Gioia Tauro in via Venezia, quando invece si potrebbero utilizzare i locali dentro l’ospedale di Gioia Tauro, entrambe le strutture di proprietà dell’Asp 5.
Ci domandiamo come mai tutti i buoni propositi si infrangono una volta che il politico di turno arriva alla tanto bramata “Poltrona”?
Perché una volta arrivati e soprattutto una volta sedutici sopra, i nostri rappresentanti ci si aggrappano ad essa con mani e piedi e non c’è verso di farli alzare e quindi farli uscire da quei palazzi. Ho sempre sostenuto che per poter amministrare in modo giusto, i rappresentanti dei cittadini, devono vivere le condizioni dei cittadini. Cosa che in Italia difficilmente avviene, anzi avviene proprio il contrario. Un esempio? In Italia paradossalmente è il cittadino che rimborsa le spese mediche, non solo a parlamentari, ex parlamentari, senatori ed ex senatori, ma anche ai loro familiari e conviventi, si parla di 10 milioni di euro all’anno di rimborsi che vanno dalla cura omeopatica a quella termale al dentista.
Appena insediatosi, il Presidente della Regione Calabria, Scopelliti, riferendosi al sistema sanitario aveva dichiarato: “Vogliamo dare alla Calabria un nuovo sistema sanitario che sia al passo con i bisogni della collettività perché la gente ha già pagato sulla sua pelle gli errori del passato”.
Ma qual è la realtà ad oggi?
La realtà è che la storia spesso non insegna ma si ripete e la gente continua a pagare gli errori del passato uniti agli orrori del presente, dove constatiamo passivamente che , qui da noi in Calabria, continua l’aumento delle tasse sanitarie ed un esempio è l’aumento dell’aliquota Irap dello 0,15% e quella dell’addizionale regionale IRPEF dello 0,30%. Quindi oltre il danno anche la beffa, non solo non si hanno le strutture ed l’assistenza garantita, ma in un piccolo comune calabrese si pagano più tasse che a Milano.
Forse aveva ragione la signora che ho incontrato all’ospedale, quando parlava di cittadini di serie A e cittadini di serie B.
Chiudo trascrivendo un post che il dott. Pizzimenti (Dirigente medico dell’ospedale di Gioia Tauro) ha scritto, sempre nella pagina “No alla chiusura dell’ospedale di Gioia Tauro”: “Io ci lavoro in Cardiologia a Gioia Tauro. Sono Dirigente Medico. Se dovessi scrivere di quante vite abbiamo salvato insieme ai colleghi del Pronto Soccorso intaserei Facebook. Basta solo questo… gente disperata, parenti disperati, intuizioni geniali da parte nostra e poi via a Catanzaro in Emodinamica. Un gran bel lavoro. Ed ora i nostri soliti burocrati mandano tutto a puttane. Mi dispiace per la povera gente che in noi aveva comunque un punto di riferimento. Mi dispiace davvero!”.

 Nota Firmata


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