Sono stati i militari dell’Arma a trovare i resti dell’elettrauto sepolti in un campo nelle campagne di Rosarno nel Reggino. Il luogo della sepoltura sarebbe stato indicato da Antonio Napoli, accusato del delitto e già rinviato a giudizio, che si è costituito ai Carabinieri di Melicucco.
Ad indirizzare le indagini verso l’ipotesi dell’omicidio è stata Simona Napoli, ragazza di 25 anni, sposata, madre di un bambino, con la quale Fabrizio Pioli aveva iniziato una relazione extraconiugale costatagli la vita. La donna ha raccontato ai Carabinieri di avere visto per l’ultima volta Fabrizio Pioli mentre litigava con il padre di lei che impugnava una pistola. In base al suo racconto, già tre giorni dopo la scomparsa, la Procura di Palmi aveva emesso due provvedimenti di fermo nei confronti del padre e del fratello della ragazza, Antonio Napoli, di 55 anni, e Domenico, 23 anni. Il padre, però, si era reso irreperibile.
Subito dopo il ritrovamento, i Carabinieri si sono recati a Gioia Tauro per avvertire i familiari di Pioli. Il 5 febbraio scorso, intanto, il gup di Palmi, accogliendo la richiesta della Procura, ha rinviato a giudizio, per concorso in omicidio ed occultamento di cadavere, Antonio Napoli, la moglie Rosina Napoli, 51 anni, Domenico, 23 anni, un loro nipote, Francesco, 33 anni, e Pasquale Galatà. Secondo l’accusa, i cinque avrebbero ucciso Pioli, facendone poi sparire il corpo, per punirlo della relazione che aveva allacciato con Simona Napoli. Il processo inizierà il 14 marzo davanti ai giudici della Corte d’assise di Palmi.